Il caso

Galline di Gudo, l’attività proseguirà

La direttrice della Fondazione Diamante che gestisce l’azienda agricola in cui alcuni pennuti sono stati colpiti da una malattia imponendo lo stop e la macellazione di 800 esemplari: «Ci sarà una perdita economica ma questo fa parte dei rischi propri al settore» - Nessuna conseguenza sull’occupazione - In Ticino solo 2 precedenti dal 1991
©CdT/Archivio
Simone Berti
19.11.2019 16:15

«Ci sarà una perdita economica, ma sappiamo che questo fa parte dei rischi propri al settore, e comunque l’attività poi proseguirà come sempre». Ad affermarlo è Maria-Luisa Polli, direttrice della Fondazione Diamante che gestisce l’azienda agricola Allevoliere di Gudo dove alcune galline ovaiole hanno contratto la laringotracheite infettiva, imponendo lo stop della vendita e a titolo preventivo la macellazione di tutti gli 800 capi per evitare ulteriori contagi. «Sin dall’inizio - sottolinea al CdT la direttrice della Fondazione che fa integrazione sociale - il laboratorio di Gudo ha affrontato il problema seguendo la procedura prevista in questi casi e sempre in collaborazione con l’Ufficio del veterinario cantonale». Non ci saranno conseguenze sull’occupazione, aggiunge rispondendo alla nostra domanda. Una volta che la macellazione sarà avvenuta in una struttura abilitata e con i relativi controlli, e dopo che l’azienda sarà stata sottoposta alla pulizia e alla disinfezione, l’attività proseguirà infatti come prima.

Nessun pericolo per l’uomo
Come detto i capi da sopprimere per scongiurare qualsiasi ulteriore contagio tra gli animali saranno circa 800, ma non si tratta di un vero e proprio sacrificio perché buona parte dei pennuti (in particolare i polli d’ingrasso) era comunque già destinata alla macellazione a scopo commerciale. Importante ricordare inoltre che l’uomo non corre pericolo alcuno. Come spiegato al CdT dal veterinario cantonale Luca Bacciarini, il contatto con galline infette e l’eventuale consumo di uova e di carne di questi animali non costituiscono infatti un problema. Evidentemente la produzione, in ogni modo, è nel frattempo cessata. Si tratta di evitare che qualsiasi capo entri o esca dall’azienda, scongiurando così qualsiasi contagio. Nessun pericolo per l’uomo, dunque, mentre il Dipartimento della sanità e della socialità (DSS) ha comunque invitato i privati che avessero acquistato delle galline ovaiole nell’azienda di Gudo dal 15 ottobre al 10 novembre a contattare l’Ufficio del veterinario per ricevere informazioni in merito, componendo il numero 091/814.41.00.

Non sarà un sacrificio totale
La spia d’allarme si era accesa la scorsa settimana quando l’azienda ha riscontrato la morte di alcune galline ovaiole. Da lì sono partite le verifiche e infine la segnalazione al Cantone come da Ordinanza federale sulle epizoozie. Il DSS ha quindi messo in atto tutte le misure precauzionali del caso e disposto la soppressione sia del gruppo di pennuti che manifestano sintomi di malattia, sia di quelli che sono stati in contatto con essi: potrebbero infatti essere portatori sani del virus e infettare altri animali. Passando al destino degli animali, come detto buona parte del pollame sarebbe comunque stato macellato, si pensi in particolare ai polli da ingrasso che costituiscono buona parte degli esemplari presenti.

«Non trattandosi di una malattia altamente contagiosa non vi è l’urgenza di intervenire immediatamente - precisa il veterinario cantonale - L’Ordinanza permette infatti in questi casi di agire senza fretta. La prima misura consiste nel vietare la movimentazione degli animali, perché l’uscita di animali dall’azienda potrebbe facilitare la diffusione della malattia. La macellazione avverrà gradualmente nelle prossime settimane, presso un macello autorizzato in cui, per garantire la sicurezza del consumatore, sarà eseguito il consueto controllo delle carni». Per quanto riguarda l’azienda, «potrà riprendere l’attività dopo un’approfondita pulizia e disinfezione», risponde il dottor Bacciarini. Il quale non può invece esprimersi sul danno economico, aspetto che avremmo voluto affrontare con l’azienda stessa che non abbiamo però potuto contattare.

Un virus «silenzioso»
La laringotracheite infettiva dei polli è una malattia di origine virale che colpisce oltre ai polli domestici anche fagiani, quaglie, tacchini, faraone, pernici e pavoni. Ma non altre specie. L’animale infettato dal virus può non manifestare alcun sintomo. In altre parole, l’infezione può rimanere latente e l’animale essere un cosiddetto «portatore sano» che può causare quindi un contagio silenzioso. Nella fattispecie, spiega Luca Bacciarini, la trasmissione del virus potrebbe essere avvenuta tramite alcuni animali di razza (di tipo ornamentale) presenti nell’azienda, trattandosi di quelli statisticamente più coinvolti.

In Svizzera 10-15 situazioni simili all’anno
I precedenti di laringotracheite infettiva dei polli in Ticino erano solo due dal 1991 a oggi: nel 2001 e nel 2007. In Svizzera vengono registrati in media 10-15 casi all’anno. Questa malattia non è quindi da paragonarsi, in quanto a diffusione e gravità, alla Malattia di Newcastle, ben più grave, sviluppatasi nel 2017 in un’azienda di Pazzallo quando si rese necessario l’abbattimento di 6.000 capi.

©CdT/Chiara Zocchetti
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