Gli hotel ticinesi riaprono ai turisti tra incertezze e opportunità

Da ieri, venuta a cadere la finestra di crisi per il Ticino, anche nel nostro cantone gli albergatori hanno potuto iniziare ad accogliere i primi turisti. Di fronte a loro una stagione certo non facile e caratterizzata da molte sfide, ma anche da diverse opportunità. Ne abbiamo parlato con due albergatori, uno del Luganese e uno del Locarnese.
La partenza a freddo
«Stiamo cercando di riaprire l’albergo, ed è molto difficile». È quanto ci ha spiegato Andrea Biasca-Caroni, della famiglia proprietaria dell’Hotel Ascona ad Ascona, una struttura con 68 camere e una quarantina di collaboratori, che proprio ieri ha riaperto i battenti. «Abbiamo già ricevuto alcune prenotazioni – rileva – e domani (ndr, oggi per chi legge) abbiamo occupata una camera, mentre dopodomani sono state prenotate tre o quattro camere. In genere i nostri clienti hanno una certa età, e chiaramente hanno ancora un po’ di paura a mettersi in viaggio. Per questo non penso che vivremo una grande ripartenza, anche perché molti hanno meno soldi, visto il rallentamento economico. Inoltre i grandi eventi sono stati annullati». «Questa mattina – afferma - ho parlato con un nostro cliente abituale, e mi ha detto che verrà in settembre. Io comunque ho inviato una mail a tutti i nostri clienti per annunciare che siamo aperti, che seguiamo tutte le disposizioni sanitarie e che abbiamo eseguito la pulizia dell’albergo».
«D’altra parte – aggiunge – influirà anche il fatto che non ci si può recare all’estero, e quindi chi potrà permetterselo farà vacanze in Svizzera. Penso che i giovani stanno scalpitando, visto che sono dovuti stare a casa con i bambini. Ma ora è difficile capire cosa succederà, anche perché non sappiamo ancora se una volta che riapriamo tutta l’economia il virus si espanderà di nuovo. Chi può dirlo?». «L’inizio vero sarà questo week end – precisa – ma le previsioni danno brutto tempo. E per il ristorante dobbiamo avere almeno 10 o 15 prenotazioni per aprirlo, anche se l’albergo è tutto pronto per funzionare». «Anche se lo scorso anno abbiamo vissuto un buon anno – conclude - non è più la situazione di dieci anni fa, soprattutto perché ora arrivano pochi tedeschi, ed è difficile che gli svizzeri facciano una vacanza lunga da noi. Al massimo qualche giorno, o un week end. Per fortuna siamo in uno dei migliori Paesi al mondo, e la Confederazione è intervenuta in modo molto efficiente. Abbiamo chiesto un prestito garantito e la possibilità di usufruire del lavoro ridotto, che ci è stata concessa in un batter d’occhio. Chapeau alla Svizzera».

«Spirito positivo»
Una ripartenza un po’ diversa ci viene raccontata da Francesco Bobbià, general manager dell’Hotel Villa Sassa a Lugano: «Noi siamo rimasti aperti in queste settimane secondo le disposizioni delle autorità, ospitando le professioni abilitate (come quelle del settore sanitario) e con il contingente di 50 persone. Siamo quindi già perfettamente pronti, ora che il contingente è venuto a cadere, ad ospitare ed abbracciare virtualmente i nostri ospiti». E le prime prenotazioni, ci conferma, stanno arrivando: «I telefoni hanno iniziato a squillare e abbiamo già ospitato i primi turisti. Per le prossime settimane abbiamo delle prenotazioni soprattutto di un paio di giorni per i fine settimana. Mentre per i mesi di giugno e luglio sono arrivate le prime prenotazioni, ma soprattutto per settimane intere». Ma a fare la vera differenza, evidenzia Bobbià, sarà anche la riapertura, la prossima settimana, di bar, ristoranti e negozi: «Per il turismo è fondamentale. È un segnale molto positivo».
Questa stagione sarà poi particolare poiché il turismo internazionale verrà probabilmente a mancare, e quindi gli albergatori si concentreranno sugli ospiti confederati. Ma questa, secondo il general manager, «è una bella opportunità per noi e credo che il turismo interno ci darà delle buone soddisfazioni. Il turista che prima magari si recava al lago di Garda, quest’anno si fermerà in Ticino. Dalla nostra parte abbiamo sia la precisione svizzera sia la mediterraneità. Una doppia carta da giocare con gli ospiti svizzeri, che tra l’altro sono spesso anche i clienti più fedeli». Insomma, secondo Bobbià, anche se «al momento non è possibile fare previsioni», in questo periodo a fare la vera differenza sarà «il nostro spirito positivo e la voglia di coccolare i nostri ospiti. Resto cauto, ma posso anche dire che il sentimento generale, da parte nostra è molto positivo». In questi casi, conclude, mi piace citare un mio vecchio professore: «Il cliente probabilmente non ricorderà ciò che gli avete detto. Ma sicuramente ricorderà come l’avete fatto sentire. Questo sarà il nostro cavallo di battaglia».
