La missione

Global Sumud Flotilla sotto attacco vicino a Creta

Il racconto nei video dello scrittore ticinese Vanni Bianconi – I partecipanti alla missione umanitaria, ieri, hanno respinto la proposta di trasferire il carico di aiuti nel porto israeliano di Ashkelon
© Vanni Bianconi/Global Sumud Flotilla
Red. Online
24.09.2025 07:23

Nel cuore della notte, mentre navigava in acque internazionali a sud di Creta, la Global Sumud Flotilla è stata attaccata dal cielo: «Droni, bombe sonore, spray urticanti e materiale non identificato» hanno colpito le imbarcazioni. Almeno una decina di attacchi. Fortunatamente, fanno sapere gli equipaggi, non si registrano feriti, ma almeno tre imbarcazioni sono state danneggiate: la Zefiro, che ha riportato la rottura dello strallo di prua (uno dei sostegni dell'albero), la Morgana, la cui randa – la vela principale – è ora fuori uso, e la Taigete.

«Sono le 11.30 UTC e siamo sotto attacco. Sei barche sono state colpite dalle sound bombs ed elementi chimici sono arrivate su un'altra imbarcazione», fa sapere in video il ticinese Vanni Bianconi. «Il suono è molto forte, è solo la prima avvisaglia ed è la prima notte che questo succede». Poi si sente un colpo. In un secondo video, lo scrittore ticinese parte della delegazione svizzera della Global Sumud Flotilla, mostra e fa sentire un altro colpo.

Saverio Tommasi, giornalista di fanpage.it, riferisce di «tre ore consecutive con tanti droni, sempre in vista, e diversi attacchi. Bombe sonore come enormi petardi. Gettate presumibilmente anche robe urticanti non identificate. Gli attacchi sono iniziati a 27 miglia dalle coste greche».

Le cinquantuno navi che compongono la Flotilla, lo ricordiamo, puntano a raggiungere Gaza per consegnare aiuti umanitari e «rompere il blocco israeliano», dopo due tentativi bloccati da Israele a giugno e luglio. Attacchi contro la Flotilla erano stati registrati al largo di Tunisi il 9 settembre. «Sono operazioni psicologiche, ma non ci lasceremo intimidire», dicono gli attivisti che rivendicano: «Non abbiamo armi. Non rappresentiamo una minaccia per nessuno, trasportiamo soltanto aiuti umanitari».

La Global Sumud Flotilla, ieri, ha respinto la proposta di trasferire il carico di aiuti nel porto israeliano di Ashkelon e ha messo in guardia contro la strategia per «ostruire la consegna degli aiuti umanitari a Gaza» e il rischio di «possibili rappresaglie». «I precedenti di Israele di intercettare le navi, bloccare i convogli e limitare le rotte dimostrano che la sua intenzione non è facilitare gli aiuti umanitari, ma di controllarli, ritardarli e negarli», avvertono gli attivisti. «La comunità internazionale non interpreti le dichiarazioni di Israele come mere istruzioni operative, poiché rappresentano la continuazione del blocco che, secondo investigatori dell'ONU è parte del genocidio in corso a Gaza».

Il comunicato

Waves of freedom Svizzera denuncia gli attacchi che hanno causato «danni ingenti e un'ostruzione generalizzata dei mezzi di comunicazione». Ma anche la «campagna sostenuta di intimidazione e disinformazione condotta da Israele, volta a screditare e mettere in pericolo la vita di oltre 500 civili disarmati a bordo della flottiglia che cercano di consegnare cibo e forniture mediche a Gaza per rompere il blocco illegale di Israele».

Nel comunicato si parla di «almeno 13 esplosioni su e intorno a diverse imbarcazioni della flottiglia, con interferenze generalizzate nelle comunicazioni», che «sollevano immediate preoccupazioni per la sicurezza dei partecipanti»; «più di 15 droni a bassa quota hanno sorvolato la nave Alma circa ogni 10 minuti» nelle ultime ventiquattro ore; «oggetti caduti da almeno 10 droni o aerei, causando danni (non sono stati segnalati incidenti mortali, l'entità dei danni sarà valutata alla luce del giorno».        

«Qualsiasi attacco contro questa missione costituisce un crimine di guerra e un crimine contro l'umanità. Tali attacchi violano anche le misure provvisorie vincolanti della Corte internazionale di giustizia (CIJ), che impongono a Israele di autorizzare e facilitare la consegna degli aiuti umanitari a Gaza. Chiediamo che tutti gli Stati membri dell'ONU - e in particolare quelli i cui cittadini si trovano a bordo delle navi della Global Sumud Flotilla - garantiscano immediatamente e facilitino una protezione efficace tramite una scorta marittima e osservatori diplomatici (...). Alla luce dell'80. sessione dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, chiediamo a tutti gli Stati membri di inserire gli attacchi contro la flottiglia nell'ordine del giorno dell'Assemblea e di adottare una risoluzione che affronti queste gravi violazioni».