«I cerotti non bastano più: servono misure coraggiose»

Agire non più solo sui sintomi, bensì sulle cause profonde delle difficoltà finanziarie con le quali si trova confrontata la Città negli ultimi anni. È una posizione senza fronzoli quella della Commissione della gestione riguardo alla fragilità strutturale messa in evidenza dal preventivo 2026 del Comune di Locarno: una spesa corrente che continua a crescere, un gettito fiscale che fatica a svilupparsi, un autofinanziamento limitato rispetto al volume degli investimenti programmati e un disavanzo che conferma la persistenza delle debolezze già evidenziate negli anni precedenti. «Pur non configurando una situazione di emergenza (il disavanzo atteso è di 1,5 milioni di franchi, ndr.), il quadro finanziario rimane decisamente delicato», annota la Gestione nel rapporto (relatore Orlando Bianchetti, PLR) sul documento che verrà discusso dal Consiglio comunale il 22 dicembre e che è firmato con riserva dai commissari della Sinistra Unita Francesco Albi e Gionata Genazzi. I cerotti non bastano più e d’ora in avanti occorre «definire priorità chiare, intervenire con determinazione su varie componenti della spesa e creare condizioni favorevoli a un rafforzamento del gettito nel lungo termine», rincarano i commissari, secondo i quali la ventina di misure correttive per un ammontare di 446 mila franchi proposte dal Municipio nel preventivo sono di portata contenuta, applicate «senza una visione completa e trasversale che garantisca una ripartizione equa degli sforzi e una reale simmetria dei sacrifici tra i vari settori dell’amministrazione».
Base fiscale da consolidare
Interventi che, al pari di quelli applicati nel recente passato, sono ritenute insufficienti rispetto all’ampiezza delle sfide strutturali che il Comune si trova ad affrontare. «Il riequilibrio finanziario non può basarsi unicamente su interventi di contenimento, ma richiede una capacità strutturale di accrescere il gettito attraverso politiche di attrattiva economica, dinamismo imprenditoriale e consolidamento della base fiscale. Limitarsi a intervenire sulle uscite rischia infatti, nel medio periodo, di erodere la qualità e l’efficienza dei servizi pubblici, mentre un ricorso sistematico al capitale proprio finisce per indebolire la capacità di autofinanziare gli investimenti e di garantire alla Città il margine d’azione necessario per sviluppare nuove iniziative».
Alzare le imposte non è un tabù
In questo contesto, la Gestione rileva che il messaggio sui preventivi non affronta in modo esplicito la decisione di mantenere invariati i moltiplicatori d’imposta per il 2026 (90% per le persone fisiche e 97% per le persone giuridiche), «tema che una parte dei commissari avrebbe ritenuto opportuno discutere già in questa fase, anche alla luce delle riflessioni avviate in altri Comuni». Tornando alle misure con le quali riequilibrare il bilancio, la Gestione invita il Municipio a esplorare soluzioni organizzative innovative, anche valutando soluzioni con altri Comuni, a rafforzare la capacità della Città di generare nuove entrate strutturali, compatibili con l’equità fiscale e con l’attrattiva economica, e ad avviare insieme alla commissione, già nel corso del 2026, una riflessione sistematica sulle misure correttive da integrare nel preventivo 2027. E questo, come riportato all’inizio, per non agire solo sui sintomi, ma sulle cause profonde delle difficoltà finanziarie.
Prudenza negli investimenti
Se da un lato gli importanti investimenti previsti testimoniano la volontà della Città di crescere investendo sulla qualità di vita, dall’altro solo in parte potranno essere coperti interamente grazie all’autofinanziamento. Da qui l’invito della Gestione a procedere con prudenza, avviando una riflessione selettiva sulle priorità infrastrutturali per i prossimi anni. Non da ultimo, i commissari condividono la preoccupazione del Municipio riguardo al continuo trasferimento di oneri dal Cantone ai Comuni e sostengono dunque un confronto più stabile tra i due livelli istituzionali. E questo «nella consapevolezza che una programmazione finanziaria realmente sostenibile debba evolvere da una logica di compensazioni a breve termine a una logica di responsabilità condivisa e di investimento responsabile nel medio-lungo periodo», concludono i commissari.
