I Comuni polo incontrano la Gestione, chiesto un coinvolgimento regolare

Il rapporto tra Comuni e Cantone, negli ultimi anni, complici alcune riforme e la complessa situazione finanziaria di entrambe le parti, è stato sovente descritto come in grande difficoltà. In crisi, pure. Da tempo, infatti, gli Enti locali lamentano un progressivo ribaltamento degli oneri da parte del Cantone. Non a caso, sul finire del 2023 alcuni Comuni avevano ventilato l’idea di lanciare un referendum contro la riforma fiscale approvata dal Gran Consiglio. Oppure, nell’ottobre 2024 l’Associazione comuni ticinesi (ACT) aveva parlato di Enti locali che si stanno riducendo a sportelli del Cantone. Insomma, la situazione da un po’ di tempo è tesa.
Questa mattina, anche per cercare di riavvicinare le parti, i sindaci dei Comuni polo (Bellinzona, Mendrisio, Chiasso e Locarno, mentre Lugano non ha potuto essere presente) hanno incontrato la Commissione gestione e finanze del Gran Consiglio. «È una riunione che come Comuni polo abbiamo chiesto in seguito alle decisioni prese nei preventivi 2024 e 2025 che hanno avuto pesanti ripercussioni sui bilanci comunali», ha spiegato il sindaco di Bellinzona, Mario Branda. «È quindi stata l’occasione per far presenti le nostre preoccupazioni» e più in generale di riflettere sul ruolo che vogliamo dare ai Comuni nei prossimi decenni. Pur riconoscendo «che il Governo è il nostro principale interlocutore – ha spiegato –, ci rendiamo conto che il Parlamento spesso adotta decisioni che hanno conseguenze sui Comuni». Ecco dunque la richiesta: «Essere coinvolti con una certa regolarità, magari quando si discutono proposte che hanno effetti sui bilanci comunali, oppure in occasione delle discussioni sui preventivi». Una richiesta che, ha tenuto a precisare il sindaco, «non riguarda solo i Comuni polo, ma tutti gli enti locali». Insomma, incontrarsi più regolarmente anche per evitare continui ribaltamenti di oneri verso i Comuni. Anche perché, ha aggiunto, contrariamente a quanto si pensa «non c’è ovunque grasso che cola. Anzi, è piuttosto vero il contrario». E se il Cantone ribalta nuovi oneri, «questi si trovano nella condizione di ribaltarli ai cittadini». Un accenno, infine, è andato pure alla già tanto discussa riforma Ticino2020. Riforma che, concede Branda, «si è effettivamente fermata». Ma, aggiunge, «sarebbe un peccato abbandonare tutto considerati gli sforzi, anche finanziari, che sono stati intrapresi». Ecco perché «magari potrebbe essere possibile recuperare alcuni temi, per cercare di dare comunque un certo corso a questa riforma». Ma per fare ciò, a mente del sindaco, il Cantone dovrà mettere qualcosa sul tavolo. Soldi, in particolare. «Va detto che quando si immaginano riforme di questo respiro è difficile pensare che si possa arrivare a un risultato concreto senza investire dei soldi strutturalmente. Il Cantone aveva imposto di avere la neutralità finanziaria con la riforma. Ma probabilmente, se vuole una riforma, dovrà investire qualcosa».
Dal canto suo, il vicepresidente della Gestione, Fiorenzo Dadò, ha anch’esso sottolineato l’utilità dell’incontro. «Ascoltare le preoccupazioni di chi è chiamato a gestire i Comuni, l’istituzione più vicina al cittadino, è sicuramente positivo». Al netto di ciò, Dadò ha comunque evidenziato che «di fronte a un momento difficile per le finanze tutti devono fare la loro parte». Un accenno, poi, il vicepresidente l’ha fatto riguardo a chi rappresenta gli enti locali, in particolare all’ACT e all’efficacia della sua azione. «C’è da chiedersi – ha affermato Dadò – se non fossero più efficaci le due associazioni, una in rappresentanza dei Comuni rurali e l’altra di quelli urbani. Si tratta di realtà diverse. E forse le due associazioni avrebbero potuto fare una sintesi migliore delle problematiche che contraddistinguono le varie realtà comunali. L’ACT fa quello che può, ma a volte ci si chiede quanto riesca rappresentare tutte le realtà del Cantone».