Il caso

I terreni, le Ferrovie e la «rinuncia» milionaria

Camorino, l'ex sindaco Carlo Donadini non risparmia critiche al Municipio cittadino per la gestione degli ex sedimi AlpTransit - "Si è sprecata l'occasione per creare posti di lavoro e gettito fiscale"
Il comparto come si presenta oggi. © CdT/Gabriele Putzu
Alan Del Don
09.05.2022 06:00

«Il compito di compensare le zone SAC (superfici per l’avvicendamento delle colture; n.d.r.) sottratte a Castione compete alle FFS. Il Municipio di Bellinzona si è sentito però in dovere di precipitarsi in soccorso offrendo un’area artigianale considerevole con una serie di giustificazioni a dir poco traballanti». Era stato il primo, nell’autunno 2020, di fronte «all’indifferenza dei partiti della Città», ad esprimersi pubblicamente contro un’eventualità (perché tale era, allora) che non gli andava a genio.

Ora che c’è l’ufficialità, l’ex sindaco di Camorino Carlo Donadini torna alla carica sulla rinuncia di poco più di 30.000 metri quadrati per equilibrare in parte gli 8,3 ettari di SAC, appunto, che verranno sacrificate a Castione con la realizzazione delle nuove Officine. Si tratta dei terreni ex AlpTransit, per intenderci, che l’Esecutivo ha proposto alle Ferrovie ed al Cantone, i quali hanno accettato di buon grado. Ma come visto ciò non fa l’unanimità nel quartiere a sud della Turrita.

Il sacrificio delle superfici SAC

In uno scritto trasmesso al CdT, Carlo Donadini ricorda come il nostro giornale era stato il primo – nell’edizione del 29 agosto 2020 – a svelare lo scenario. Da noi interpellato il capo del Dicastero territorio e mobilità Simone Gianini aveva spiegato che quella di convertire 3,1 ettari in SAC è «una destinazione che di primo acchito potrebbe apparire una perdita. Ma che in realtà riveste una grande importanza per la Città». Due mesi dopo l’ex sindaco (dal 1984 al 2000) e granconsigliere aveva espresso le sue considerazioni sempre dalle nostre colonne, riprese subito in due interrogazioni inoltrate al Municipio cittadino. Il quale rispose che era «un’indicazione di disponibilità di principio» data dall’Esecutivo al Consiglio di Stato (che a sua volta aveva informato le FFS) già nel giugno 2019.

A distanza di quasi tre anni quella che era un’ipotesi, seppur concretissima, si è trasformata in realtà. Le Ferrovie andranno infatti a recuperare gli 80.000 metri quadri di terreni preziosi per l’agricoltura che verranno persi a Castione a Camorino, Iragna (1,2 ettari), Preonzo (0,8) e a Losone (3,7 ettari, vicino all’ex caserma). Quest’ultima soluzione è osteggiata dall’Unione contadini ticinesi e dal WWF, seppur abbia ottenuto il via libera preliminare dell’Ufficio federale dell’ambiente. Sono comunque in corso ulteriori approfondimenti.

L’esempio di Carasso

L’attenzione di Carlo Donadini è in ogni modo rivolta a Camorino. Il suo ragionamento è il seguente: «Il Municipio nella risposta agli atti parlamentari sostiene di essere convinto che vi sarà una cospicua ricaduta, anche in termini di gettito fiscale, per l’indotto che il nuovo stabilimento eserciterà su Bellinzona. Intanto sacrificare 30.000 metri quadrati di zona artigianale significa perdere definitivamente un’opportunità di creare nuovi posti di lavoro nel comprensorio della Città e un introito fiscale certo e sicuramente elevato. In proposito, non va dimenticato che le aree artigianali sono molto ricercate e favoriscono le piccole e medie imprese - come è dimostrato dall’area creata a suo tempo con molto lungimiranza a Carasso (dal Patriziato; n.d.r.) - sulle quali la Confederazione investe molto nell’ambito della politica regionale: si tratta del 99,6% delle imprese elvetiche che impiegano due terzi della forza lavoro in Svizzera e che sono definite la spina dorsale della nostra economia».

I calcoli e la politica

Fatti due calcoli, l’ex sindaco afferma che con questa scelta la Città «rinuncia ad un iniziale valore intrinseco ipotizzabile in 15 milioni di franchi» che va ad aggiungersi ai 20 milioni stanziati dal Legislativo quale contributo all’edificazione del moderno stabilimento industriale delle Ferrovie. Quei 3 ettari camorinesi, puntualizza, si situano in un’area agricola di circa 300.000 metri quadri che «il Comune di Camorino ha tenacemente preservato».

Il nostro interlocutore conclude il ragionamento con una considerazione di carattere prettamente politico. «Ci sono aspetti di forma e di sostanza che vanno rispettati anche in politica per stabilire rapporti istituzionali seri. Sapendo quanto è difficile trovare compensi di terreno agricolo, non è elegante che il Municipio tenti di celare il proprio imbarazzo edulcorando l’offerta con ‘un’indicazione di disponibilità di principio’. Di fatto la decisione era già stata presa», chiosa Donadini.

Gli accordi

Stando ai piani delle future Officine in pubblicazione fino al 24 maggio, sono stati siglati degli accordi di principio per la gestione a lungo termine delle superfici per l’avvicendamento delle colture (SAC). Ad Iragna e Preonzo se ne occuperanno i rispettivi Patriziati. A Camorino i terreni verranno dati in gestione ad agricoltori locali per lo sfruttamento agrario, mentre a Losone la realizzazione dell’area SAC è prevista mediante occupazione temporanea della superficie del Comune, che poi rimarrà proprietario dei fondi.

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