Il caso

Il passato che diventa futuro

Bellinzona: nel moderno quartiere alle Officine FFS non sarà solo la «Cattedrale» ad essere riconvertita, ma anche altri edifici storici legati al secolare passato industriale come la forgia e la salderia – Previsti dei contenuti in grado di inserirsi nell’ambiente abitativo, ovvero poco rumorosi
La «Cattedrale». © CdT/Chiara Zocchetti
Alan Del Don
21.03.2023 06:00

Aprirsi al futuro, certo, senza però dimenticare il passato. Quel passato industriale che ha forgiato la Bellinzona odierna e che impreziosirà quella di domani. Nel quartiere che dal 2027 prenderà il posto delle Officine FFS ci sarà spazio anche per delle memorie storiche che non verranno trasformate in memorabilia. Guai se fosse così. Della «Cattedrale» si è già detto e scritto ripetutamente: l’edificio inaugurato nel 1919, fulcro della manutenzione delle locomotive di nuova e vecchia generazione e simbolo dello stabilimento produttivo, cambierà pelle diventando il «cuore» dell’innovativo comparto ed ospitando prevalentemente contenuti culturali, aggregativi, espositivi e commerciali nonché degli esercizi pubblici.

Sarà di proprietà del Comune e si mira a farlo diventare un «magnete attrattore», una calamita insomma dell’intero perimetro, in grado di attirare visitatori che non siano solo gli abitanti della Turrita. Ma ci sono altri complessi – considerati beni tutelati d’interesse locale e non cantonale – che verranno salvaguardati. Sono forse meno conosciuti della prima, ma altrettanto importanti e attentamente valutati nella variante di Piano regolatore del comparto di 102 mila metri quadrati che passerà al vaglio del Legislativo cittadino ad inizio aprile.

Memorie e tesori

Nella settantina di pagine del Rapporto di pianificazione (allegato al messaggio municipale) si trovano diversi riferimenti al patrimonio dell’Officina di fine Ottocento-inizio Novecento. L’obiettivo è duplice: conservarlo e valorizzarlo. Il fatto che siano stati risparmiati degli edifici significa altresì, ça va sans dire, che le Ferrovie hanno rinunciato a costruire su parte dei terreni che rimarrà nelle loro mani. «Trattandosi di edificazioni esistenti, la sfida consisterà nel riuscire ad adattare al meglio gli usi ammissibili alla tipologia edilizia e al contempo mantenere il valore ambientale e architettonico», viene specificato nel Piano particolareggiato. Ma bando alle ciance, e vediamo di cosa si tratta. I tesori li troviamo verso viale Officina. Sono tre, uno in fila all’altro. Procediamo con ordine. Dall’alto verso il basso. Lo stabile amministrativo principale d’ingresso è datato 1890, quindi un anno dopo che erano stati tolti i veli al sito industriale. Venne realizzato contemporaneamente agli ateliers riconoscibili in virtù del tetto a shed (con profilo a dente di sega che garantisce un’ottima illuminazione) ed altri impianti e fabbricati. Rappresentativi della struttura bellinzonese sono inoltre due ulteriori elementi che si trovano lì accanto.

Di cosa si tratta

Il primo è la salderia, risalente al 1944, ampliata nel 1979 «con due nuove campate, con muratura intonacata e ampie aperture ad arco ribassato per la parte originaria, tetto con capriate in legno, tegole e lucernario nella parte centrale del tetto posto longitudinalmente», si specifica nel documento. Il secondo, per contro, è la forgia, riconducibile al 1890. Fa parte delle Officine originarie, per capirci: «Il tetto a due falde presenta un’orditura primaria con leggere capriate di metallo che permettono di liberare completamente l’ampio spazio sottostante. Longitudinalmente, lungo tutta la parte centrale del tetto, troviamo un lucernario che illumina l’ampia sala, il quale originariamente era rialzato per permettere l’areazione laterale della sala». Tutti sono tutelati a livello locale secondo la Legge cantonale sui beni culturali. «Le destinazioni ammesse sono attività amministrative, commerciali, formative e piccole attività artigianali che si inseriscono nell’ambiente abitativo quanto a immissioni», sottolinea l’Esecutivo della Turrita nel messaggio.

Il padiglione del 1906

Poco distante, infine, troviamo il padiglione del 1906, inizialmente adibito alla ricarica degli accumulatori per l’illuminazione elettrica delle carrozze. Per questo edificio si prevede un utilizzo legato all’Almenda e/o relativo alla presenza del posteggio pubblico sotterraneo con l’eventuale inserimento di piccole attività commerciali. «La ponderazione tra la scelta progettuale di un grande spazio libero centrale come elemento qualificante dello sviluppo del futuro quartiere (l’Almenda appunto; n.d.r.) e quella della conservazione di ulteriori stabili ha invece comportato la rinuncia alla salvaguardia dello stabile di manutenzione delle locomotive e di quello della revisione dei carrelli», si puntualizza nel Rapporto di pianificazione.

La zona di mantenimento

L’altra novità, strettamente correlata a quanto appena detto, riguarda l’istituzione di una cosiddetta zona di mantenimento degli edifici esistenti in corrispondenza dell’area a ridosso della scarpata ferroviaria. In pratica le FFS avranno la possibilità di continuare «ad utilizzare le edificazioni esistenti senza ampliamento dei volumi», rileva il Municipio. La superficie è contraddistinta dalla presenza di impianti tecnici che almeno fino al 2035-2040 non verranno smantellati. Qualora , dopo questo lasso di tempo, l’ex regia cambiasse idea, il discorso sarebbe rimandato ad un’altra variante pianificatoria nell’ambito della trasformazione urbana per la quale si procederà a tappe.

Come abbiamo riferito il 9 marzo, l’epocale cambiamento piace alle commissioni della Gestione e del Piano regolatore, ambiente ed energia del Legislativo. Ciò significa che il progetto strategico verrà approvato con larga maggioranza dal plenum.

Il fulcro del comparto

Tutto ruoterà attorno alla «Cattedrale». Lo storico complesso è talmente rilevante per il futuro quartiere alle Officine che il Municipio non vuole lasciare nulla al caso. Ecco dunque che - ancor prima che il Governo si esprimerà sulla variante di PR che verrà votata dal Consiglio comunale fra due settimane - l’Esecutivo presenterà un ulteriore messaggio con la richiesta di credito per la procedura concorsuale. Cosa significa? Che dovranno essere definiti nel dettaglio i contenuti e la forma interna dell’immobile da oltre un secolo adibito alla manutenzione delle locomotive.

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