Il primo passo per la rinascita di Casiroli
Oggi per Casiroli è un giorno importante. Di quelli da cerchiare con un pennarello rosso nell’agenda e da ricordare come l’inizio di qualcosa di significativo. Per il piccolo nucleo in alta valle di Muggio, raggiungibile solo a piedi, questa settimana inizia quella che può essere definita una rinascita. Molto resta da fare: anche dal lato amministrativo, il lavoro dietro le quinte da ultimare prima di poter ristrutturare e dare nuova vita agli edifici che compongono l’agglomerato è ancora notevole. Ma la giornata di oggi segna comunque una svolta in quel processo che Casa Astra e alcuni proprietari degli stabili di Casiroli stanno portando avanti da anni.
Una trentina di volontari
Oggi, domani e mercoledì a Casiroli si inizierà infatti a lavorare. All’esterno e grazie al coinvolgimento di un partner decisamente «di peso». A rimboccarsi le maniche e darsi da fare in opere di messa in sicurezza, sfalcio e pulizia dei terreni saranno i collaboratori del Campus SUPSI di Mendrisio. «Saremo circa in 30 – spiega Elisabetta Lazzaroni, promotrice dell’iniziativa –e staremo a Casiroli 3 giorni questa settimana e 2 a fine agosto per un progetto di volontariato». Il progetto è del Dipartimento ambiente, costruzioni e design della SUPSI (che ha sede nel nuovo campus di Mendrisio) e si chiama VolontariaMente. «È un’iniziativa che parte dal basso e che si inserisce nel solco del Piano d’azione 2021-2024 della SUPSI. È un progetto pilota che, tramite un bando, dà la possibilità ai collaboratori della SUPSI di proporre iniziative e progetti di diverso genere rivolti anche ai collaboratori stessi».
L’esperienza che prende avvio oggi permetterà alla SUPSI di rinsaldare il legame col Mendrisiotto: «Con il nostro dipartimento ci siamo trasferiti da poco a Mendrisio e per noi l’interazione con il territorio è fondamentale: Casa Astra è a Mendrisio e la valle di Muggio alle nostre spalle». Quella che vede come protagonisti i collaboratori della SUPSI non è che la prima tappa di un piano che potrebbe ampliarsi, coinvolgendo anche gli studenti. Perché gli ambiti in cui il dipartimento mendrisiense è specializzato «combaciano con le esigenze per una rinascita di Casiroli: ingegneria, architettura, conservazione e restauro, eccetera», conclude Lazzaroni, lasciando intendere che la collaborazione ha grande margine di crescita.
«Staccare dal mondo»
Del fatto che questo sia un passo importante per Casiroli è consapevole anche Donato Di Blasi, di Casa Astra: «In questi anni è stato fatto tanto lavoro dietro le quinte». L’obiettivo finale, ricordiamo, è recuperare il nucleo di Casiroli che è composto da svariati edifici di cui 5 vecchie case (quasi tutti in stato di abbandono) coinvolgendo gli ospiti di Casa Astra, per poi promuovere delle attività economiche, ad esempio di tipo pastorale e agricolo. Per farlo occorre coinvolgere il maggior numero di proprietari possibili (gli edifici di Casiroli appartengono a 5-6 gruppi di privati). «Abbiamo fatto progressi in tal senso – continua Di Blasi – ma ora come ora la priorità è consolidare i rapporti, soprattutto con la SUPSI». Il concetto è quindi quello di un recupero partecipativo: «Quello che vedo io è una sorta di laboratorio a cielo aperto, dove si potrà riflettere, lavorare e progettare su temi diversi. Non solo il recupero degli edifici, ma anche la valorizzazione del passato, degli spazi esterni e dei dintorni. Ci sono ad esempio terrazzamenti utilizzati un tempo per le coltivazioni e selve castanili attorno a Casiroli». Un lavoro a 360 gradi in cui si inserisce anche un laboratorio che si è tenuto nei giorni scorsi tra il Museo etnografico della Valle di Muggio di Cabbio e il nucleo di Casiroli. Un workshop di «visioning» per immaginare il recupero del piccolo nucleo e la sua rivitalizzazione. «La volontà era di sfruttare le competenze della SUPSI per capire come recuperare in modo intelligente Casiroli – riassume Francesca Cellina, ricercatrice della SUPSI che ha supervisionato il workshop –. I suggerimenti principali emersi sono due: il primo è trasformare Casiroli in un luogo per brevi ritiri, spirituali, di meditazione, per convalescenze o attività simili, sfruttando la possibilità di staccare dal mondo; il secondo è recuperare gli stabili senza che tornino necessariamente ad essere abitabili, mantenendone volumi e forma, così che Casiroli possa conservare il suo legame con la storia, ma diventando una sorta di location suggestiva per brevi eventi, come concerti».

