Il recupero del mulino di Medeglia procede spedito

L’iter burocratico teso a valorizzare e rendere fruibili i resti dell’antico mulino di Medeglia e l’area circostante sta procedendo in maniera spedita. Tenuto conto che l’omonima Associazione è stata fondata solo due anni e mezzo fa, essa ha già portato a casa la necessaria variante di Piano regolatore e proprio nei giorni scorsi ha depositato la pure necessaria domanda di costruzione per effettuare i lavori: «Riscoperta e valorizzazione delle attività passate e delle costruzioni presenti in zona Al mulino di Medeglia», si intitola. La sfida più impegnativa che attende l’Associazione, a questo punto, è piuttosto un’altra: raccogliere i fondi necessari per riuscire a effettuare i lavori. Il presidente Aurelio Scerpella si dice però fiducioso, anche perché a oggi dei settecentomila franchi necessari ne sono già stati raccolti oltre quattrocentomila.
Che ne sarà
Cosa l’Associazione intenda realizzare è noto e ribadito nella domanda di costruzione. Nell’area «sono presenti importanti tracce di tecnologie che dal Basso Medioevo fino al Novecento hanno permesso l’insediamento, la vita e lo sviluppo della comunità» (il Mulino ad esempio è stato smontato per farci una centralina elettrica esattamente cent’anni fa). «Perle costruttive» oggi tutelate a livello locale. L’intenzione non è però quella di ricostruirle, se non virtualmente. Verranno cioè posati dei codici QR che permetteranno di fare un salto nel passato tramite i propri smartphone. Qualche intervento «fisico» è comunque previsto: pulizia e risanamento della roggia, consolidamento dei resti dei due mulini e della gualchiera, recupero e riutilizzo della centrale elettrica per ospitare una sorta di piccolo museo, ricostruzione di una passerella sul fiume Vedeggio, allestimento di una piccola area didattica e ricreativa e creazione di un percorso a «8» che colleghi Medeglia a Isone.
Caccia ai fondi
«Ritenuto che queste procedure richiedono sempre un certo tempo, abbiamo comunque inoltrato la domanda di costruzione pur non avendo ancora tutti i fondi necessari a realizzarlo», dice Scerpella. Non è peraltro un procedere insolito, anzi, e vi sono trattative aperte con diverse Fondazioni. Fra chi ha già deciso di sussidiare vi sono l’Ufficio cantonale natura e paesaggio, la Sezione forestale, l’Ente regionale di sviluppo del Luganese, il Comune di Monteceneri, le AIL SA Lugano. Ma ancora non basta: «Trovare i fondi è forse un po’ più difficile di quanto pensavamo - conclude Scerpella - ma con un po’ di pazienza ce la faremo, sicuri che il progetto avrà un ritorno positivo per la Val d’Isone».