Morbio inferiore

Il ricorso è acqua passata: il riale potrà riemergere

Il Comune vuole riqualificare il Müfeta, anche per prevenire il rischio di esondazioni – Il progetto da 2,5 milioni è rimasto congelato in seguito a un ricorso, ma la situazione si è infine sbloccata dopo una sentenza del Tribunale cantonale amministrativo
© CdT/Gabriele Putzu
Nico Nonella
04.07.2025 06:00

Nel corso degli ultimi anni è stato un po’ il leit motiv per praticamente tutti i corsi d’acqua del Mendrisiotto: «rinaturarli», riportarli cioè alla luce del sole, liberandoli per così dire da anonimi canali in cemento. Morbio Inferiore non ha fatto eccezione: nel 2020 era stato approvato un credito di 2,5 milioni per la riqualificazione del riale Müfeta in tre settori (dallo sbocco del riale sotto via dei Fiori all’intersezione con via Campo Sportivo; dall’intersezione al passaggio sotto via Comacini; dal passaggio sotto via Comacini all’inizio della Val di Spinée). L’obiettivo? Metterlo in sicurezza e creare nel contempo una sorta di «parco urbano» con tanto di un camminamento, accessi regolari all’acqua e aree di ristoro con panchine. L’intervento è giustificato dalle numerose esondazioni negli ultimi decenni lungo il tratto in oggetto. Ebbene, il progetto è rimasto per così dire nel “congelatore” in questi ultimi anni a causa di un contenzioso tra i proprietari di un vasto terreno di 11.500 metri quadrati, quello compreso tra i due campi da calcio, delimitato su un lato dallo stesso riale. Contenzioso che – almeno per quanto riguarda il Müfeta – si è risolto negli scorsi mesi al Tribunale amministrativo cantonale (TRAM).

Asimmetria contestata

La vicenda, quella giuridica, parte però da più lontano: già nell’estate del 2016 il TRAM si era pronunciato annullando un vincolo di non edificabilità sul terreno in questione. Passano gli anni, ed ecco che si ritorna a parlare del sedime: nel 2019 il Municipio elabora il citato progetto di riqualificazione del riale Müfeta (quello di massima risale al 2017, ndr): parliamo di un investimento di circa 2,5 milioni di franchi che prevede nel tratto costeggiante i fondi in parola di allargarne l’alveo e di spostare verso est di circa 3,7 metri il tracciato di via Pumera. L’Esecutivo elabora dunque una variante di Piano regolatore che prevede, per il tratto del riale che costeggia il suddetto terreno, uno spazio riservato alle acque della larghezza di complessivi 12 metri, che grava per la larghezza di circa 2,5 metri la sponda destra del riale e per circa 6 metri quella sinistra, all’interno del quale trova spazio anche il nuovo tracciato di via Pumera. Sul lato orientale lo spazio riservato alle acque di un altro cordo d’acqua, il Lischee, è di 11 metri di larghezza: nel tratto del riale più a nord del settore e nel punto più a sud il corridoio è asimmetrico e grava esclusivamente sul terreno in oggetto.

I proprietari del terreno avevano quindi ricorso al Consiglio di Stato, contestando in particolare proprio questa «asimmetricità» dello spazio riservato alle acque dei due riali e che il progetto di riqualifica del Müfeta non possa essere preso in considerazione per determinare questo spazio. Il 13 luglio il Governo aveva approvato la variante di Piano regolatore e respinto il ricorso e dossier era finito al TRAM, il quale si è pronunciato lo scorso 28 febbraio (la sentenza è stata pubblicata in questi giorni).

Le motivazioni

In sostanza, la Corte composta dai giudici Giovan Maria Tattarletti, Matea Pessina e Fulvio Campello ha dato ragione ai ricorrenti per quanto concerne lo spazio riservato alle acque del riale Lischee e respinto invece le censure per quanto riguarda il riale Müfeta: «In merito alla proporzionalità del vincolo – ha scritto il TRAM – va anzitutto considerato che esso si rivela idoneo e necessario al raggiungimento degli obiettivi perseguiti dalla legislazione federale in materia di protezione delle acque, in particolare quello volto a garantire la protezione contro le piene, tramite l'offerta di sufficiente spazio per il trasporto di acqua e di materiale detritico. Inoltre, esso non sacrifica in modo sproporzionato gli interessi dei ricorrenti». Ciò, significa, in breve, che il Comune dovrà trovare una soluzione alternativa per il primo, mentre il progetto di riqualifica del riale Müfeta può dunque procedere dopo esser rimasto nel “limbo” per cinque anni. Come confermatoci dalla sindaca Claudia Canova, la sentenza del TRAM è nel frattempo cresciuta in giudicato e il progetto comunale può dunque partire. Il prossimo passo è la pubblicazione di una domanda di costruzione.

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