Il caso

«Il Sociale è un'alternativa al LAC»

Bellinzona, il mandato per l'ente autonomo Teatro diventa biennale (e presto quadriennale) - Affluenza in aumento questa stagione e visibilità accresciuta a livello nazionale
C'è di che sorridere, secondo il Municipio. © CdT/Gabriele Putzu
Alan Del Don
09.07.2023 11:07

Spettatori in aumento. Conti in ordine. Legame con il territorio ancora più solido. E visibilità nazionale accresciuta. È una pagella da fare invidia quella che il Municipio di Bellinzona dà al teatro Sociale. Tanto che il mandato di prestazione fra la Città e l’ente autonomo, finora valido per dodici mesi, si trasformerà in biennale (nella fattispecie fino al 2025, considerando che quello attuale scadrà a fine agosto). Non è tutto: in prospettiva avrà una durata di quattro anni. È quanto emerge dal messaggio appena trasmesso al Legislativo con la richiesta di un contributo, per anno, di 578.000 franchi (+43.600 rispetto ad oggi).

Strategia giusta

Secondo il Municipio «la strategia di risanamento messa in atto nel 2019 in questi anni ha dimostrato la sua validità (infatti tutti gli ultimi esercizi, pur resi particolarmente complessi dall'emergenza sanitaria, si sono chiusi con un leggero utile)». Parallelamente si sta procedendo alla revisione integrale dello statuto, con l’introduzione della commissione artistica chiamata ad affiancare la direzione del teatro Sociale, come deciso dal Consiglio comunale a fine 2022.

«Se dunque in Ticino il LAC (di Lugano; n.d.r.) ha assunto una posizione di preminenza, il teatro Sociale ha saputo affermare una sua specificità, posizionandosi come il polo alternativo al LAC, necessario e non subalterno ad esso. Questo anche perché il Sociale prima e il LAC in seguito sono i due soli teatri istituzionali in Ticino che hanno avviato delle attività di produzione e coproduzione, dando prova di una progettualità che si irradia anche sul piano nazionale: di rilievo e non scontato l’inserimento di due produzioni del Sociale, gli spettacoli ‘Tell’ nel 2020 e ‘Olocene’ nel 2022, nella lista dei 20 spettacoli più interessanti prodotti in Svizzera nella rispettiva annata», sottolinea l’Esecutivo della capitale.

La coreografa premiata

La credibilità acquisita negli anni a livello nazionale sta insomma dando i primi risultati su più fronti. Come, ad esempio, quello artistico, con la coreografa e danzatrice ginevrina Marie-Caroline Hominal (insignita del Premio svizzero di danza nel 2019) che ha scelto di associarsi al Sociale fino al 2025 per «creare progetti e proporre spettacoli in loco nell’ambito di un accordo ampiamente finanziato dal Canton Ginevra e dalla Città di Ginevra e che coinvolge anche il Centro culturale svizzero di Parigi (Pro Helvetia)». Il legame con il territorio verrà ulteriormente rinsaldato quando la Città potrà disporre della nuova sala prevista nell’ex oratorio di Giubiasco. Ospiterà spettacoli indipendenti e delle compagnie, offrendo loro lo spazio necessario per preparare gli spettacoli.

I dati sotto la lente

«Particolarmente rallegranti», puntualizza infine l’Esecutivo, sono i dati relativi al pubblico nella stagione in corso: sino alla fine di aprile l’affluenza media agli spettacoli era stata di circa 200 spettatori, con una sensibile progressione registrata in particolare da gennaio: «È la riprova che il dato medio complessivo della stagione 2021-2022 (143 spettatori) era ancora pesantemente condizionato dai timori del pubblico e soprattutto dalle misure di contenimento della pandemia, che hanno impedito per quasi tutta la stagione ad un terzo del pubblico di frequentare i luoghi di spettacolo. Ora si può dire che, passata l’emergenza sanitaria, il teatro Sociale sta ritrovando progressivamente il suo pubblico: la media della stagione 2022-2023 corrisponde a grandi linee alla media pluriennale dell’epoca prepandemica».

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