Il solare in Ticino marcia dritto verso l'obiettivo 2050

Non accenna ad arrestarsi, nemmeno per un momento, la crescita esponenziale del settore fotovoltaico. Nel corso del 2022, in Ticino sono stati allacciati ben 1.750 impianti, quasi cinque al giorno. Una cifra mai vista dalle nostre parti, che ha fatto segnare un +25% su base annua. E ora, in totale, nel nostro cantone ci avviciniamo a grandi passi alla soglia psicologica dei 10 mila impianti installati. «Il fotovoltaico sta evolvendo in modo impressionante», conferma, da noi contattato, il direttore della Divisione dell’ambiente, Giovanni Bernasconi. «Negli ultimi 10 anni, da quando con il Piano energetico cantonale (PEC-2013) è stato istituito il Fondo energie rinnovabili, si è avuta una progressione quasi esponenziale».
Già, i numeri recentemente pubblicati nel rapporto annuale svolto dal Dipartimento del territorio in collaborazione con la SUPSI, non mentono. Gli impianti allacciati (al 31.12.2022) sono in totale circa 8.800, pari a 153 Megawatt (MW) di potenza installata e una stima di produzione annuale di circa 168 GWh. Ossia, una potenza che corrisponde a poco più del 5% della copertura del consumo di elettricità in Ticino del 2021.
Di questo passo, spiega il direttore della Divisione dell’ambiente, «abbiamo già superato l’obiettivo fissato dal PEC-2013 per il 2035 e ci avviciniamo velocemente a quello del 2050», ovvero di 280 GWh di produzione.
Ma non è finita qui. Perché se le cifre fornite finora sono quelle relative agli impianti effettivamente installati, quelle riguardanti le richieste di incentivi giunte al Cantone nel corso di quest’anno lasciano presagire una crescita ancora più importante.
Prima o poi si rallenta
«Se si guardano le richieste di incentivo – racconta Bernasconi –, nel 2021 sono state circa 2.000, nel 2022 più di 4.000 e al 30 giugno di quest’anno siamo già a 7.600 richieste, pari a 95 MW». Detto in soldoni: le richieste della prima metà del 2023 sono quasi pari al numero totale installato in Ticino a fine 2022. Ecco perché, aggiunge il direttore, «in proiezione potremmo ipotizzare che il numero di impianti allacciati alla rete alla fine di quest’anno potrebbe superare la soglia di 11.000, per una potenza installata di circa 200 MW». Insomma, le domande continuano a crescere e, se questa tendenza pressoché esponenziale dovesse proseguire almeno ancora per qualche anno, anche l’obiettivo del nuovo Piano energetico e climatico cantonale (PECC) per il 2050 di 1500 MW installati è a portata di mano. Già: facendo due calcoli, per raggiungere quell’obiettivo occorrerà installare, per i prossimi 27 anni, una media di 48 MW all’anno. E nel 2022 abbiamo già raggiunto quota 29 MW. Considerando l’evoluzione esponenziale di questi ultimi anni, dunque, centrare il bersaglio non sarà impossibile. Anzi. Tuttavia, avverte Bernasconi, «una crescita esponenziale di questo tipo non è sostenibile: prima o poi l’offerta non riuscirà più a soddisfare la domanda e i tempi di fornitura si allungheranno». E, precisa il direttore, «segnali in questo senso ci sono già». Basti pensare alla differenza tra impianti installati (circa 1.750) e le richieste di incentivi (circa 4.000). Come dire: «C’è uno sfasamento tra domanda e offerta». E quindi l’importante curva di crescita pian piano si appiattirà.
Non solo piccoli
Che cosa fare, dunque, per continuare a crescere? Una risposta potrebbe risiedere nel puntare maggiormente sui progetti fotovoltaici su superfici più grandi. In Ticino, infatti, il numero di impianti installati annualmente è, per rapporto al numero di abitanti, addirittura superiore alla media nazionale: 25 ogni mille abitanti in Ticino, 21 in Svizzera. Tuttavia, a Nord delle Alpi in generale si installano impianti di maggiori dimensioni: 17 kW per impianto in Ticino, 25 in Svizzera. Motivo per cui, spiega Bernasconi, il margine per fare meglio su questo fronte non manca. «Se riuscissimo a sfruttare tutti i tetti con una superficie maggiore ai 300 metri quadri, che in Ticino sono circa 14 mila, potremmo arrivare a circa 1000 MWh», spiega Bernasconi. Insomma, «il potenziale c’è, ed è lì che dobbiamo concentrare gli sforzi».
Gli altri settori
Al netto di tutto ciò, va poi ricordato che il fotovoltaico non è l’unico pilastro su cui si fonda la strategia della Confederazione e del Cantone per raggiungere l’obiettivo della neutralità climatica entro il 2050.
In questo senso proprio all’inizio della scorsa settimana il Consiglio di Stato ha pubblicato un messaggio per chiedere 28 milioni di franchi destinati alla promozione delle reti di teleriscaldamento.
Ma non solo. Come spiega Bernasconi, anche il credito da 50 milioni (per il periodo 2021-2025, approvato dal Parlamento a inizio 2021) destinato in particolare agli incentivi per l’efficacia ed efficienza energetica degli edifici si esaurirà prima del tempo. E quindi, il Dipartimento del territorio nel corso di quest’anno preparerà un’ulteriore richiesta di credito, «perché l’obiettivo della decarbonizzazione – chiosa Bernasconi – passa anche dall’efficienza e la sostituzione degli impianti di riscaldamento».
Il settore cresce e crea due nuovi apprendistati
La cosiddetta «economia verde» è in grande espansione. E, come visto, spesso il settore fatica a stare al passo con la crescente domanda. Senza dimenticare la questione dei «colli di bottiglia», con vari ritardi sui rifornimenti. Come ci spiega il responsabile regionale Swissolar per la Svizzera italiana, Claudio Caccia, la situazione «è però migliorata nell’ultimo periodo». Oggi come oggi, «i tempi di attesa sono di circa tre o quattro mesi». Un tempo accettabile, viene da dire, se si considera che in altri settori i ritardi sono ben più importanti.
In questo contesto, aggiunge Caccia, va poi considerato «che il settore conosce ogni anno un nuovo record». Insomma, anche se un po’ rincorrendo, il settore cresce con grande continuità. Non a caso, proprio venerdì scorso Swissolar ha diramato un comunicato, rimarcando che la crescita dei nuovi impianti fotovoltaici in Svizzera è stata del +58% rispetto all’anno precedente. Un settore che, viene rimarcato da Swissolar, «ha generato un fatturato di circa 2,4 miliardi di franchi per la progettazione e l’installazione degli impianti» e dove «l’aumento della domanda ha creato circa 3.500 posti di lavoro». E, oltre a ciò, proprio per soddisfare la crescente domanda e il fabbisogno di personale specializzato, dal 2024 nel panorama della formazione professionale saranno presenti due nuovi apprendistati dedicati al fotovoltaico: gli installatori di impianti solari (AFC) e i montatori di impianti solari (CFP), i cui corsi inizieranno in Svizzera nel mese di agosto del prossimo anno. I contratti di apprendistato potranno però essere firmati già a partire dal 1. ottobre 2023.
Anche in Ticino, dunque, dal 2024 partiranno due nuovi apprendistati. E, come ci spiega Caccia, «ci sono già tre aziende che si sono dette interessate» ad assumere giovani in formazione. In questo periodo, visto che i contratti potranno essere firmati dal 1. ottobre, partirà anche la campagna di promozione «sia verso le ditte, sia verso i giovani». Maggiori informazioni al sito web www.formazione-solare.ch