Lo studio

Imposta di circolazione, «molti pagheranno di più»

Le associazioni di categoria UPSA, ACS e TCS sollevano alcuni interrogativi sul modello di calcolo - Marco Doninelli: «Si rischia di ottenere un effetto boomerang che potrebbe penalizzare il ceto medio»
Martina Salvini
10.09.2022 06:00

«Un boomerang». Secondo il mondo dell’automobile, entrambe le proposte sull’imposta di circolazione potrebbero rivelarsi controproducenti. Addirittura, il ceto medio non solo non verrebbe sgravato, ma potrebbe trovarsi a pagare di più. Questo, perlomeno, è quanto indicano le proiezioni fatte dall’Unione professionale svizzera dell’automobile (UPSA), in collaborazione con l’Automobile club svizzero (ACS) e il Touring club svizzero (TCS).

Le simulazioni

A sollevare la questione è stato il direttore di UPSA Ticino, Marco Doninelli, che in vista della votazione ha preparato alcune simulazioni, prendendo in considerazione i veicoli immatricolati tra il gennaio 2021 e l’agosto 2022 (un totale di 24.862 auto). Dati che, chiarisce Doninelli, «possono essere riportati abbastanza fedelmente sul parco auto dal 2018 al 2020. E, soprattutto, riflettono la situazione che avremo nei prossimi anni in Ticino». A questo punto, occorre fare una premessa tecnica, eppure centrale. Entrambe le varianti - testo conforme dell’iniziativa e controprogetto - utilizzano quale parametro fondamentale le emissioni di CO₂. «Per ottenere questo valore, al momento dell’omologazione dell’auto viene fatto un ciclo di prova. Fino al 2017 era in vigore la procedura di misurazione NEDC, sostituita a partire dal 2018 dalla procedura di prova WLTP. I due cicli, e di riflesso i valori prodotti, non sono comparabili tra loro», afferma Doninelli.

NEDC o WLTP?

Quello che però potrebbe apparire come un tecnicismo, in realtà ha conseguenze importanti sui metodi di calcolo, visto che al centro c’è proprio il dato sulle emissioni. «Se la vettura è stata omologata prima del 2018 dispone solo del valore NEDC, e quindi non ci sono problemi: il valore da considerare è quello. Stesso discorso per le auto nuove, che hanno già il valore WLPT». Il problema, secondo le associazioni di categoria, si pone invece per le auto che riportano entrambi i valori, NEDC e WLTP. «Sulle quasi 25 mila vetture che abbiamo considerato per la proiezione, 11.366 riportano il doppio valore. Parliamo di auto omologate tra il 2018 e il 2022», dice il direttore di UPSA. E qui sta il nocciolo della questione. Che valore dobbiamo considerare per poi calcolare l’imposta di circolazione? Dovremmo prendere il vecchio valore (NEDC), oppure quello nuovo (WLTP)? Doninelli non ha dubbi: «Il calcolo dell’imposta, a rigor di logica, deve basarsi sul secondo valore, quello attuale previsto dalla legge».

Chi pagherà di più?

Tutto bene, quindi? Non proprio. «Le proiezioni degli iniziativisti e dei promotori del controprogetto sono il risultato di calcoli che si basano sul parametro NEDC. Questo compromette i dati finali». Le proiezioni dell’UPSA, invece, restituiscono una panoramica differente.

Tra le vetture immatricolate a partire dal 2018, dice Doninelli, «con l’iniziativa del Centro (PPD) il 44% degli automobilisti finirebbe per pagare di più, mentre con il controprogetto di PS e Verdi il rincaro riguarderebbe addirittura il 62% dei ticinesi». Di più, l’aumento andrebbe a toccare soprattutto il ceto medio. «Con entrambe le proposte, si otterrebbe sì un incasso totale inferiore a quello attuale. Ma se andiamo a guardare le diverse categorie di veicoli - e di conseguenza le fasce della popolazione che le guidano - si osserva un vero e proprio effetto boomerang». Osservando il grafico di UPSA (riportato in alto), si nota che per le vetture con emissioni tra 95 g/Km e i 160 g/Km - categoria in cui si trovano le utilitarie, in genere acquistate dalla classe media - si avrebbe un incremento dell’imposta attuale di circa il 20%. Sia con l’iniziativa del Centro (PPD), sia con il controprogetto. Al contrario, i veicoli grandi e sportivi, con emissioni di CO₂ più alte, otterrebbero una diminuzione importante, fino al 30%. Dai calcoli dell’associazione di categoria, inoltre, emerge che le auto più potenti pagherebbero meno, mentre quelle meno potenti di più. «Mi chiedo se questa sia una misura socialmente sostenibile», chiosa Doninelli.

La prima proposta

L’UPSA mostra anche un raffronto tra le due proposte in votazione. Stando ai modelli di calcolo dell’iniziativa del Centro che, lo ricordiamo, prevede una tassa base di 120 franchi sommata a una componente calcolata sulle emissioni di CO₂, «le auto elettriche pagherebbero il 30% in meno rispetto all’imposta attuale. Per le ibride, lo ‘‘sconto’’ arriverebbe addirittura a sfiorare il 40%. Al contrario, le utilitarie - salvo alcune eccezioni - subirebbero un rincaro del 20%». Ad esempio, chi possiede un’auto piccola, come la Toyota Aygo 1.0, attualmente paga 131 franchi. Se passasse l’iniziativa del Centro, si troverebbe a sborsare 201 franchi (+70 franchi). Chi invece ha una Tesla Model 3 LongRange pagherebbe 265 franchi in meno (dai 385 attuali ai 120 futuri).

La seconda proposta

Prendendo invece in considerazione i parametri di calcolo del controprogetto di PS e Verdi (il testo prevede una tassa base - che considera anche peso e potenza del veicolo - a cui sommare le emissioni di CO₂), dallo studio dell’UPSA si evince che l’imposta di circolazione per le auto elettriche aumenterebbe del 15%, mentre per le ibride diminuirebbe del 15%. «È un paradosso», dice Doninelli. «Le ibride pagherebbero meno perché pesano meno delle elettriche, le quali, però, non hanno emissioni di CO₂. Insomma, qui verrebbe parzialmente a cadere il principio di chi inquina paga». Anche in questo caso, sottolinea il nostro interlocutore, si rischia un rincaro per le auto piccole. «L’aumento riguarderebbe anche le vetture di lusso, più potenti. Queste ultime, però, in rapporto alle auto più piccole ed economiche, pagheranno di più». Prendendo di nuovo la tabella qui sopra, con il modello di calcolo del controprogetto la Toyota Aygo 1.0 benzina pagherebbe 35 franchi in più di adesso (166 franchi), la Renault Zoe elettrica 37 franchi in più (159 franchi), mentre la ibrida BMW X5 xDrive45e 25 franchi in meno (294 franchi). «Un eventuale, ma non previsto e non legale, fattore di correzione - conclude Doninelli - rischierebbe di rincarare le imposte di circolazione per i veicoli più datati, dovendo adattare al rialzo i vecchi valori NEDC a quelli attuali WLTP».

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