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In Ticino l'adesivo «Vaffa» non è stato multato: ecco perché

Il caso dell'automobilista con targhe ticinesi continua a far discutere: ecco le spiegazioni della Polizia cantonale
Red. Online
04.07.2025 09:16

Paese che vai, leggi – ma soprattutto usanze – che trovi. Ha fatto discutere nei giorni scorsi la notizia di un intervento dei Carabinieri a Varese che ha coinvolto un automobilista del Mendrisiotto, a causa di un discutibile adesivo esposto sul retro della sua auto.

La notizia è diventata virale, ma la riepiloghiamo per chi se la fosse persa. Nei giorni scorsi un SUV con targhe ticinesi viene fermato al centro commerciale Belforte di Varese, a seguito della segnalazione di un cittadino. 

L'intervento tempestivo dei militari italiani è scattato perché – a detta del cittadino e come poi è stato appurato dai Carabinieri – sul retro del veicolo era esposto uno sticker offensivo della bandiera tricolore. Proprio di fianco alla targa - come mostra la foto pubblicata dal portale VareseNews - l'adesivo riportava la bandiera italiana con la scritta «Vaffa...».

Gli uomini del nucleo operativo radiomobile dell’Arma in forza alla Compagnia di Varese, hanno identificato l’automobilista che, in sua difesa, ha cercato di minimizzare il significato dello sticker. 

È probabile che non vi siano state conseguenze legali, ha sottolineato il portale varesino, anche se la legge italiana prevede per il reato di «vilipendio o danneggiamento alla bandiera o ad altro emblema dello Stato» una multa da mille a 5mila euro. Resta però una domanda irrisolta: come mai, se l'adesivo è da ritenersi oltraggiante tanto da richiedere un intervento delle forze dell'ordine in Italia, ha potuto circolare finora «impunito» in Ticino? 

Abbiamo cercato delucidazioni. In effetti, anche in Svizzera la legge non ci va leggera con chi si macchia di vilipendio alle bandiere nazionali - quella rossocrociata o anche di paesi esteri. Il reato è punito dall'articolo 270 del Codice penale.

L'adesivo è dunque passato inosservato in Ticino? La risposta è, proabilmente, nì. Laddove la bandiera offesa o danneggiata sia stata esposta da un privato - ad esempio nella sua abitazione, oppure sulla propria auto come in questo caso - le conseguenze possono essere diverse, in base alla valutazione dell'agente che interviene e dell'ufficio giuridico della Polizia. 

Il codice penale, sottolinea la Polizia cantonale contattata, precisa che «chiunque per malevolenza rimuove, danneggia o con atti oltraggia un emblema di sovranità svizzero esposto da una autorità, in modo particolare lo stemma o la bandiera della Confederazione o di un cantone, è punito con una pena detentiva sino a tre anni o con una pena pecuniaria».

Tuttavia, scrive la Polizia, «l'oltraggio della bandiera o dello stemma non esposto da un'autorità non rientra nel campo d'applicazione di tale disposizione. Questo vale anche per emblemi stranieri».  Ogni singolo caso, di nuovo, andrà valutato di volta in volta. Tradotto: tutto dipende dalla sensibilità, di eventuali cittadini denuncianti e degli agenti. Se in passato dunque il "Vaffa" è stato avvistato in Ticino - non è da escludere - è possibile che non abbia suscitato la stessa reazione.