La memoria

In Ticino tre nuove pietre d'inciampo: i partigiani respinti in Onsernone

La posa ai Bagni di Craveggia, dove cercarono rifugio e vennero uccisi dal fuoco dei fascisti
©DJAMILA AGUSTONI
Red. Online
16.07.2025 17:30

La memoria delle tragedie della Seconda Guerra mondiale in Ticino corre a storie di respingimenti, di un confine spesso chiuso a chi fuggiva, in quel momento, agli orrori del nazi-fascismo. 

È la storia della famiglia della senatrice italiana Liliana Segre ma anche della meno nota famiglia Gruenberger, respinta a Brissago il 19 dicembre 1943 e decimata nei campi di sterminio: quattro pietre d'inciampo sono state posate il 14 giugno del 2024 all'imbarcadero da cui la famiglia venne rispedita in Italia.  

Ed è la storia anche di tre partigiani italiani, Federico Marescotti, Renzo Coen e Adriano Bianchi, che nell'ottobre del 1944 cercarono rifugio oltre il confine ai Bagni di Craveggia, ma furono inizialmente respinti dalle autorità di frontiera svizzere. Un indugio che riguardò, in realtà, circa 250 partigiani che in pochi giorni fuggirono dalla Repubblica dell'Ossola verso la valle Onsernone, inseguiti dai miliziani fascisti.   

L'impasse si sbloccò quando i fascisti, armati di mitragliatrici, aprirono il fuoco contro i fuggitivi. Solo allora gli ufficiali svizzeri aprirono la frontiera ed evitarono il bagno di sangue. Tuttavia due persone furono uccise - Marescotti sul posto, Coen due giorni dopo all'ospedale di Locarno - e decine ferite tra cui Adriano Bianchi, che sopravvisse e scrisse in seguito un libro sull'episodio ("Il ponte di Falmenta", edizioni Tararà). 

A ricordare le vittime, con la posa delle pietre d'inciampo, saranno presenti il 12 agosto ai Bagni di Craveggia la ex consigliera federale Ruth Dreyfuss, la Consigliera di Stato Marina Carobbio, lo storico Jakob Tanner e il sindaco di Onsernone Andri Kunz.