«Introdurre il 30 all'ora tra Giubiasco e la capitale»

L’allestimento del Programma di agglomerato di quinta generazione del Bellinzonese è iniziato. Come riferivamo sull’edizione del CdT dell’11 aprile scorso, questa volta i lavori della Commissione regionale dei trasporti del Bellinzonese (CRTB) che svolgerà insieme ai servizi cantonali del Dipartimento del territorio e agli operatori tecnici incaricati, coinvolgono sin dalle prime fasi anche una dozzina di enti e associazioni sovracomunali che trattano i temi degli insediamenti, del paesaggio e della mobilità. Questo faciliterà sensibilmente il compito di queste organizzazioni nel seguire più attentamente l’allestimento del Programma senza dover aspettarne la fine, quando il documento sarà messo in consultazione per il canonico mese di tempo stabilito dalla legge. «Siamo molto contenti che questa nostra richiesta sia stata accolta da quasi tutte le Commissioni regionali dei trasporti in Ticino», ha affermato il presidente dell’Associazione traffico e ambiente (ATA) Bruno Storni precisando che solo a Lugano la risposta al loro invito è stata negativa.
Lo studio dell’ATA
Uno dei capisaldi del documento, la cui preparazione è iniziata nell’aprile scorso, è la promozione della mobilità dolce e pubblica e il suo migliore coordinamento con quella privata. In questo senso l’ATA aveva già messo le mani avanti, pubblicando un suo studio nel settembre scorso in particolare sul potenziamento delle strade ciclabili (vedi CdT del 17 settembre). «Siamo soddisfatti che anche la CRTB abbia accettato la nostra proposta di coinvolgerci sin dalle prime fasi. Questo è importante perché ci permette di partecipare e contribuire con le nostre proposte al progetto dall’inizio evitando di dovere prendere atto del nuovo Programma d’agglomerato a lavori terminati, quando viene messo in consultazione per un solo mese un rapporto che è stato sviluppato su più anni. Si evitano critiche e opposizioni una volta terminati i lavori», osserva Storni.
«Evitare di soffocare la città»
Una prima riunione con tutte le parti coinvolte si è tenuta a metà aprile. «È stato un incontro in cui abbiamo potuto prendere contatto con i membri della CRTB, ma abbiamo anche potuto esprimere alcuni nostri desideri e osservazioni attraverso un questionario che ci è stato sottoposto», ha spiegato il membro di comitato dell’ATA Antonio Mottini che ha assistito agli incontri. Due i punti principali evidenziati dall’associazione, che riguardano la moderazione del traffico sulle vie principali e la mobilità ciclabile: «Come abbiamo evidenziato nel nostro studio pubblicato a settembre, mancano i percorsi di attraversamento sulla strada cantonale, come ad esempio in via San Gottardo, che è pericolosa da attraversare. Abbiamo dunque chiesto di potenziare alcuni punti e di mettere una passerella accanto al Dragonato dove già esiste un piccolo percorso pedonale. In vista dell’apertura del semi svincolo inoltre abbiamo proposto di introdurre il limite dei 30 chilometri orari da Giubiasco fino in centro proprio per evitare che Bellinzona sia soffocata dal traffico. Se non interveniamo il rischio è che con il semi svincolo si continui comunque ad entrare anche da Giubiasco perché l’uscita dal semi svincolo su via Tatti potrebbe essere intasata. In questo senso abbiamo anche proposto due zone di incontro, una proprio in piazza a Giubiasco e l’altra in piazza Simen a Bellinzona». Il prossimo incontro è previsto in autunno, poi un’altro la prossima primavera «in cui la Commissione ci presenterà lo stato dei lavori».
«Da noi solo le briciole»
Il documento finale dovrà essere consegnato alla Confederazione entro il 2025. L’orizzonte di realizzazione, dopo l’approvazione del Parlamento federale, è quello del 2030. L’auspicio di Storni, che oltre ad essere il presidente dell’ATA è anche Consigliere nazionale e membro della Commissione dei trasporti a Berna, è quello di osare di più nei progetti. «In Ticino bisogna avere più coraggio, anche se questo significa maggiori investimenti. Non ci si può limitare a dare una pennellata alle strade. Attualmente sul tavolo c’è più di un miliardo e mezzo della Confederazione per 32 Programmi di agglomerato, soldi che resteranno praticamente tutti oltre Gottardo visto che in Ticino arriveranno solo 12 milioni. Questa è una debolezza cantonale», ha concluso Storni.