Lugano 2050

La città del futuro va ripensata? No, ma la strada è in salita

Il Piano direttore comunale ha tra i suoi pilastri proprio le zone 30 – È in discussione? «No, non è una legge ma uno strumento di indirizzo», dice Filippo Lombardi
© CdT/Gabriele Putzu
Nico Nonella
28.09.2025 19:07

Lugano ha detto no all'estensione delle zone 30 in città. E adesso, che cosa ne sarà del Piano direttore comunale (PDCom)? La domanda sorge spontanea visto che il documento strategico che tratteggia la Lugano del 2050 (presentato lo scorso ottobre dopo aver accumulato parecchi ritardi, diviso lo stesso Municipio e spazientito non poco la politica comunale) ha tra i suoi pilastri proprio la mobilità sostenibile e le zone 30. Applicare questo limite, si legge tra le 245 pagine del documento, «in gran parte della piana del Cassarate – ed estenderlo a tutta la rete viaria, se i flussi di traffico lo permetteranno, in un orizzonte temporale più lungo – garantirà agli utenti della mobilità lenta la possibilità di muoversi in sicurezza». Di fronte a un voto così netto, questa visione è ancora attuale? «Il PDCom non è una legge, è uno strumento di indirizzo e di lavoro e come tale è flessibile. Contiene una serie di buone idee che andranno realizzate a seconda della volontà della politica e dei cittadini», risponde il risponde il capodicastero Sviluppo territoriale di Lugano, Filippo Lombardi. Certo, «di volta in volta ci saranno aspetti che incontreranno il favore popolare e altri che non lo otterranno». Detto che politicamente non dovrebbero esserci particolari problemi con i Piani regolatori delle nove «costellazioni» (frutto dell’accorpamento degli attuali 23 PR), «ci saranno misure puntuali, penso per esempio allo sviluppo centripeto o al nuovo piano energetico, che saranno accompagnate da accese discussioni».

«Il compito del Municipio è cercare di indicare la via e rispettare la volontà dei cittadini», prosegue Lombardi. Quanto al voto, «il modello di città che sembra far scuola Oltregottardo non pare tanto attecchire al sud – osserva –. Pur essendo tra le dieci grandi città svizzere, Lugano non è allineata alle sorelle. Il risultato è netto e il Municipio prende atto del fatto che in tema di mobilità, fino adesso a Lugano non è stato possibile cambiare granché. Vediamo se altre misure che verranno proposte nei prossimi anni avranno più fortuna. Si ha l’impressione che i luganesi mugugnano per il traffico mentre in realtà non desiderano cambiamenti radicali».

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