«La crepa nel San Gottardo? Potrebbe essere un sintomo di vecchiaia»

La situazione, al San Gottardo, al momento è sempre la stessa: il tunnel è chiuso, complice una crepa di venticinque metri formatasi nella soletta intermedia, e il traffico per forza di cose è stato deviato sul passo o, in alternativa, sulla A13 del San Bernardino. Con conseguenze, per ora, limitate secondo quanto ha spiegato il portavoce del Touring Club Svizzero Massimo Gonnella. Ma, evidentemente, quanto è successo preoccupa. Quantomeno, da un punto di vista ingegneristico.

Ivo Vasella, portavoce della Società svizzera degli ingegneri e degli architetti, interrogato da 20 Minuten ha spiegato che cosa potrebbe essere successo: «Una fessura del genere – ha detto – può avere cause diverse». E ancora: «Senza un'indagine approfondita, è molto difficile esprimersi in dichiarazioni di sorta. Possiamo solo fare delle ipotesi. Tuttavia, sospettiamo fortemente che si tratti, in una certa misura, di un sintomo di vecchiaia».

In effetti, ha proseguito Vasella, il tunnel venne aperto nel 1980: «Allora nessuno avrebbe potuto prevedere che i volumi di traffico sarebbero aumentati così tanto. Il tunnel ha già resistito a più passaggi di quanto calcolato negli anni Settanta, considerando la sua durata di vita prevista tra gli ottanta e i cento anni». Lo stress, da qualche parte, ha insomma lasciato il segno. «Niente è costruito per durare per sempre».

Una buona notizia, almeno, c'è. Secondo Vasella e, quindi, la Società svizzera degli ingegneri e degli architetti, è improbabile che la struttura possa collassare. «Detto ciò, non dobbiamo dimenticarci che infrastrutture del genere vanno mantenute costantemente». La costruzione della seconda canna, d'altronde, è legata (anche) al fatto che il tunnel attuale debba essere «completamente rinnovato». E un evento del genere, ha chiosato il portavoce, «dimostra quanto tutto ciò sia urgente».