Siamo (per forza) fuori dal tunnel: «E ora come vado oltre San Gottardo?»
E adesso? Bella domanda. La chiusura del tunnel stradale del San Gottardo, provocata da una crepa di venticinque metri formatasi nella soletta intermedia, pone inevitabilmente seri problemi (e serie preoccupazioni) alla mobilità. A maggior ragione considerando, parallelamente, che il tunnel di base ferroviario ad oggi è chiuso al traffico passeggeri. Le FFS, in questo senso, stanno cercando una soluzione che permetta ai viaggiatori di circolare almeno nei fine settimana.
Il difetto tecnico nel tunnel stradale, dicevamo, si è formato nella soletta intermedia. L'USTRA, in particolare, ha spiegato che alcune parti di calcestruzzo si sono letteralmente staccate dal soffitto. Cadendo sulla carreggiata. La zona in cui si è verificata la caduta si trova nei pressi del portale nord della galleria.
Mentre scriviamo queste righe, l'USTRA non ha ancora preso posizione in merito alla riapertura del tunnel. Secondo l'esercito svizzero, i cui vigili del fuoco professionisti sono responsabili della sicurezza all'interno della galleria, il collegamento rimarrà chiuso fino a stasera.
Le alternative
Torniamo alla domanda posta in apertura: e adesso? Nonostante la chiusura di entrambi i tunnel, spostarsi attraverso il San Gottardo è ovviamente ancora possibile. Al di là dell'ora in più di viaggio, la vecchia linea ferroviaria – definita panoramica – è in funzione. Un'opzione carica di un certo romanticismo, anche: in fondo, eravamo tutti affezionati alla chiesetta di Wassen e poterla rivedere, adesso, al di là dei disagi scalda un po' il cuore.
Su strada, invece, le autorità consigliano l'A13 del San Bernardino o, in alternativa, la strada del passo del San Gottardo. In entrambi i casi, vista la situazione, il traffico potrebbe essere intenso, anche molto intenso. Ieri, un lettore del Blick ha riferito che per percorrere appena novecento metri di rampe, al Gottardo, ci è voluta mezz'ora. «Non ho mai sperimentato nulla di simile» ha detto.
Un utente di Facebook, invece, ha raccontato del dietrofront cui è stato costretto il torpedone sul quale si trovava assieme alla moglie: «Avevamo percorso più di metà del tunnel quando la galleria è stata chiusa su entrambi i lati e tutto il traffico ha dovuto fare inversione e uscire dal lato di provenienza. Il nostro autobus non poteva girare e abbiamo dovuto fare marcia indietro per tutto il percorso».
La tragica chiusura del 2001
Il tunnel stradale venne inaugurato nel 1980. Nell'ottobre del 2001, la galleria rimane chiusa per due mesi in seguito al terribile incidente – il più grave nella storia del collegamento – nel quale persero la vita undici persone. Erano le 9.39 quando un TIR con targhe belghe da poco entrato nel tunnel diretto a nord sbandò sulla destra, urtò il marciapiede, rimbalzò sulla corsia di contromano andando a urtare lateralmente il rimorchio di un camion con targhe italiane che trasportava pneumatici. L’impatto generò un furioso incendio che in breve tempo trasformò il tunnel in un inferno di fuoco e fumo. La temperatura raggiunse addirittura i 1.200 gradi.
Durante i lavori di riparazione, vennero aumentati gli standard di sicurezza del tunnel. Citiamo nuovi sistemi di ventilazione, illuminazione e controllo delle operazioni. In una dichiarazione risalente al 2021, a vent'anni dall'incidente, l'USTRA scrisse che entro il 2025 sarebbero stati investiti circa 1,6 miliardi di franchi per la sicurezza del tunnel. Il tutto ribadendo che, vista l'età della struttura, sarebbero stati necessari anche estesi lavori di riparazione. Lavori che, secondo i piani, verranno eseguiti dopo la realizzazione della seconda canna. A tal proposito, i lavori di perforazione dovrebbero cominciare nel 2024 mentre l'apertura è prevista alla fine del 2029.