La secca del Gaggiolo tra giustizia e convenzioni

Quanta acqua è stata prelevata? È stata fatta una valutazione dei danni ecologici? E poi ancora: in previsione di un’ulteriore estate problematica come intenderà agire il Municipio nell’ambito dell’irrigazione dei centri sportivi? Quelle che abbiamo appena riportato sono domande appena poste all’Esecutivo di Mendrisio. Gli interroganti? Nove consiglieri comunali de L’Alternativa, tra i quali il primo firmatario Jacopo Scacchi. Protagonista dell’interrogazione, suo malgrado, è il torrente Gaggiolo ad Arzo il quale, lo scorso luglio, è andato in secca anche a causa di una pompa idraulica attivata nel greto del fiume per captare acqua al fine di riempire una cisterna collegata al sistema di irrigazione del campo sportivo della Montagna.
Un’azione che ha portato il Ministero pubblico (su segnalazione-denuncia da parte del Dipartimento del Territorio) a emettere due decreti d’accusa – verso altrettante persone, stando a nostre informazioni si tratterebbe di due dipendenti comunali – per infrazione alla Legge federale sulla protezione delle acque. Un decreto è già cresciuto in giudicato, mentre contro il secondo è stata inoltrata opposizione.
Il tutto era avvenuto oltretutto in un periodo molto delicato per il Mendrisiotto e Mendrisio in particolare. La secca del torrente si è infatti verificata soltanto pochi giorni dopo l’entrata in vigore di alcune misure puntuali sul risparmio di acqua. Il 4 luglio la Città aveva infatti «vietato l’utilizzo dell’acqua potabile per scopi non domestici» con particolare riferimento all’irrigazione dei giardini e di aree verdi, al lavaggio di autoveicoli e piazzali, al riempimento di piscine e di biotopi.
Al passo con i tempi?
I nove consiglieri comunali, nell’interrogazione inoltrata ieri al Municipio, si soffermano anche su una convenzione. Un’autorizzazione cantonale, in vigore dal 2012 e valida sino al 2032, che permette il prelievo di acqua dal Gaggiolo per l’irrigazione del terreno da gioco. «Alla luce dei cambiamenti climatici in corso e alla frequenza accresciuta di estati sempre più lunghe, calde e secche – si legge nel documento – per L’AlternativA diventa imperativo rivedere i contenuti e le eventuali modalità di applicazione di un accordo, siglato ormai più di 10 anni fa e che, a nostro giudizio, non è più al passo con i tempi e la cui applicazione rischia di generare (di nuovo) danni gravi all’ecosistema».
È anche per questo, dunque, che i nove membri del Legislativo chiedono di avere lumi sui contenuti precisi dell’accordo e, soprattutto, se i limiti di prelievo fissati siano stati rispettati. Si chiede in aggiunta quanta acqua sia stata prelevata dal torrente nel corso dell’estate appena trascorsa e per quanti giorni consecutivi. Inoltre: «Preso atto del mutato contesto ambientale rispetto a dieci anni fa, il Municipio è intenzionato a disdire la Convenzione o quantomeno a rivederne i contenuti?».
A luglio, come riferito, il torrente Gaggiolo è andato in secca. Da qui la domanda: «È stata fatta una valutazione dei danni ecologici e in particolare quelli relativi alla moria della fauna ittica?».
Sui decreti d’accusa
In merito ai decreti d’accusa emessi nei confronti di due persone, gli interroganti chiedono all’Esecutivo se si tratti effettivamente di due dipendenti comunali. «Se sì – scrivono – il Municipio ha ravvisato gli estremi per aprire un’inchiesta amministrativa nei loro confronti?».
Riprendendo quanto scritto dal CdT chiedono inoltre se, «prima che i fatti fossero riportati dalla stampa, il Municipio di Mendrisio fosse al corrente dei due decreti d’accusa».