La situazione

La SEM: «Le ragioni dietro l’aumento di migranti»

La Segreteria di Stato della migrazione fa il punto della situazione - I centri federali in Ticino ospitano 662 persone: «Abbiamo guadagnato qualche posto in più grazie a un uso condensato dei locali»
© CdT/Chiara Zocchetti
Red. Cantone
26.10.2022 20:09

La Segreteria di Stato della migrazione (SEM) si attende almeno 22 mila nuove domande d’asilo entro fine anno. «Le strutture federali vengono sfruttate al massimo delle loro capacità, e i posti letto liberi scarseggiano», ha comunicato martedì la stessa SEM, aggiungendo che «i Cantoni devono prepararsi ad accogliere provvisoriamente fino a 1.000 richiedenti l’asilo alla settimana anziché 500 come avvenuto finora». In Ticino, nei centri di Chiasso e Pasture, la capacità supera già il 95%. La pressione migratoria alla frontiera Sud, quindi, è tornata a farsi sentire. «Sono essenzialmente due le ragioni dell’aumento del numero di migranti a Sud», ci spiega la SEM. «La prima è la pressione sulla rotta del Mediterraneo centrale: queste persone, dopo essere sbarcate sulle coste del Sud Italia, attraversano la Svizzera con l’obiettivo di raggiungere la Germania, la Francia o la Gran Bretagna. La seconda ragione, invece, va ricercata in un’altra rotta, quella balcanica. I migranti transitano in Serbia, Croazia, Slovenia e Italia prima di attraversare il nostro Paese. Entrano da Sud, sì, ma attualmente il flusso è più importante al confine orientale della Svizzera. Tanto che alcuni centri federali hanno un tasso di occupazione del 100%».

A Chiasso e a Pasture in 660

Attualmente, spiega ancora la SEM, i centri in Ticino ospitano 662 persone, così suddivise: «144 si trovano nel centro federale di Chiasso, 278 a Pasture, e 240 nella struttura di via Motta 7-11 a Chiasso». A Chiasso e a Pasture «abbiamo guadagnato qualche posto in più grazie a un uso condensato dei locali». Inoltre, «è stato aperto il punto di contatto di via Motta 7-11 per l’accoglienza dei richiedenti asilo».

Come nel 2015

Qualche settimana fa il direttore dell’Ufficio federale della dogana e della sicurezza dei confini (UDSC) Christian Bock ha addirittura parlato di «una situazione vicina a quella della crisi dei rifugiati del 2015-2016». «È vero, il numero di richieste dell’UDSC è paragonabile a quanto visto sette anni fa», ammette la SEM. «Il numero di domande d’asilo depositate in Svizzera nel 2022 è comunque minore rispetto al 2015 (4.544 domande contro le 2.681 al mese di settembre), ma ciò è dovuto al fatto che la maggior parte dei migranti transitano in Svizzera senza fare richiesta d’asilo».

Le tappe del viaggio

In precedenza, la SEM ha specificato che la situazione al confine Est è più critica rispetto a quanto sta avvenendo in queste settimane a Chiasso. Un aspetto particolare e che ha diverse cause. «Una parte dei migranti che entrano dalla Svizzera orientale ha soggiornato per un certo periodo in Grecia prima di rimettersi in viaggio», chiarisce la Segreteria. «Altri invece hanno attraversato la frontiera terrestre fra la Bulgaria e la Turchia o fra la Grecia e la Turchia». Ma non solo: «Siccome Sarajevo permette il transito dei migranti sprovvisti di visto, in Serbia atterrano persone dal Burundi, dall’India, da Cuba e dalla Tunisia. In seguito proseguono via terra fino ad arrivare in Svizzera». La rotta balcanica, sottolinea la SEM, non si è dunque mai interrotta del tutto. Quest’anno il flusso in quella regione è aumentato, da un lato, a causa della pandemia, che ha indebolito l’economia di diversi Paesi, dall’altro per via dell’aumento dei prezzi verificatosi fin dall’inizio della guerra in Ucraina.

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