L'intervista

«La soluzione ideale? Tre Comuni»

Il sindaco di Grono Samuele Censi, al timone da dieci anni, parla del tema delle aggregazioni che nel Moesano stenta a far breccia - "La nostra esperienza è positiva"
Alan Del Don
03.11.2022 06:00

Sindaco da dieci anni. Un traguardo da festeggiare, certo, ma è altresì l’occasione per tirare le (prime) somme. Soprattutto se si considera che Samuele Censi, 40 anni, timoniere di Grono e deputato, in questi due lustri assieme ai colleghi di Municipio ha dovuto condurre in porto il «cantiere» per antonomasia: quello delle aggregazioni, con l’unione fra Grono, Leggia e Verdabbio.

Nei prossimi giorni il Municipio di Grono farà un tour nei tre quartieri. Altrettante serate in programma a Leggia (8 novembre alle 20, orario di inizio di tutti gli incontri, nell’edificio dell’US Gloria), Verdabbio (il giorno seguente, nei rifugi della Protezione civile) e, infine, a Grono il 15 novembre (nell’aula magna delle scuole) con l’obiettivo di tastare il polso alla popolazione e dare la possibilità ai cittadini di esprimersi. Che bilancio trarre della fusione dopo quasi sei anni?

«Il bilancio è sicuramente positivo. Oggigiorno godiamo di maggiore forza contrattuale sia all’interno della regione sia verso Coira. I primi obiettivi del nuovo Comune erano la riorganizzazione amministrativa e l’equilibrio delle finanze; credo proprio che ci siamo riusciti. Rimangono però ancora diversi i compiti da portare a termine, penso in particolare alla pianificazione del territorio, un tema che alla pari di altri ci impegnerà nei prossimi anni».

Quando si parla di aggregazioni si ha spesso il timore che il Comune più grande «fagociti» quelli più piccoli. Da parte degli abitanti di Verdabbio e Leggia avete notato del malcontento?

«È vero, bisogna avere un occhio di riguardo soprattutto verso le frazioni più piccole. Onestamente devo affermare che capita che si senta qualche malumore: credo sia normale, soprattutto all’inizio. Abbiamo però cercato di curare soprattutto quei servizi di prossimità, in maniera che il passaggio al nuovo Comune non fosse letto come una perdita d’identità. Le serate previste la prossima settimana a Leggia e Verdabbio saranno inoltre importanti per tastare il polso anche su questa tematica».

Di quale progetto è particolarmente fiero e qual è il suo sogno nel cassetto in qualità di sindaco?

«Sono tre i temi che mi rendono particolarmente fiero: il lavoro costruttivo con i colleghi di Municipio e il Consiglio comunale, l’aver creato un Comune dinamico ed innovativo anche in ambito culturale e la realizzazione della pista ciclabile intercomunale ed intercantonale (fra Grigioni e Ticino; n.dr.). Ci sono alcuni sogni nel cassetto, come ad esempio la realizzazione di un centro sportivo regionale, il completamento del comparto Birreria attraverso la valorizzazione del sedime della ex stazione della Ferrovia Bellinzona-Mesocco e, pensando più ad ampio raggio, lo sviluppo di San Bernardino, un tassello che darebbe slancio a tutta la regione».

Il Governo retico non nasconde di voler puntare viepiù in modo deciso sulle aggregazioni. Perché nel Moesano, Grono e Calanca a parte, il tema non fa fare salti di gioia?

«Nelle regioni periferiche le fusioni fanno breccia soprattutto quando mancano le risorse finanziarie e umane. In questo momento i nostri Comuni si trovano generalmente in una situazione finanziaria migliore rispetto ad una decina di anni fa; reputo però che il tema a medio termine vada ripreso. Se penso a progetti di una certa portata, infatti, solamente unendo le forze potremo affrontarli. Sono da sempre favorevole alle aggregazioni comunali e credo che in futuro 3 Comuni siano ideali nel Moesano, considerando una popolazione vicina alle 8.500 unità».

Lei è anche granconsigliere. A Coira come viene visto questo poco interesse verso le fusioni?

«A Coira percepiscono e conoscono questo campanilismo a livello regionale. Bisogna pur dire che il tema delle aggregazioni deve partire dal basso, in quanto l’autonomia comunale nei Grigioni è sacrosanta. Il Consiglio di Stato non impone, ma ci osserva da vicino; se siamo propositivi ed abbiamo progetti è pronto a sostenerci».