Lanchetta senza alberi? «Vero, ma ecco perché»

È stato uno degli argomenti estivi in Città. La nuova Lanchetta è bella o brutta? Il rinnovamento ha colto nel segno o no? A dare una risposta, dopo la popolazione, è oggi il Municipio, rispondendo a un’interrogazione critica di Danilo Baratti, consigliere comunale dei Verdi. Tutto questo, iniziando con una premessa. I lavori non sono ancora finiti. A mancare è ancora «la messa a dimora delle specie vegetali». Detto ciò, l’Esecutivo specifica i motivi per cui nella parte centrale del parco, si sono privilegiati sabbia, sedie, panche e ombrelloni. E non alberi. «Questa parte insiste sul volume ipogeo dell’impianto di pompaggio delle acque luride del Consorzio depurazione delle acque Lugano e dintorni» e quindi «esclude la possibilità di piantare alberi. Infatti la presenza delle chiome impedirebbe i movimenti dei bracci rotanti delle autogrù per il sollevamento, in caso di necessità, delle macchine e delle pompe presenti nel sottosuolo».
Il Municipio si dice consapevole che l’area appaia in questa fase iniziale e a prima vista spoglia, ma la ritiene comunque interessante per la fauna e la flora. «Laddove invece non sussistono le citate limitazioni infrastrutturali sono state introdotte nuove alberature, macchie arbustive e erbacee, e altre strutture che concorrono a variare l’habitat, quali tronchi di alberi maturi, massi, ecc.».
E sulla ghiaia e i sassi che hanno fatto storcere il naso a qualcuno, l’Esecutivo ritiene invece di aver compiuto una scelta coerente con il passato. «Tradizionalmente la Lanchetta era il luogo di approdo delle chiatte che consegnavano i sassi di Caprino appena cavati dalla parte opposta del lago e destinati alla costruzione di muri in pietra in giro per la Città». Si spiega insomma così la posa «di inerti di colore grigio», che rimandano all’antica riva della Lanchetta, alla pietra di Caprino e alle rocce calcaree che contraddistinguono il bacino del Ceresio». In più, «tali superfici ghiaiose - continua - sono attualmente visivamente dominanti, ma tenderanno con il passare delle settimane a ridursi, venendo coperte in modo più o meno uniforme dalla vegetazione».
Da qui la convinzione che il rinnovato comparto Lanchetta andrebbe «osservato nel suo complesso come un intervento che permette di valorizzare, recuperare e riqualificare lo spazio in un alternarsi di ambienti diversi, sia per la fruizione che per la promozione della biodiversità». Uno spazio insomma che tiene dunque conto delle diverse esigenze e dei prospettati futuri sviluppi di tutto il comparto del Campo Marzio e del lungolago.