Giustizia

«Le bambine sono state degradate a vittime sacrificali»; «No, nessun fine sessuale»

È ripreso il processo a carico del sedicente terapeuta alternativo accusato di aver toccato nelle parti intime sei ragazzine – Lui afferma che fossero normali massaggi armonici
© CdT/Gabriele Putzu
Nico Nonella
27.07.2023 10:33

«Le sei bambine sono state degradate dall'imputato come una sorta di vittime sacrificali». È ripreso questa mattina con la requisitoria dell'accusa e l'intervento della rappresentante delle (presunte) vittime il processo a porte chiuse a carico del 68.enne sedicente terapeuta del Luganese accusato di ripetuta coazione sessuale nei confronti di sei ragazzine di età compresa tra i 6 e i 15 anni. L'uomo impartiva lezioni di musica e, parallelamente, offriva corsi musicoterapia, danza e yoga oltre che massaggi con oli essenziali alle allieve che secondo lui avevano problemi, per esempio di iperattività, dolori o difficoltà a concentrarsi. Massaggi «armonici», così erano definiti, che avvenivano con le bambine completamente nude e, stando a quanto dichiarato dalle bambine, con toccamenti nelle parti intime con le dita o con oggetti. Una ricostruzione che l'imputato ha sempre respinto: a suo dire, i massaggi si concentravano solo su punti sensibili, i chakra. L'inchiesta era partita la scorsa estate con la denuncia dei genitori di una ragazzina di 6 anni, la quale aveva loro riferito di essere stata massaggiata senza vestiti e toccata nelle parti intime.

«Spiegazioni ridicole e senza fondamento»

Nella sua requisitoria, la procuratrice pubblica Valentina Tuoni ha chiesto la conferma dell'atto d'accusa ricordando le «spiegazioni ridicole» fornite dall'imputato, che «ha negato anche l'evidenza, affermando inizialmente di aver massaggiato una sola ragazzina e di avere il consenso dei genitori». Genitori «che in realtà non sapevano di questi massaggi». Ma non solo: «L'imputato ha ingannato l'utenza pubblicando sul suo sito referenze derivate da studi che non ha mai conseguito». Le giovani vittime - ha argomentato Tuoni - «non riuscivano a parlare e a opporsi: lui le rassicurava, affermando che poteva toccarle». Come ulteriori prove, la procuratrice ha citato le immagini degli abusi sul PC dell'uomo e le sue ricerche online sulle penetrazioni ginecologiche. «L'unico barlume, un'ammissione in sede d'inchiesta. L'imputato ha affermato che sì, potrebbe avere un problema sessuale con i bambini. Ma è stato un flash». L'uomo, ieri, ha ritrattato.

«Prendo la parola a nome di sei vittime che hanno avuto la sfortuna di incontrare sulla strada della loro crescita una persona come l'imputato, che le ha degradate, a vittime sacrificali», ha affermato la patrocinatrice di cinque delle sei ragazze, l'avvocata Maria Galliani. «Lui ha sfruttato la sua immagine di terapeuta alternativo, millantando una serie di conoscenze che a ben vedere non sono che un'accozzaglia di conoscenze raccattate qua e la su internet. Nella sua triste semplicità, l'imputato ha fatto tutto questo per toccare delle ragazzine e soddisfare i suoi desideri di natura sessuale, senza curarsi delle conseguenze devastanti delle sue azioni». I massaggi e le manipolazioni «erano delle baggianate senza alcun fondamento e valenza curativa. Non ho mai sentito un accozzaglia di scempiaggini come quelle dell'imputato per giustificare quanto fatto. È ridicolo solo pensare che una mamma possa dare l'assenso a un massaggio con la propria figlia completamente nuda».

«Comunicazione carente»

«Il mio cliente è assolutamente e fermamente convinto di ciò che sta dicendo. Se stesse mentendo avrebbe assunto un atteggiamento molto diverso», ha dal canto suo argomentato il difensore dell'imputato, Stefano Pizzola. «La questione principale è stabilire se il mio cliente praticava una terapia. Pur non avendo un diploma, la risposta è affermativa. Lui svolgeva un massaggio armonico, una sorta di fusione tra la medicina indiana e quella tradizionale cinese, che ha imparato da autodidatta. È innegabile che ci sono stati dei benefici per le giovani pazienti. La sua disciplina non è totalmente inventata e a monte ci sono delle basi concrete». Certo, ha ammesso il legale, «non ha dato tutte le informazioni ai genitori e la comunicazione è stata carente». Pizzola ha chiesto l'assoluzione dalle accuse, soprattutto per quella di coazione. «Per configurare il reato deve esserci una costrizione, che non risulta agli atti. I massaggi sono sempre stai legati all'accettazione da parte delle madri, che sapevano sarebbero avvenuti in biancheria». Per quanto riguarda l'accusa di atti sessuali, Pizzola si è rimesso al giudizio della Corte. 

Prendendo la parola, l'imputato ha nuovamente negato di aver abusato delle giovanissime pazienti: «Ho dato questo aiuto in tutta onestà e senza secondi fini, tantomeno sessuali». La Corte delle assise criminali presieduta dal giudice Amos Pagnamenta pronuncerà la sentenza oggi pomeriggio.

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