Giustizia

Yoga e massaggi o abusi? L’imputato nega (e ritratta)

Alla sbarra alle Assise criminali il sedicente terapeuta del Luganese accusato di toccamenti nei confronti di sei minorenni – Lui si dichiara innocente e sostiene di non aver mai molestato le ragazzine – Domani la sentenza
© Shutterstock
Nico Nonella
26.07.2023 16:00

Sei vittime, tra i 6 e i 15 anni, che avrebbero subito (presunti) abusi – si parla di almeno undici episodi – da parte di un 68.enne istruttore di yoga del Luganese. Sono pesantissime le accuse a carico dell’uomo, arrestato la scorsa estate (la notizia era stata anticipata dal CdT il 10 dicembre) e comparso oggi davanti alla Corte delle Assise criminali presieduta dal giudice Amos Pagnamenta (a latere Emilie Mordasini e Fabrizio Filippo Monaci): ripetuta coazione sessuale – subordinatamente atti sessuali con persone incapaci di discernimento o inette a resistere –, ripetuti atti sessuali con fanciulli, pornografia. Il tutto avvenuto da inizio ottobre 2019 al 16 luglio 2022 tra le mura di un centro che propone attività ricreative legate al benessere e alla musica. A questo si aggiungono falsità in certificati e ripetuto, tentato e consumato esercizio abusivo di attività sanitaria. Già, perché secondo l’accusa, rappresentata dalla procuratrice pubblica Valentina Tuoni, l’imputato non è un vero terapeuta e avrebbe esercitato senza autorizzazione e addirittura stampando dei finti certificati scolastici. Dal canto suo l’imputato difeso dall’avvocato Stefano Pizzola, ha negato di aver commesso abusi e il processo, che riprenderà domani mattina con requisitoria e arringa, è dunque indiziario.

Era già stato segnalato

Dall’interrogatorio dell’imputato è emerso che quest’ultimo, tra il 2015 e il 2018, era stato segnalato tre volte per presunti «atteggiamenti inadeguati» durante le sue lezioni, senza che vi fossero conseguenze penali (ma a un ammonimento sì). Per quanto riguarda i fatti che lo hanno portato in aula, l’uomo ha respinto ogni addebito. Le lezioni di yoga? Dopo non pochi tentennamenti, l’uomo ha ammesso di impartirle «occasionalmente». I toccamenti? Nessun abuso, ma semplici terapie: «Sono venuto a conoscenze di problemi, ansia e tensione, di alcuni ragazzi a cui insegnavo musica (la sua attività principale, ndr) e volevo aiutarli con dei percorsi terapeutici. Per queste prestazioni ogni persona poteva pagare quello che voleva». I genitori, ha affermato, «erano informati in modo che ritengo comprensibile del tipo di terapie, per esempio massaggi senza indumenti con oli essenziali o con un diapason». A suo dire, le accusatrici private avrebbero travisato i fatti: «Se avessero subito abusi non sarebbero state tranquille quando i genitori venivano a riprenderle», ha ribattuto. «Perché durante i massaggi le minorenni dovevano essere nude? Perché non usava indumenti in carta come i massaggiatori veri?», lo ha incalzato Pagnamenta. «Con gli oli nn si può lavorare se si è vestiti. La biancheria in carta non l’ho mai usata», ha ammesso l’imputato. Sotto la lente anche le sue (presunte) competenze terapeutiche, conseguite da autodidatta che ha «frequentato diversi corsi», per i quali non ha però ricevuto alcun certificato.

No, no e no

Durante tutto l’interrogatorio, l’imputato ne negato di aver molestato le giovanissime pazienti, affermando di aver lavorato sul «primo chakra, il perioneo, che stimolavo con il diapason o la sonopuntura o la digitopressione. Poi ci sono due punti nell’interno coscia, ma non ho mai toccato le parti intime interne delle ragazzine». A suo dire, insomma, le vittime «hanno mal interpretato quanto successo». «Ci sono fotografie che la ritraggano mentre tocca i genitali delle ragazze», gli ha rammentato Pagnamenta. «Sono prese da filmati che dopo le sedute sono stati cancellati e mai divulgati», ha risposto l’imputato. «Sono dei fermo immagine salvati in automatico. Stavo spostando le mani da un punto all’altro del corpo». Una ricostruzione, questa, che non ha convinto la Corte. Al pari di altre spiegazioni fornite dall’imputato. Per esempio sull’uso di un «oggetto rosa di forma fallica» con cui aveva massaggiato le ragazzine. «Non erta un oggetto sessuale, serviva per la sonopuntura. Vibra, ma detto così potreste pensare che sia un vibratore». «Ma guarda un po’ che maliziosi che siamo», ha commentato un rassegnato Pagnamenta.

Incongruenze e ritrattazioni

Nel corso del dibattimento sono emerse diverse incongruenze da parte dell’imputato, che hanno irritato non poco la Corte. La principale riguarda una dichiarazione, resa in sede d’inchiesta e poi ritrattata. «Lei aveva ammesso di aver toccato le piccole labbra delle ragazze e non aveva escluso di avere un problema sessuale con i bambini, per il quale ha bisogno di aiuto», gli ha ricordato il presidente della Corte. «Non è vero», ha affermato l’imputato, ma il suo stesso avvocato difensore gli ha però ricordato che sì, quelle parole le aveva dette. «Raramente ho visto una persona che in quest’aula tenta di arrampicarsi sui vetri come fa lei, negando l’innegabile. Se vuole raccontare tutto, questa è la sua ultima occasione», lo ha incalzato Pagnamenta, visibilmente arrabbiato. Dopo un breve consulto con il suo avvocato, l’imputato ha dichiarato che «quella dichiarazione non la ritengo corretta». La sentenza verrà pronunciata oggi pomeriggio.

Il dibattimento si è aperto con la Corte che ha sollevato dubbi sulla parzialità della perizia psichiatrica a carico dell'imputato (per alcuni commenti) oltre a una contraddizione tra diagnosi e cura proposta e l'ha ritenuta inutilizzabile. Pertanto, il dibattimento si concluderà domani con una sentenza di colpevolezza o assoluzione. Nel caso in cui l'imputato venisse riconosciuto colpevole verrà disposta una nuova perizia che servirà per la commisurazione della pena in una nuova udienza.
Correlati