Il progetto

«Le Corti di Locarno» pronte a fiorire tra negozi, alloggi e passaggi «segreti»

Visita a uno dei cantieri più complessi in città, l’ex Globus, con 70 appartamenti, hotel e 3.500 metri quadrati per attività commerciali — «Tra terrazze verdi, portici rinnovati e accorgimenti tecnici nel centro storico, ricaveremo un asse pedonale che unirà Largo Zorzi a via Santa Caterina»
La parte retrostante la facciata, invisibile agli occhi dei cittadini, ha posto sfide tecniche di livello © CdT/Gabriele Putzu
Jona Mantovan
17.10.2025 06:00

Andrea Tonelli, direttore per la Svizzera italiana di G&A, total contractor di Artisa Group, sale le eleganti scale a chiocciola. «Questo sarà l’accesso agli appartamenti, ma non può mancare l’ascensore, ovviamente», dice il 50.enne al Corriere del Ticino, indicando uno spazio già predisposto. È tutto «grezzo», come si dice in gergo, e le bacchette intermedie che sorreggono il corrimano sono staccate dalla base dei gradini, in attesa di ricevere il rivestimento opportuno. Siamo all’interno del palazzo che un tempo ospitava i locali del grande magazzino Globus, nel cuore di Locarno, chiuso a fine ottobre 2022. Oggi è probabilmente il cantiere più complesso in città. Non solo per il luogo particolare - le frequenti grandi manifestazioni (FestivalMoon&StarsWinterland) impongono la pianificazione rigorosa dei momenti di attività -, ma anche per i numerosi vincoli di protezione che gravano sugli edifici da ristrutturare.

Abbiamo adottato misure tecnologiche specifiche, collocando anche sismografi nelle zone circostanti
Andrea Tonelli, direttore per la Svizzera italiana di G&A, total contractor di Artisa Group

Un investimento da 200 milioni

Il gruppo guidato da Alain Artioli opera con attenzione a questi dettagli all’interno di tutti i progetti chiave che ha nell’agglomerato, tra i quali il Grand Hotel Locarno (vedi riquadro qui sotto) e la parte ovest di piazza Grande, per investimenti che vanno oltre i 200 milioni nel Locarnese. A partire dal corpo principale, ideato da Paolo Mariotta e inaugurato nel 1959, come indica una targa applicata alla prima colonna temporaneamente occultata agli occhi dei passanti, siccome fa parte dell’area chiusa al pubblico. L’opera, con una prima consegna di 40 abitazioni a inizio estate 2026, è oggi di proprietà di UBS.

Un altro corridoio, un altro angolo svoltato ed ecco una scala a pioli con una botola sulla sommità. Si va sul tetto. Qui, circondati da un panorama esclusivo da Largo Zorzi al lago, i tecnici stanno piazzando le ossature metalliche per i pannelli fotovoltaici. Tuttavia, è verso il lato della montagna che si possono apprezzare le notevoli dimensioni della riqualifica. «Da quella parte, proprio di fianco a Casa Varenna, ci sarà il boutique hotel di circa 20 camere», racconta il nostro interlocutore, tracciando un percorso immaginario tra il convento di Santa Caterina, futura sede del Museo di storia naturale, e i portici sottostanti.

«Una vista suggestiva»

«Vi ricaveremo un asse pedonale che permetterà di unire questi due comparti che ora vivono staccati. Sarà un passaggio costituito da una terrazza e da due “piazze-giardino” pensate per essere un riferimento di aggregazione sociale, con una pavimentazione di qualità arricchita da pergolati con una vista suggestiva sulla celebre agorà ciottolata». Una soluzione che vedrà la luce per ultima, una volta conclusi gli altri fronti, nel 2027. Questa, però, si unirà al progetto di rivalorizzazione pubblica intitolato «La Nouvelle belle époque». Le maggiori sfide per concretizzare la visione de «Le Corti di Locarno» (questo il nome del progetto) sono concentrate sotto il suo sguardo.

Arcate da ricostruire

«C’è molta eccellenza ingegneristica. La demolizione massiva ha comportato la rimozione completa della parte retrostante e attualmente siamo nella fase di rifacimento del nuovo stabile con una trentina di residenze. Abbiamo adottato misure tecniche specifiche per proteggere quanto edificato nelle zone circostanti, tramite interventi di rinforzo strutturale, posizionando una serie di sismografi per sorvegliare le vibrazioni generate dai macchinari impiegati nella demolizione». Tonelli parla del grande risultato raggiunto grazie alla demolizione di una porzione delle arcate «che ovviamente ricostruiremo tali e quali, ci mancherebbe», si affretta a precisare, aggiungendo come la «mossa» abbia consentito l’accesso di strumenti decisamente più ingombranti. «Dandoci così la possibilità di accelerare i tempi», afferma l’esperto alle dipendenze di Artisa Gruup, compiendo il tragitto nella direzione opposta e muovendosi senza difficoltà in un dedalo di corridoi, porte e locali ancora da rifinire. Tra questi, spunta l’ingresso di una luminosa dimora, appena ultimata e sfoggiata a titolo dimostrativo: «Stiamo completando l’installazione delle cucine, da poco consegnate dal nostro fornitore».

Arriva il punto vendita Coop

Infine, da un labirinto sotterraneo si rispunta in quelle che diventeranno le superfici commerciali. In tutto, 3.500 metri quadrati che saranno occupati da una Coop, da un ristorante e da un negozio d’abbigliamento. «Si tratta di uno degli elementi più importanti del concetto, per il quale abbiamo previsto degli impianti in grado di garantire l’operatività dell’emporio di alimentari. Il tutto con un occhio attento all’ambiente, dal momento che puntiamo a rispondere agli elevati requisiti Minergie».

Anche la facciata - nonostante sia coperta dagli enormi teli che nascondono i ponteggi, un ulteriore elemento che rende «invisibile» l’enorme fabbrica avviata nel 2024 - ha ricevuto la sua «rinfrescata» applicata da un gruppo artigiani specializzati. «Sono una parte dei numerosi consulenti e professionisti che abbiamo coinvolto. Ci sono picchi da 50-60 persone ingaggiate, ma il numero è destinato ad aumentare nei prossimi mesi, per una trentina di aziende specializzate», rivela l’intervistato a visita ormai conclusa: è arrivato il momento di riconsegnare i caschi di protezione.

Da sapere

E intanto procede anche il Grand Hotel

Mentre proseguono i lavori de «Le Corti di Locarno», poche decine di metri più su - di fronte alla stazione ferroviaria - anche il cantiere per il rinnovo del Grand Hotel Locarno procede a gonfie vele. Un altro bene culturale protetto sul quale la famiglia Artioli ha deciso di investire. Anche in questo caso, la conclusione è prevista tra la fine del 2026 e l’inizio del 2027. Dopo oltre vent’anni di chiusura, avvenuta appunto nel 2005, la struttura ultracentenaria tornerà a risplendere come albergo a cinque stelle sotto il marchio Marriott Luxury Collection, con tanto di grande area spa.

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