Le palazzine restano cinque ma il progetto è rivisitato

Le modine, posate alcune settimane fa, non lasciavano spazio ai dubbi: in via Vallera a Genestrerio, a pochi passi dal Laveggio, l’intenzione è quella di riprovarci. E così sarà. Dopo un primo tentativo, non andato in porto, sulle ceneri di quello che era il grotto Vallera (e terreno nei dintorni), si è tornati alla carica. Da ieri mattina è infatti in pubblicazione la domanda di costruzione che annuncia la volontà – dopo la posa delle modine – di costruire cinque palazzine che accoglieranno in totale 43 appartamenti. I promotori immobiliari (gli stessi del primo tentativo avvenuto a partire dal 2019) hanno di fatto rivisto il progetto, oggi più contenuto. E ora – leggendo la documentazione – rispetterebbe i parametri. Con un investimento che oscillerebbe tra i 10 e i 12 milioni di franchi (le cifre differiscono in alcuni fogli prodotti) in via Vallera sorgeranno, come detto, 43 appartamenti: dai semplici monolocali ad alcune unità abitative da 4 locali.
Inquilini senza auto
Sottoterra invece ci sarà spazio, tra le altre cose, per un’autorimessa con 20 posti auto. Posteggi dedicati unicamente alle auto elettriche, ma c’è di più. Nella relazione tecnica si legge infatti che «gli inquilini della struttura non avranno la loro auto privata, ma avranno la possibilità di utilizzare le auto elettriche messe a disposizione». Secondo i promotori, inoltre, gli edifici si avvicinano «al Minergie-P» e ciò permetterà «di ottenere un complesso completamente green a immissioni (così è scritto, ndr) zero».
Tra indici e distanze
All’epoca del primo tentativo, il progetto si era scontrato con il parere negativo, tra gli altri, del Dipartimento del Territorio. Diversi parametri, allora, non sembravano essere stati rispettati. Un compito che ora è stato rifatto. A partire dagli indici i quali, stando alla documentazione, non sarebbero più superati, anzi. Stesso discorso per la distanza dal fiume Laveggio, che scorre a pochi metri: il progetto sarebbe infatti stato arretrato così da non inficiare «lo spazio riservato al corso d’acqua esistente». Un lavoro simile è stato effettuato anche per quel che riguarda le obiezioni della sezione forestale del Cantone, specificando che, con la nuova variante, «il progetto rispetta le previste distanze dal bosco».
C’è chi è pronto ad opporsi
L’attenzione al progetto – da parte degli abitanti della zona e di alcune associazioni – non è mai calata. Un progetto, sin dalla prima pubblicazione, che non ha riscosso consensi nel vicinato e neppure, regolamenti alla mano, tra le autorità cittadine e cantonali. Così come nelle associazioni, tra le quali i Cittadini per il territorio. Su queste colonne, il 28 gennaio la co-coordinatrice dei Cittadini, Grazia Bianchi, era stata chiara: «Se il progetto dovesse rivelarsi di nuovo problematico, come quello presentato in precedenza, ci opporremo». Il 2023, inoltre, è pure l’anno del Laveggio. L’anno che porterà alla realizzazione del Parco lungo le sponde del corso d’acqua. Un parco di cui i Cittadini sono promotori.