Le tracce momò dell’inchiesta tra leasing, società e supercar

C’è parecchio Mendrisiotto nell’inchiesta della Magistratura con al centro il mondo della compravendita e del noleggio di supercar. Partiamo da via san Gottardo, tra Balerna e Chiasso, dove oramai non ci sono più tracce di un’attività di autonoleggio. Gli spazi non sono più occupati. O meglio: stando a quanto abbiamo potuto appurare, si insedierà un’altra attività che nulla ha che fare con questo settore. Ma è proprio da quei locali, però, che è stata architettata – secondo gli inquirenti – la maxi-truffa da svariati milioni di franchi di cui avevamo riferito lo scorso 13 novembre. Ma non è l’unica novità emersa a distanza di una decina di giorni dalla conferma dell’apertura dell’inchiesta condotta dal procuratore pubblico Daniele Galliano.
Fiduciaria sotto sequestro
C’è un altro edificio nel Mendrisiotto che sarebbe stato il fulcro dell’ingente raggiro. Qui infatti aveva sede una fiduciaria, perquisita dagli inquirenti e attualmente sotto sequestro, presso la quale avevano il recapito alcune delle società che sarebbero state utilizzate per ottenere in leasing i bolidi di lusso (ci torneremo più avanti). A questa fiduciaria è collegato uno degli indagati, un 46.enne avvocato italiano beneficiario di un permesso B, il quale era iscritto presso uno studio del Sopraceneri ma avrebbe esercitato proprio nella fiduciaria citata poc’anzi e avrebbe affermato di avere tutta la documentazione nei Grigioni, in uno stabile di un comune italofono nel quale non sarebbe però stato rinvenuto alcunché.
Il modus operandi
Arriviamo ora al ruolo di queste società. Parliamo prevalentemente di entità inattive che venivano utilizzate per l’acquisto di queste vetture, sfruttando una sorta di «canale preferenziale» di cui beneficiano le persone giuridiche rispetto a quelle fisiche. Stando a quanto ricostruito dal Corriere del Ticino, in vari casi il modus operandi – sul quale sta indagando la Magistratura – prevedeva che i contratti venissero firmati dai gerenti delle società stesse (in alcuni casi dietro compenso) prima che gli stessi fossero poi sostituiti da altre persone. Una leggerezza che per molti di loro è sfociata nella convocazione da parte del Ministero pubblico e nell’apertura di un’inchiesta penale.
Molte domande aperte
In ogni caso, la vicenda lascia aperti diversi interrogativi, soprattutto a fronte delle cifre in ballo. Oltre i presunti illeciti da 4-5 milioni di franchi si parla infatti di una settantina di società. Senza dimenticare l’oggetto principale, se vogliamo, dell’attività illecita: ovvero le auto. Per la Procura sono più di 150. E tra queste, come detto, figurano veri e propri bolidi. Nell’edizione del 13 novembre avevamo parlato ad esempio di una Ferrari Purosangue. La stessa, stando ad alcune testimonianze che abbiamo potuto raccogliere, sarebbe transitata proprio dall’autonoleggio del Basso Mendrisiotto prima di finire all’estero. Era possibile accorgersi prima che qualcosa non andava? Molte di queste società inattive avevano in leasing più veicoli (anche due, tre o addirittura cinque). Sempre stando a nostre informazioni, ci sarebbero un paio di casi nei quali delle società di leasing non lo hanno concesso in quanto ritenevano che le condizioni per beneficiarne (banalmente, la possibilità di pagare le rate) non erano adempiute.
Una lunga lista di reati
L’elenco degli indagati è lungo e per tutti vale la presunzione di innocenza. Due persone si trovano attualmente in carcerazione preventiva alla Stampa: si tratta di un 50.enne cittadino italiano residente in Lombardia e di un 43.enne, pure cittadino italiano, domiciliato nel Mendrisiotto. Sono ritenuti i principali responsabili della maxi-truffa. Di più: il 43.enne è un volto già noto alla giustizia per reati analoghi. Nel 2022, infatti, è stato condannato a sei mesi di carcere.
Per quel che riguarda il raggiro, le principali ipotesi di reato ravvisate dal magistrato inquirente sono quelle di truffa, appropriazione indebita, amministrazione infedele, cattiva gestione, omissione della contabilità e riciclaggio di denaro. Si indaga, infine, anche per accertare la presenza di reati societari e reati fallimentari.


