L'edilizia scolastica: croce e delizia dei Comuni

Costruire o ristrutturare una scuola comunale di questi giorni costa attorno alla decina di milioni di franchi. Cifre importanti per Comuni di medie dimensioni, capaci di impattare - e definire - una se non due legislature. Non sorprende quindi che portare a casa questo risultato possa essere complicato e richiedere più passaggi in Consiglio comunale, quand’anche un referendum. Il tema è stato oggetto di discussione lunedì sera nei Consigli comunali di Magliano, Agno e Bioggio, tutti e tre impegnati sul tema, seppur a stadi diversi della procedura e con umori decisamente differenti. Vediamo com’è andata.
Per la palestra si attenderà
Partiamo da un progetto che ha fatto l’unanimità: la nuova scuola elementare di Magliaso, che sorgerà nei pressi della sede attuale e quella dell’asilo. La spesa dei quasi 13 milioni necessari per realizzarla è stata approvata da tutti i consiglieri comunali presenti. A Magliaso ci si lavora da almeno il 2018, quando il relativo concorso di architettura fu vinto dallo Studio Bonetti Bonetti Regazzoni. Rispetto alle desiderata, e a causa degli ingenti costi, a questo giro non verrà realizzato tutto quanto si intendeva realizzare. Verrà sì costruita la nuova Scuola elementare di tre piani con cinque aule e nel piano interrato un rifugio per la Protezione civile da 537 posti che in tempo di pace potrà essere utilizzato in gran parte per altri scopi (spogliatoi per le squadre da calcio, deposito, locale per doposcuola e per attività motorie), mentre per ora non verrà realizzata la nuova palestra: lo si farà «in seguito, se la situazione finanziaria lo permetterà». Ciò è possibile anche perché la palestra è prevista in un blocco distinto e indipendente. Inoltre, a livello di area esterna è prevista la realizzazione di una nuova buvette tra l’edificio dell’attuale scuola e il campo da calcio, in sostituzione del blocco spogliatoi/buvette esistente.
Virtuale sorpassone di spesa
Per un progetto che avanza, un altro frena: la ristrutturazione della scuola per l’infanzia di Agno. I motivi sono da ricondurre a un virtuale sorpasso di spesa di quasi 4 milioni rispetto al credito per la realizzazione dell’opera già votato dal Consiglio comunale nel 2020. «Siamo partiti con un costo di 7,9 milioni e ci siamo trovati investimenti per 11,8 milioni», spiega il sindaco di Agno, Thierry Morotti. Dal 2019, ovvero quando venne pubblicata la domanda di costruzione, ad oggi ci sono stati diversi fattori che hanno influito negativamente. «I rincari, un paio di modifiche al progetto richieste dal Municipio, la realizzazione di sei refettori al posto di cinque, senza contare che nel primo progetto non si prevedeva di spostare due sezioni durante gli interventi, cosa che si è poi deciso di fare per una questione di sicurezza». Il Municipio ha così deciso di sospendere temporaneamente il dossier sull’asilo «per valutare altre opzioni», ma intende lo stesso portarlo avanti. Della questione ha riferito in Consiglio comunale, a mo’ di informazione, la municipale responsabile Erika Scarpitta Bonù.
In attesa dei Consuntivi
Chiudiamo con Bioggio, che dovrebbe essere pronto a spendere dieci milioni per realizzare una nuova scuola dell’infanzia. Il relativo messaggio municipale dovrebbe essere presentato entro la fine della Legislatura, come ci ha confermato il sindaco Eolo Alberti. Intanto, lunedì sera la prospettata opera potrebbe aver pesato sulla scelta del Legislativo di non approvare - a strettissima maggioranza: un voto di scarto - il moltiplicatore, facendo slittare questa decisione (il Municipio proponeva di confermare il 65%) all’approvazione dei Consuntivi, quindi verosimilmente non prima della prossima estate. La maggioranza del Consiglio comunale, in altre parole, ha voluto prendere tempo e avere più dati per decidere il da farsi, data la complessa situazione finanziaria del Comune. Il sindaco Alberti per contro ricorda che a Preventivo il moltiplicatore politico e aritmetico corrispondono e che in ogni caso il nuovo asilo inizierebbe a «pesare» davvero sulle casse comunale non prima di un paio d’anni almeno.