Lega-UDC, «alla fine ha prevalso il pragmatismo»

Alla fine è passata la linea del pragmatismo. Della «realpolitik». Dopo lunghe discussioni (e pure qualche frecciatina), alla fine la Lega dei ticinesi ha detto sì all’alleanza con l’UDC per le elezioni cantonali del prossimo aprile. Un sì sancito dall’assemblea del Movimento di via Monte Boglia che, per la prima volta nella sua storia, è stata chiamata a un esercizio democratico di questo tipo. Ora, va detto, la palla passa al Comitato cantonale dei democentristi, il quale dovrebbe approvare l’accordo con i «cugini» leghisti verso la metà del prossimo mese.
Che cosa prevede l’alleanza?
I «punti forti» all’ordine del giorno, durante l’assemblea svoltasi a porte chiuse, erano essenzialmente due: l’accordo con l’UDC (per le cantonali, ma con uno sguardo pure alle federali e alle comunali) e la terza candidatura nella lista per il Consiglio di Stato. Il primo punto è stato accolto all’unanimità dall’assemblea, fatta eccezione per l’astensione di un diretto interessato: il consigliere di Stato Claudio Zali. L’accordo con i democentristi, in sostanza, prevede una lista unica in corsa per l’Esecutivo cantonale, formata da tre leghisti e due democentristi. Ma oltre a ciò (e questo era il primo elemento di discordia), l’intesa prevede pure che, nel caso in cui uno dei due consiglieri di Stato uscenti della Lega non dovesse essere rieletto, i due partiti torneranno a sedersi al tavolo per ridiscutere l’accordo in vista delle elezioni federali. E questo perché, così facendo, la Lega si riserva la possibilità di candidare un suo esponente nella corsa per la Camera alta. Se, invece, sia Gobbi che Zali fossero riconfermati, allora l’intesa prevede che per il Consiglio agli Stati sia candidato l’uscente Marco Chiesa su una lista unica Lega-UDC. Sempre riguardo alle elezioni federali, viene confermata la lista congiunta per il Consiglio nazionale. Resta poi il secondo elemento di discordia, ossia la seconda ‘‘clausola’’ dell’accordo. Essa, in sintesi, prevede che i membri dei due partiti s’impegnino – in una sorta di codice di comportamento – a non attaccarsi personalmente. Sì, quindi, all’opposizione in Gran Consiglio. Ma no agli attacchi diretti e personali. L’assemblea ha inoltre già ratificato 81 candidati (su 90) per il Gran Consiglio, dando delega al Consiglio Esecutivo del partito di completare la lista con gli ultimi 9 candidati. Si ripresenteranno tutti gli uscenti, fatta eccezione per il sindaco di Lugano Michele Foletti ed Enea Petrini, in Parlamento dal 2017. Infine, l’assemblea ha pure ratificato il terzo nome sulla lista per il Governo. In corsa, assieme ai due uscenti, ci sarà (senza sorprese) Boris Bignasca. Durante la discussione, alcuni hanno chiesto la presenza in lista di un momò, oppure di una donna. Anche in questo caso, però, è passata la linea del pragmatismo, mettendo in lista un nome di spicco che si identifica con la storia del Movimento.
Soddisfazione
Parecchia soddisfazione per il risultato ottenuto l’ha espressa, da noi interpellato a fine serata, il consigliere di Stato Norman Gobbi: «Al di là delle differenze d’opinione su alcuni temi, ciò che conta è l’obiettivo strategico dell’alleanza: ribadire che questo Paese deve rimanere libero, indipendente e neutrale. E naturalmente pure confermare che la destra in Ticino è presente. Con l’auspicio della Lega di confermare i due uscenti». Ha quindi vinto la linea del pragmatismo? «Si tratta di punti di incontro che occorre trovare», risponde Gobbi. «Da parte loro c’erano delle richieste, così come da parte nostra. E questa è la formulazione dell’accordo che, magari non è perfetta, però accontenta tutti». Dal canto suo, la vicecapogruppo e portavoce del Movimento Sabrina Aldi parla anch’essa di realpolitik: «Alla fine ha prevalso il pragmatismo», commenta al CdT. «Ossia la volontà di avere in Ticino una destra forte che possa mantenere i due seggi in Governo».
I prossimi passi
A questo punto, come detto, tocca all’UDC confermare a sua volta l’intesa. Lo stesso accordo approvato dalla Lega sarà dunque sottoposto al Comitato cantonale democentrista che, come ci spiega il consigliere nazionale Piero Marchesi, «dovrebbe verosimilmente tenersi nella prima metà di novembre». Lo stesso Marchesi, sull’accordo approvato dal Movimento di via Monte Boglia, si dice contento: «Mi rallegro del fatto che, praticamente all’unanimità, l’accordo sia stato approvato dalla Lega. Ciò dimostra che, al di là di qualche mal dipancia, quando si tratta decidere, da una parte come dall’altra, siamo pragmatici. Confido che il Comitato dell’UDC darà seguito a quanto deciso dalla Lega». Anche perché, chiosa Marchesi, «l’accordo è nell’interesse di entrambi i partiti e soprattutto del centro destra». Lo stesso comitato che deciderà dell’alleanza con la Lega, va detto, sarà pure chiamato a decidere i due nomi che l’UDC metterà in campo per la corsa al Consiglio di Stato. Ad oggi, sono tre le persone che si sono messe a disposizione: Piero Marchesi, Paolo Pamini e Tiziano Galeazzi.