L'intervista

«L’iniziativa del PS va sostenuta, risponde ai bisogni del Ticino»

Il direttore del DSS Raffaele De Rosa prende posizione sulla proposta che mira a mettere un tetto a quanto i cittadini devono spendere per i premi di cassa malati: «Il controprogetto non è sufficiente» - Il Governo ritiene invece troppo aggressivo l’altro testo promosso dal Centro
©Chiara Zocchetti
Paolo Gianinazzi
22.05.2024 06:00

Non ci gira troppo intorno il direttore del DSS, Raffaele De Rosa: «Sono fermamente convito che l’iniziativa del PS “Per premi meno onerosi” vada sostenuta perché permette di dare una risposta ai bisogni del nostro cantone». Il consigliere di Stato, dunque, si sbilancia e prende una chiara posizione in vista del 9 giugno, giorno in cui i cittadini si esprimeranno alle urne anche sull’annoso tema dei premi di cassa malati. E lo fa dando il suo sostegno al testo del PS – che chiede che i premi a carico degli assicurati non superino il 10% del reddito disponibile – ed esprimendo delle riserve per quanto concerne l’altra iniziativa in votazione intitolata “Per un freno ai costi”.

L’alternativa migliore

«Si tratta di una coppia di iniziative – spiega De Rosa al CdT – che permette di dare risposte a un tema di estrema attualità: l’evoluzione dei costi nel settore sanitario e, di riflesso, il peso sempre più importante, spesso insostenibile, dei premi di cassa malati per i cittadini».

Per quanto riguarda il testo del PS, «trovo sia una risposta che va nella giusta direzione, anche se non è perfetta». In questo senso, De Rosa ricorda che con diversi suoi omologhi, nella Conferenza dei direttori della sanità dei Cantoni latini, era stato elaborato un controprogetto, «il quale purtroppo non è stato preso in considerazione». E oggi, spiega il direttore del DSS, «ci troviamo quindi di fronte a queste alternative: l’iniziativa o il controprogetto». Ma, chiarisce sin da subito De Rosa, «il controprogetto non è una risposta sufficiente, per più motivi: non persegue gli scopi sociali dell’iniziativa per aiutare chi spende più del 10% del suo reddito per pagare i premi di cassa malati; non porta alcun miglioramento in otto Cantoni, tra cui il Ticino; anzi, si chiede ai Cantoni di fare di più, con maggiori obblighi, senza una contropartita». Insomma, «di fronte a queste alternative sono fermamente convinto che l’iniziativa del PS vada sostenuta».

I soldi da Berna

C’è poi un’altra questione, non di poco conto, che ha portato il consigliere di Stato a sostenere il testo. Come scritto su queste colonne la scorsa settimana, secondo le prime stime un sì all’iniziativa porterebbe in Ticino quasi 400 milioni in più da parte della Confederazione per aiutare i cittadini a pagare i premi. «Questo dibattito – prosegue De Rosa – ha permesso di mettere in evidenza l’enorme disparità di risorse messe in campo da Berna. Mentre il nostro Cantone è tra i più generosi nel sostenere i cittadini, ci sono altri Cantoni che addirittura – lo dico tra virgolette – fanno utili con questo sistema perché ricevono dalla Confederazione decine se non centinaia di milioni ma per la riduzione dei premi versano molto meno di quell’importo. Incassano di più di quanto investono». Ciò, per De Rosa, «dimostra che il sistema presenta diverse lacune». Detto in altre parole: «Oggi come oggi lo sforzo del Ticino (e di altri Cantoni come Ginevra e Vaud) non viene riconosciuto. E l’iniziativa permetterebbe di correggere questo aspetto perché il nostro Cantone, se si prendesse la stima per l’anno 2024, andrebbe a incassare dai 370 ai 390 milioni». Indirettamente, aggiunge poi il direttore del DSS, «ciò permetterebbe anche di compensare l’ingiustizia sul fronte della perequazione finanziaria intercantonale, tramite la quale ci sono Cantoni simili al nostro che ricevono 10 volte la somma del Ticino». E non si tratta, precisa il consigliere di Stato, di fare lo «scaricabarile»: «Chiediamo unicamente che l’impegno della Confederazione venga mantenuto, oltretutto in un settore regolato dalla LAMal, una legge federale, con un’evoluzione dei costi che quindi dipende fortemente dalle regole dettata sul piano federale».

Risposte alle critiche

I contrari al testo del PS, dal canto loro, fanno notare che un sì alle urne potrebbe disincentivare i Cantoni a contenere l’aumento dei costi, così come potrebbe disincentivare gli assicurati a scegliere modelli meno costosi. Tutto ciò, con il rischio che per finanziare il sistema la Confederazione debba aumentare le imposte. Come replica De Rosa? «È importante agire su entrambi i fronti (ndr. l’aumento dei costi e l’aiuto nei confronti dei cittadini). Uno non deve escludere l’altro. Rimane quindi fondamentale anche agire sull’aumento dei costi, che come detto è però essenzialmente regolato a livello federale. Il tema del finanziamento del sistema è assolutamente importante. Ma credo che per affrontare il problema occorra rendersi conto che la crescita della spesa sanitaria, anche solo per via dell’invecchiamento della popolazione e del progresso della medicina, è inevitabile». A questo proposito, De Rosa cita uno studio dell’amministrazione federale delle finanze, secondo cui «da oggi al 2050 per il solo effetto dell’evoluzione demografica l’aumento della spesa sanitaria sarà di un miliardo all’anno». È dunque «un tema importantissimo, ma che si presenta a prescindere dal modello di finanziamento e dagli aiuti che diamo ai cittadini». Ecco perché «ho chiesto in vari gremi a livello federale di chinarsi sin da subito sull’esigenza di trovare nuove fonti di finanziamento per gli aumenti che vediamo già all’orizzonte».

Un pregio e un difetto

Riguardo, infine, l’altra iniziativa sul tavolo, quella del Centro, essa viene ritenuta dal Consiglio di Stato come «troppo aggressiva». «Ha sicuramente il pregio di evidenziare la crescita inarrestabile della spesa sanitaria, mettendo al centro l’urgenza di intervenire anche su questo fronte», premette De Rosa. «Il Consiglio di Stato ritiene che l’iniziativa sia troppo aggressiva, motivo per cui come Consiglio di Stato approva il controprogetto indiretto (ndr. che entrerebbe in vigore qualora l’iniziativa venisse bocciata)». Il controprogetto, chiosa De Rosa, «riprende diversi punti positivi dell’iniziativa e la rende più sostenibile. Penso, ad esempio, al fatto di non avere obiettivi annui, bensì a medio termine, evitando così fluttuazioni di anno in anno che sarebbero difficilmente gestibili».

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