L'Ucraina e noi

L'integrazione tra luoghi, cibi e bevande

Cosa significa assaggiare per la prima volta alcuni prodotti tipici della Svizzera? Le voci degli ospiti dell'associazione «Amici dei popoli» a Pregassona
Jona Mantovan
18.05.2022 06:00

Ci sono gusti tanto familiari quanto unici. Sapori caratteristici che sono entrati, in un modo o nell'altro, nelle ‘papille gustative’ di chi vive in Svizzera. Che sia la fragranza di una bevanda frizzante ricavata dal siero di latte. Oppure l'aroma di quel cioccolato con mandorle e miele la cui forma ricorda quella del Cervino. Oppure, ancora, la polvere di malto pensata per essere diluita... Un'ottima merenda. Estremamente popolare, anche. E poi ci sono quelli che non hanno mai provato, o quasi, nulla di tutto questo. Sì, perché l'integrazione passa non solo dalla scuola e dall'istruzione ‘formale’, ma anche per cibi, bevande e luoghi. I Castelli di Bellinzona, il Lago di Locarno, le montagne e – perché no? – anche la Swissminiatur.

Un lavoro attento

Un lavoro molto attento su questo fronte lo sta facendo l'associazione «Amicizia dei popoli», con sede a Pregassona in via Merlecco, in un ampio spazio messo a disposizione dalla Città. «La nostra realtà è nata nel 2016 come ente culturale – racconta Maiya Budkova, una delle fondatrici –. Ma da febbraio abbiamo cambiato lo statuto e ora siamo un'associazione umanitaria». Superorganizzata, Maiya mostra le decine di conversazioni aperte in Telegram e WhatsApp per coordinare tutte le attività e le iniziative. Corsi di italiano (offerti anche dal Laboratorio Il Punto), concerti, serate, escursioni, annunci di altri enti. «È importante avere una grande disciplina, altrimenti rischiamo di perderci la testa!», esclama.

Il centro è ben frequentato e c'è un via vai di persone. Più che comprensibile, anche perché le lezioni delle scuole stanno per finire e la sede diventa una sorta di «punto di riferimento» per tutti. Tra i volontari c'è anche Victoriya Erokhina, nella vita terapista ma che per l'occasione fa da interprete. Di norma, poi, è fuori sede. Perché è lei che accompagna i bambini o le famiglie nelle varie gite. E quando ci sono in ballo ingressi in attrazioni come la Falconeria di Locarno oppure lo Splash & Spa, ma anche la Swissminiatur stessa o lo Zoo al Maglio, spesso e volentieri sono offerti anche degli sconti. «La mia specialità è proprio l'integrazione», dice la nostra interlocutrice. «Mi sono subito proposta per l'accoglienza e per mostrare loro, attraverso una serie di attività, le bellezze del Ticino». Victoriya, di origini russe ma che si trova in Svizzera da vent'anni, ha organizzato – tra le altre – anche le visite al Teatro delle Marionette, alla manifestazione Caseifici aperti per una degustazione di formaggi e polenta. Ma ci sono anche partite di hockey.

Ma veramente?! È prodotta a partire dal siero di latte? Non l'avrei mai detto. Ma è proprio buona!
Eugenia

La Svizzera italiana si fa conoscere

Insomma, con tutte queste iniziative la Svizzera italiana si fa conoscere. Luizia, con la figlia Polina, e Eugenia, con il figlio Timur, hanno deciso di mettersi in gioco e provare una serie di prodotti «tipicamente svizzeri». Li avranno già scoperti? Li conosceranno già? «Sembra birra!», dice la piccola vedendo la madre versarle la bevanda a base di siero di latte nel bicchiere. Polina non pensava fosse così frizzante e chiude gli occhi mentre assapora il primo sorso. «È buona?», chiede la madre. Lei fa cenno con la testa: è buona, è buona... Anche Luizia ne assaggia un po'. «Buona. Ha un gusto leggermente dolciastro. Mi ricorda una specie di limonata che avevo già assaggiato in Ucraina». La stessa prova tocca a Eugenia. Prima, però, il piccolo Timur. Passa il bicchiere alla madre e solleva sorridente i due pollici. Esame superato. «Allora andiamo a comprarla?», chiede lei. «No! Abbiamo questa. La prendiamo da qui!», dice il bimbo. Eugenia, ma che gusto ha? «Ricorda la limonata che bevevo nella mia infanzia. Sembra gusto mela e pera, insieme...». Quando l'interprete le dice che è ricavata dal siero di latte, Eugenia rimane quasi di stucco. «Ma veramente?! Dal siero di latte? Non l'avrei mai detto. Buona!», sorride. Tutti e quattro, insomma, hanno scoperto qualcosa di nuovo.

Polina, esprimi un desiderio. È la prima volta che assaggi questo tipo di cioccolato dalla forma triangolare...
Luizia

Sul tavolo, in bella mostra, c'è già il mitico cioccolato dalla forma triangolare. Simbolo della Svizzera nel mondo, anche se la produzione è in mano a un grande marchio statunitense. «Ah, sì io lo conosco... Lo vendono anche da noi. Ma Polina non l'ha mai provato. Chissà, forse non le piace», dice Luizia. Porge un triangolo alla figlia. «Polina, esprimi un desiderio. È la prima volta che lo assaggi». La piccola, di dieci anni, sbatte le palpebre e pensa a qualcosa, prima di mettere sotto i denti il pezzetto. E la montagna? Quella che c'è sulla confezione? L'avete mai vista? «Eh, non abbiamo avuto il tempo. C'è la scuola, ci sono i corsi di italiano. Però in futuro vorremmo visitarla». Anche Eugenia è sulla stessa linea d'onda. «Sono volontaria qui al centro. Ma un giorno vorrei proprio vederla quella montagna».

I Castelli di Bellinzona mi hanno affascinato tanto. Ti fanno sentire come se fossi tornato indietro nel tempo, nel Medioevo
Polina, 10 anni

Entrambe le madri raccontano delle escursioni dei loro figli: Swissminiatur, i Castelli di Bellinzona. «E siamo stati anche a Milano», dice Polina. «Ma la cosa che mi ha affascinato di più sono stati i Castelli di Bellinzona. Davvero massicci. Ti fanno sentire come se fossi tornato indietro nel tempo, nel Medioevo. Mi sono immaginata un'atmosfera con la corte al cospetto del sovrano, il re nel suo castello». 

La Swissminiatur? È stato bellissimo! Vorrei sempre essere lì tutto il tempo
Timur, 4 anni

«Ancora cioccolato! È proprio una giornata speciale». Il tono di Eugenia fa trasparire la sorpresa. Si tratta di una barretta imballata con una cartina arancione, simbolo del prodotto: un cioccolato con polvere croccante al malto, normalmente impiegata per essere diluita nel latte. Timur sembra proprio apprezzare questo nuovo gusto. «E tu, Polina?». «Buono», risponde in italiano. Divertita la reazione della madre. «Che carina, sentirla parlare italiano. Ma anche questo prodotto l'abbiamo già assaggiato proprio appena arrivati qui. I volontari preparavano la bevanda con latte caldo», aggiunge. Precisando come, in Ucraina, non l'avesse mai vista. 

Si sente il gusto di malto, Eugenia? «No, per nulla. Ma è buona. Si scioglie in bocca. Davvero una delizia. Non l'avevo mai provata sotto forma di tavoletta». Eugenia è affascinata da questi nuovi prodotti e si ripromette di voler visitare e vedere meglio la Svizzera. «Ma al di là di questo, devo dire che qui ho trovato persone molto gentili e accoglienti. Persone che ti aiutano e che ti danno una mano come possono», dice mettendo una mano sul petto, a indicare il cuore.

Il piccolo Timur, che non vede l'ora di continuare a mangiare il cioccolato, dice quanto gli sia piaciuta la Swissminiatur. «Era bellissimo, vorrei sempre essere lì tutto il tempo».

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