Territorio

L’intricata battaglia legale lungo la riva del Vedeggio

Quasi tutto da rifare sull’indennizzo da versare agli ex proprietari di un terreno espropriato per realizzare, in futuro, una zona che permetterà al fiume di alluvionare – Per ora ospita un impianto per la lavorazione del materiale di scavo
© CdT/Chiara Zocchetti
Nico Nonella
11.06.2025 06:00

In passato vi sorgevano costruzioni al servizio di imprese attive in vari settori, utilizzate pure per la costruzione dell’autostrada A2, oggi ospita un impianto per la lavorazione del materiale di scavo e in futuro fungerà da grande area di espansione del Vedeggio in caso di piene, rinaturata e fruibile alla popolazione. Parliamo del terreno di oltre 23 mila metri quadrati in via Violino a Manno, situato tra il fiume e l’autostrada stessa, che dagli anni Sessanta ospitava una mezza dozzina di edifici (o meglio, depositi) abbandonati all’incirca dal 2016. Abbandonati non per scelta, ma per esproprio. Già, perché l’area in questione fa parte del progetto di rinaturazione portato avanti dal Consorzio sistemazione fiume Vedeggio (CSV). Ma se da un lato il futuro di quell’appezzamento è già scritto e non è in dubbio, non tutti sanno che il terreno è da quasi dieci anni al centro di una battaglia legale tra vecchi e nuovi proprietari.

Il diritto di espropriazione dei quattro fondi era stato conferito dalla Divisione della giustizia nel lontano 2011. CSV e gli allora proprietari avevano avviato delle trattative per trovare un accordo amichevole sull’utilizzo delle particelle e sull’indennità di espropriazione, raggiungendo una parziale intesa l’anno successivo. L’espropriazione formale è stata promossa a inizio 2015 ma successivamente le parti non avevano trovato l’accordo sull’ammontare delle indennità e la questione era approdata al Tribunale di espropriazione. Con sentenza del 28 aprile 2022 la Corte aveva parzialmente accolto le pretese dell’espropriato, riconoscendo un indennizzo di 551.370 franchi. Quest’ultimo aveva quindi ricorso al TRAM il quale, in una sentenza del 19 dicembre scorso pubblicata martedì, gli ha dato ragione. Il Tribunale di espropriazione dovrà nuovamente pronunciarsi in merito. Questa decisione, come detto, non influisce sui lavori. In futuro il terreno fungerà da grande area di espansione del fiume in caso di piene. Ma non servirà solo a contenere le piene del Vedeggio (che in un passato anche recente hanno causato danni): ci sarà anche un miglioramento dal punto di vista ambientale ed ecologico, ed è stato considerato pure l’aspetto della fruibilità da parte della popolazione. Ma questa è musica del futuro, se ne parlerà tra 4-5 anni. La riqualificazione di quest’area fa infatti parte del lotto 3 del progetto.

Quindici chilometri da domare

Domare il Vedeggio per quindici chilometri, metro più metro meno. Logisticamente e finanziariamente, più facile a dirsi che a farsi. E infatti, del progetto si parla da oltre dieci anni. Parliamo di opere che servono in buona sostanza a mettere in sicurezza il Vedeggio in caso di alluvioni, valorizzare l’ambiente, proteggere la fauna ittica e migliorare la fruibilità lungo il fiume. Il costo complessivo previsto? Circa sessanta milioni, di cui trentanove già spesi (e sei stanziati a fine 2024). Ovviamente, i lavori non vengono eseguiti in un colpo solo, ma si procede a tappe. O meglio, a lotti. Lo scorso dicembre, il Gran Consiglio aveva approvato un credito di oltre 6 milioni per realizzare gli interventi lungo 1,5 chilometri tra Manno e Bioggio (lotto 2.1) e per progettare quelli che verranno eseguiti lungo 800 metri a Cadempino. «A oggi sono state realizzate le opere di premunizione nella tratta finale del fiume Vedeggio tra il km 2,650 e la foce nei Comuni di Agno, Muzzano, Bioggio (lotto 1), nella tratta tra il km 5,8 e il km 4,9 nei Comuni di Lamone e Manno (lotto 2.2), nonché nei Comuni di Monteceneri-Camignolo, Mezzovico-Vira e Torricella-Taverne (lotti 4A e 4B). Sono stati anche sostituiti il Ponte dei Mulini al km 1,5 a Bioggio (lotto 5A) e il ponte in Via Industria a Torricella-Taverne al km 7,919 (lotto 6)», scriveva il Governo nel suo messaggio.

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