Lugano: ecco cosa vorrei in città

Cosa manca a Lugano? Lo abbiamo chiesto a personalità differenti, personaggi pubblici e non, che hanno punti di vista diversi sulla città nella quale vivono. Il risultato è un grande brain storming sulla Lugano del futuro, una riflessione su quel che è, è stato e sarà.
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Il lago diventi parte integrante della nostra vita quotidiana

Marco Borradori, sindaco di Lugano
Vogliamo diventare una città sempre più a misura d’uomo, creando spazi pubblici che siano dei veri luoghi d’incontro, coesione sociale e accoglienza. Una città dove lo spazio non sia semplicemente un «vuoto» tra edifici ma un valore aggiunto e di qualità. Lo abbiamo fatto con interventi circoscritti - un tunnel pedonale, la riqualifica di percorsi ciclopedonali - e con gli interventi alla Foce e lungo il Cassarate. Ora occorre agire su scala più ampia. Penso a uno spazio pubblico diffuso, che avvicini il lago e il lungolago alla vita quotidiana dei cittadini con naturalezza: per lo svago o la pausa pranzo. Il lago oggi è separato dall’area urbana mentre dovrebbe diventarne parte integrante. Mi immagino una passeggiata con zone verdi e dove la mobilità sia equilibrata tra le diverse esigenze. Il secondo elemento da integrare e promuovere in città è quello dell’innovazione. Non come concetto astratto ma come strumento per affrontare le sfide e migliorare la qualità di vita e l’attrattiva della regione a beneficio del territorio e al servizio della comunità. Quest’anno, grazie a Lugano Living Lab (che ha lo scopo di connettere cittadini, amministrazione, mondo accademico, centri di ricerca e aziende, ndr.), abbiamo costruito una rete di contatti e collaborazioni di grande qualità e motivazione.
Da ultimo mi immagino una città con una sola anima, una visione e dei valori condivisi. Non più una somma di quartieri ma una Lugano che, pur rispettando le specificità e le tradizioni, riesca a identificarsi con forza in un progetto comune. Solo così potremo costruire una città migliore a favore delle nuove generazioni.
Più piste per le biciclette, anche per non farsi male

Loan Anh Duong, studentessa al master in marketing all’USI
Cosa vorrei a Lugano? Sicuramente più piste ciclabili. Soprattutto nelle ore più trafficate, la carenza di piste riservate alle biciclette causa diversi disagi e non solo a chi guida una due ruote. Infatti, se da un lato il traffico automobilistico rischia di essere rallentato proprio dalla presenza dei ciclisti che non riescono a sorpassare sulle strade, dall’altra gli stessi ciclisti rischiano di azzardare sorpassi pericolosi, mettendo a rischio la propria incolumità. Spesso, allora, i ciclisti ripiegano sui marciapiedi facendo slalom tra i pedoni, nonostante la legge della circolazione stradale preveda il divieto di circolare in bicicletta sulle strade pedonali. Un rete di piste ciclabile senza interruzioni farebbe quindi comodo a tutti: sia ai ciclisti che agli automobilisti.
Un’altra cosa che manca in città sono i locali per la musica dal vivo. Locali che in passato c’erano. Penso ad esempio al Metrò club e al Living Room, storico locale di via Trevano che ha chiuso i battenti solo pochi mesi fa. Entrambi erano luoghi alternativi che fungevano da punto d’incontro per giovani e meno giovani, offrendo un tipo di intrattenimento alternativo da quello proposto dalle solite discoteche, come musica rock, concerti rap e molto altro. Infine, sarebbe bello se in città si riproponesse un festival musicale come il City Beats, cessato dopo tre edizioni (evento che ha avuto luogo in piazza della Riforma dal 2014 al 2016, ndr.).
Alloggi per famiglie e affitti abbordabili

Don Emanuele di Marco, direttore dell’Oratorio di Lugano
La spesa per l’affitto di un’abitazione a Lugano è spesso un problema. Vorrei che ci fossero più alloggi per famiglie e non parlo solo di appartamenti a pigione moderata, ma anche di appartamenti con affitti onesti che siano grado di ospitare nuclei familiari numerosi. Soprattutto per chi ha molti figli, è importante poter vivere bene e serenamente all’interno di spazi adeguati. Se, per ragioni economiche, una famiglia è costretta ad abitare in spazi ristretti rispetto alle proprie esigenze, rischia di vivere in maniera poco serena la casa, che è il fulcro attorno a cui ruota la vita domestica.
Nonostante in città ci siano tanti eventi, penso che manchi il senso della festa nell’accezione «alta» del termine. Qualcosa che unisca non solo gli appassionati di auto, di corsa o di qualche disciplina specifica, ma tutta la popolazione. Manca il senso dello stare insieme e condividere il territorio come accadeva, ad esempio, vent’anni fa alla festa della vendemmia. La vivevo da piccolo come un vero momento di aggregazione per persone di tutte le età: ci sentivamo parte di qualcosa di bello. Oggi in occasione delle grandi feste la Città inserisce mercatini e bar, come se per forza si dovesse sempre vendere e comprare qualcosa. La commercializzazione a tutti i costi di un evento è, a mio avviso, un campanello d’allarme.
Ispiriamoci agli alberghi che si affacciano sul Lario

Gabriele Stillitani, bar manager e influencer del settore
Viaggio spesso per lavoro e trovo che a Lugano, nel mio settore, si senta la mancanza di una struttura alberghiera che risponda a una richiesta di alto livello sia nella ristorazione che nel beverage. Ci vorrebbero strutture che sappiano offrire ristoranti stellati e bar gestiti da bar manager con esperienza. Credo che gli hotel di design presenti sul vicino lago di Como siano un perfetto esempio da cui si potrebbe prendere spunto. Bisogna rendersi conto del fatto che chi viaggia oggi giorno tende, prima di partire, ad informarsi sul tipo di accoglienza che una località e le sue strutture sanno offrire. La clientela, soprattutto quella con una certa possibilità economica, non si accontenta più ma cerca qualcosa di speciale, un’esperienza da vivere e condividere. I social media hanno influito molto sul modo di spostarsi, sulla scelta delle località e delle strutture. Un bel panorama sul lago non basta più. Dato che il livello, soprattutto nelle grandi città, si è alzato di molto le persone non si accontentano. È importante saper interpretare questa esigenza per essere davvero al passo con i tempi.
Forse per «colpa» delle mie origini romane, in città sento la mancanza di una vera pizzeria romana. Un ristorante che, oltre alla pizza, proponga solo anche altre specialità come supplì, fiori di zucca e baccalà fritto.
Sciare al parco Ciani con la neve artificiale

J.J. Aeschlimann, dirigente Hockey Club Lugano
Durante la stagione estiva Lugano propone numerosi eventi sia culturali che sportivi per tutte le generazioni. Manca però un vero e proprio concetto che animi la città anche d’inverno, oltre ai consolidati mercatini ed al villaggio di Natale. Cosa si può fare d’inverno in città? Oltre ad una sempre gradita visita alla Cornèr Arena per le partite del Lugano e le diverse attività del Club di pattinaggio, un salto alla palestra dell’Istituto Elvetico per seguire il basket o ad una visita al LAC, l’offerta è carente.
Capisco che sia più facile organizzare eventi all’aria aperta in estate, ma perché non pensare a creare, ad esempio, una pista di sci di fondo su neve artificiale al parco Ciani? Lugano è sempre stata la città trascinatrice in un cantone particolarmente diversificato a livello di offerta sportiva e mi ricordo gli anni dove noi giocatori di hockey, basket e calcio ci frequentavamo anche fuori del nostro lavoro. Purtroppo, nonostante si faccia tanto per lo sport a Lugano, a livello di infrastrutture siamo in ritardo sulle altre grandi città svizzere. Oltre al progetto del Polo sportivo, per evitare di ritrovarsi tra una decina d’anni con le due piste di ghiaccio più vecchie in assoluto, la Città dovrà inevitabilmente chinarsi su un progetto di costruzione di una nuova struttura all’avanguardia dedicata agli sport su ghiaccio. Nel frattempo, una terza pista già migliorerebbe in modo importante l’aspetto formativo di più di 400 ragazzi e ragazze della Sezione giovanile HCL.