Malesseri alla Sagra dell'Uva a Mendrisio: individuata la causa

Il «colpevole» è stato individuato: Clostridium perfringens. È il batterio che ha causato il malessere in alcune decine di persone che hanno frequentato la corte di San Giuvan durante la scorsa Sagra dell’uva a Mendrisio. Domenica 28 settembre, alcune ore dopo aver mangiato i piatti offerti in quella corte, diverse persone hanno cominciato a manifestare i sintomi di una possibile intossicazione alimentare (tecnicamente una tossinfezione): crampi addominali e diarrea.
Qualcosa, in effetti, è andato storto e negli scorsi giorni il Laboratorio cantonale ha confermato la proliferazione del batterio nelle pietanze distribuite. La gestione della corte, durante il fine settimana di festa, era stata affidata al Football Club Stabio il quale ora – scusandosi ed esprimendo rammarico per ciò che è successo – ha ricostruito quanto capitato. «Il Club ha preso con la massima serietà quanto accaduto durante la Sagra dell’uva – spiega al Corriere del Ticino il presidente Victor Brusa –. A seguito delle prime segnalazioni di malessere tra gli avventori, la società si è prontamente autodenunciata presso il Laboratorio cantonale».
La conferma dal campione
Laboratorio che, una volta prelevati i campioni dalle rimanenze degli alimenti venduti quel giorno – alimenti sottovuoto non ancora manipolati –, ha svolto analisi e indagini accurate. In uno dei campioni è stata riscontrata la presenza del batterio Clostridium perfringens. Questo batterio, «può provocare sintomi gastrointestinali analoghi a quelli riportati dalle persone coinvolte. Fortunatamente, i disturbi gastrointestinali causati si risolvono generalmente nell’arco di 24 ore, senza necessità di trattamenti specifici».
Il batterio, dunque, come può essere finito nei piatti distribuiti durante la manifestazione? Può essere presente nella carne cruda di norma in quantità non pericolose e sopravvivere al processo di cottura.
«Procedura non ottimale»
I responsabili del Laboratorio cantonale, insieme ai rappresentanti del FC Stabio, hanno quindi ricostruito tutte le fasi e le procedure di lavorazione delle derrate alimentari, al fine di comprendere la dinamica dell’accaduto. «In particolare – conferma Brusa – è stata messa in evidenza una procedura non ottimale nella fase di riscaldamento degli alimenti, che potrebbe aver favorito la proliferazione del batterio, già presente prima dell’acquisto della merce, fino a livelli tali da causare i disturbi segnalati». In totale, stando a quanto abbiamo potuto appurare, sono circa una quarantina le persone che si sono annunciate dichiarando i sintomi.
Mai più errori
«Il Football Club Stabio – conclude il presidente – desidera ringraziare il Laboratorio per la disponibilità e la professionalità dimostrate, e assicura a tutti gli amici dell’Associazione che simili errori non si ripeteranno. La società si impegnerà a privilegiare la salute dei propri avventori rispetto alla rapidità del servizio, anche in presenza di una forte affluenza».