Massagno: sconto di pena per il tentato omicidio

Sconto di pena per il tentato omicidio di Massagno. Nelle scorse settimane la Corte di appello e revisione penale (CARP) ha infatti ridotto da 10 a 7 gli anni di carcere inflitti al 27.enne rumeno che il 12 settembre di tre anni fa in via Nosedo a Massagno sparò e ferì a un braccio un connazionale di 33 anni.
Tesi difensiva accolta
Se in primo grado la Corte delle assise criminali aveva riconosciuto un dolo diretto (l’imputato voleva sparare per ferire o uccidere), in Appello la Corte presieduta dalla giudice Giovanna Roggero-Will ha ritenuto che il 27.enne agì invece con dolo eventuale (ha messo in conto che avrebbe potuto ferire gravemente o uccidere la vittima, ma non era quello l’obiettivo).
Accolta dunque la tesi difensiva dell’avvocata Demetra Giovanettina, la quale si era battuta per una pena non superiore ai sei anni di carcere contestando la premeditazione: quella sera, il 27.enne era partito dall’Italia non con l’intento di uccidere, bensì di recuperare un’ingente somma di denaro che la vittima gli doveva. Dal canto suo l’accusa, rappresentata dal procuratore pubblico Roberto Ruggeri, aveva chiesto la conferma del verdetto di primo grado, che era stato più severo degli 8 anni e 8 mesi chiesti inizialmente. La CARP ha confermato invece l’espulsione dalla Svizzera per 12 anni.
Quel risentimento
La vicenda si inserisce in una questione di denaro tra vittima e aggressore. I due uomini si erano conosciuti nel 2019 ed erano diventati amici, almeno finché nel 2022 il primo non aveva dato al secondo del denaro (almeno 35 mila franchi, ma forse anche 105 mila) da investire in una società di autonoleggio. Investimento che però non si era concretizzato. Di qui il risentimento da parte dell’imputato. Ne erano seguiti mesi di pesanti minacce da ambo le parti – la vittima non ha mai accettato i toni usati dall’imputato nei suoi confronti – sia tramite messaggi sia telefonate, intervallati da incontri per chiarirsi. Fino alla sera del 12 settembre 2022. L’imputato ha affermato di essersi sentito minacciato dall’ex amico, e di aver di conseguenza acquistato una pistola – quella con cui poi sparerà – per sua sicurezza personale. Quanto al confronto, aveva dichiarato di aver voluto incontrare il 33.enne di persona per provare a recuperare la somma di denaro, ma di aver poi avuto paura di essere finito in una trappola, dato che la vittima non era da sola.
Transizione sotto la lente
Insomma, tutta una questione di soldi. Denaro che lo sparatore avrebbe dato all’ex amico per investirli in una asserita attività di autonoleggio. Ebbene, questa transazione è sotto gli occhi della giustizia: la vittima figura infatti quale sospettata di truffa – assieme a un’altra persona – nei confronti del giovane che gli ha sparato. L’incarto è ancora aperto e titolare ne è sempre il procuratore pubblico Ruggeri.
Procedimento penale parallelo
Ma non è tutto. La vittima è indagata pure in un altro procedimento penale, aperto lo scorso ottobre per far luce su presunte irregolarità legate a leasing di automobili di lusso e ancora in corso. Il 33.enne era stato arrestato insieme ad altre quattro persone e scarcerato dopo alcune settimane di detenzione preventiva. Il quintetto è sospettato di aver stipulato contratti di leasing con un istituto di credito per acquistare automobili di lusso che poi venivano noleggiate in Italia.


