L'intervista

Matteo Pronzini: «Noi siamo pronti a un muro antifuoco con il PS»

Con il parlamentare dell'MPS diamo il via a una serie di interviste con i protagonisti della politica cantonale – I rapporti a sinistra e «la farsa tra Lega e UDC»
Matteo Pronzini: «Piazza ed opposizione, mon amour». ©CdT/Chiara Zocchetti
Gianni Righinetti
05.08.2025 06:00

Dall’arrocco, al  mini-arrocco governativo: le tensioni nel  mondo della politica cantonale in  attesa dell’autunno che si preannuncia caldo: la votazione cantonale del 28 settembre sulle casse malati e, a seguire, il Preventivo 2026. Con il parlamentare dell’MPS Matteo Pronzini diamo il via a una serie di interviste per tastare il polso su quello che è stato e quanto ci attende. Iniziamo con il «partitino» schierato all’opposizione, due soli deputati in Gran Consiglio, ma capaci di fare tanto rumore. Come pure di costringere l’intero Parlamento a una sessione straordinaria il prossimo 25 agosto.   

Matteo Pronzini, lei è un po’ il fustigatore della politica cantonale?
«Beh, non lo so, la definizione è sua, non mia. Quello che mi pare chiaro è che noi dell’MPS cerchiamo di dire le cose come stanno e di sostenere senza suggeritori o padroni quello che pochi in politica hanno il coraggio di affermare. E questo perché non sono come noi: liberi e indipendenti».

Non le sembra di esagerare sugli ultimi due concetti?
«Allora diciamo che quanto accaduto negli ultimi mesi non è stato merito nostro (che però ci siamo stati al momento opportuno), bensì demerito di altri. Le magagne del Consiglio di Stato e nella Magistratura: abbiamo messo in risalto tutta una serie di problematiche e dimostrato che si può anche denunciare e mettere in evidenza la realtà di questo Cantone e della politica dei “potenti”».

Avete reso pubblici documenti di cui si vociferava da mesi. Penso ad esempio al «rapporto segreto» della Lega. Tutto questo non vi ha generato qualche «problema»?
«No, al contrario, ci ha creato molto consenso, anche se non tutto alla luce del sole. Devo dire, con un certo orgoglio ed emozione, che abbiamo ricevuto moltissime attestazioni di sostegno. La cosa interessante è che è avvenuto anche da persone relativamente anziane che mi hanno scritto esprimendo ammirazione per quello che stiamo facendo, pure da chi è politicamente lontano da noi. Poi ci sono i complimenti ufficiosi, da altri rappresentanti di partito, anche di quelli di Governo, che ci hanno dato una pacca sulle spalle, ma non lo possono dire. Ecco, questo è il Ticino».

Anche da parte di qualcuno del PS?
«Sì, anche da loro. Ma noi con il PS non abbiamo alcun problema, abbiamo cercato il dialogo e lo faremo ancora. Attendiamo un loro segnale. In maggio abbiamo sottoposto un documento a PS e Verdi per una sinistra più coesa in questo contesto politico e sociale difficile e pesante. La sinistra può anche andare all’offensiva però non facendo la brutta copia degli altri partiti, ma rompendo con discontinuità con quello che è stata la politica fatta finora».

La forza della sinistra sta nella capacità di fare opposizione fuori e dentro le istituzioni

Intanto però «l’imposizione» di una seduta straordinaria del Gran Consiglio in agosto per parlare dell’arrocco è frutto della vostra azione politica…
«Questo conferma che alcune offensive sono possibili. Il piccolo MPS che riesce a convincere 37 deputati. Chi ci avrebbe scommesso?».

Ma quel documento unitario ha generato qualcosa di virtuoso nella vostra ottica?
«È ancora presto per dirlo. Dai Verdi assoluto silenzio malgrado un nostro “richiamo”. Con Laura Riget e Fabrizio Sirica ne abbiamo discusso. Ci hanno promesso una presa di posizione ufficiale entro fine agosto. Si tratta di alzare assieme un muro antifuoco, nel senso che bisogna fare fronte a questa ondata di destra e di deregolamentazione che sta arrivando perché non è ancora davvero arrivata. La forza della sinistra sta nella capacità di fare opposizione fuori dalle istituzioni e all’interno. La nostra parte la stiamo facendo, contiamo anche su chi in Governo c’è, ma non può fare da accompagnatore dei partiti di destra. O, se questa è la sua linea, lo dica chiaramente. Confido in un bel dialogo con il PS».

Insomma, questo è un po’ un aut-aut: «O con noi o con loro».
«Ma no, non è così. In ogni caso noi andiamo avanti e con il PS condividiamo ad esempio il sì all’iniziativa dei premi di Cassa malati al massimo del 10%. Faremo campagna attiva per la loro iniziativa in vista del 28 settembre».

Ma sa che talvolta sembra che il vostro gioco sia finalizzato a mettere in difficoltà il PS?
«No, assolutamente no. Ma tocca a loro dimostrare di essere davvero a sinistra. Ad esempio, sull’arrocco il PS - e soprattutto la consigliera di Stato Marina Carobbio - non ha brillato».

Un PS accondiscendente con la propria consigliera di Stato?
«È quanto sento da molti militanti e simpatizzanti del PS».

Perché è così morbido, si sta per caso imborghesendo?
«Si figuri! Nemmeno per idea. Sono del parere che la posizione di alcuni socialisti nelle stanze dei bottoni, cito anche il sindaco di Bellinzona Mario Branda, disorientino la sinistra. Qualcosa di diverso è possibile e si potrebbe anche fare assieme».

E se tutto dovesse fallire?
«Sono in politica da 30 anni e sono pronto a tutto. Noi non ci fermeremo. Ma con una sinistra debole altri ci sguazzano».

Quanto accaduto negli ultimi mesi non è stato merito nostro, bensì demerito di altri

Voi siete un partito che mette la visibilità al centro di tutto?
«Aspetti, come? Se le nostre questioni fanno discutere è solo visibilità? Creiamo dibattito, la visibilità ne è un elemento ma non il fine ultimo. La visibilità ci viene data dalla qualità dei nostri interventi e delle nostre proposte.  La nostra bussola sono gli interessi dei ceti popolari e dei salariati».

Ma qual è l’interesse/senso di un dibattito/gazzarra (così sarà) sull’arrocco?
«Non dipenderà da noi, ma da tutti e dall’atteggiamento che mostrerà il Governo dopo una decisione incomprensibile. Tutti l’hanno detto ma tutti erano pronti a subirla. Noi assolutamente no».

Ma come si sintetizza questo arrocco dal suo punto di vista?
«Tutto molto semplice. È in arrivo il processo per alcuni poveri poliziotti che si sono trovati nel posto e nel momento sbagliato e allora c’è stata l’invenzione leghista per salvare la faccia a Norman Gobbi. D’altronde, il comunicato del Governo, un fumogeno pure questo, almeno questa variabile l’ha ammessa. E trovo inaccettabile che a rappresentare il Governo in questa delicata situazione sia lo stesso Gobbi solo perché si trova ad essere presidente. Questo Governo è allo sbando. Sfido chiunque a sostenere, con i fatti, il contrario».

Questa legislatura è ormai persa o c’è ancora qualche cosa da fare?
«Sono convinto che la votazione di fine settembre sia un appuntamento importante. I premi di cassa malati stanno strangolando le famiglie e i pensionati di questo cantone. Bisogna andare a prendere i soldi dove ci sono. In Ticino, negli ultimi vent’anni, chi possiede più di cinque milioni di sostanza è passato da cinquecento a duemila persone. Non ci nascondiamo dietro un dito e faremo anche campagna per questo».

E prima del 2027 che cos’è immaginabile fare ancora?
«La legislatura è finita e il bilancio, il giudizio, è negativo, come lo era anche per le precedenti. Se c’è una cosa che bisognerebbe fare è portare in votazione, per esempio, la nostra iniziativa popolare contro il dumping del 2019, una proposta che vuole dare risposte concrete a un’altra tematica centrale accanto alla Cassa Malati per la stragrande maggioranza della popolazione che è quella di una perdita del potere d’acquisto legata alla riduzione dei salari e a una pressione sui salari stessi».

E che dire dei battibecchi Lega-UDC?
«Sono una farsa, sono la stessa cosa con un vestito diverso. Dico ai ticinesi di non farsi abbindolare, e dico alla sinistra di farsi più forte per contrastare questa deriva».

Insomma, un nuovo ramoscello d’ulivo al PS. Sembra ossessionato da questa «alleanza»…
«Macché ramoscello d’ulivo, cerchiamo di dare risposte reali e coerenti per cambiare politica, altrimenti rischiamo di cadere in una situazione estremamente difficile. Stiamo vedendo cosa succede in altri Paesi. Gli Stati Uniti sono l’esempio classico, e i democratici sono i responsabili del disastro. Diamo alla Svizzera e al Ticino una discontinuità, prima che sia troppo tardi».

Ma questo è catastrofismo. La Svizzera ha anticorpi che altri non hanno. Oppure no?
«Non speculiamo, il mio è realismo».

Il senso dell'arrocco è molto semplice: è in arrivo il processo ai poveri poliziotti e la Lega doveva salvare la faccia a Norman Gobbi

Favorevole o contrario al maggioritario?
«Io sono profondamente contrario al sistema elettorale maggioritario. La discussione tra maggioritario o proporzionale è un po’ falsata. Il problema non è il tipo di sistema: in Francia, Inghilterra o Italia non è che la situazione sia migliore che da noi. Il problema è la politica che bisogna fare. Serve opposizione seria e determinata. È proprio quello che manca in questo Cantone, quindi una sinistra capace di fare opposizione all’interno del Governo».

Stoccata al PS, Pronzini si sta ricredendo?
«Il PS sa come la pensiamo, ma siamo pronti a discutere con loro. Tutto qui».

Sa che osservandola in Parlamento si ha l’impressione che lei si diverta un sacco a fare il bastian contrario, ad esempio quando si alza e dice «mozione d’ordine presidente!».
«Ma no, è solo che ogni sistema è calibrato per limitarci, non darci accesso ai documenti e toglierci la parola. Io non ci sto e ci prendiamo i nostri legittimi spazi. Non mi metteranno e non ci metteranno la museruola».

È una minaccia?
«No, solo una promessa».

In questo articolo: