Sanità

Niente intesa con le casse malati, «da luglio siamo in un limbo burocratico»

Dallo scorso mese le prestazioni degli psicologi-psicoterapeuti rientrano nell’assicurazione di base, un cambiamento atteso da oltre trent’anni – Tuttavia, non sono mancati problemi: non è stato trovato l’accordo con alcuni assicuratori malattia sulla tariffa da applicare, creando incertezza nel settore
Paolo Gianinazzi
18.08.2022 06:00

Il termine «tempesta perfetta», di questi tempi, viene evocato spesso. D’altronde, dopo due anni di pandemia, l’arrivo della guerra, dell’inflazione e della penuria di energia hanno messo in difficoltà molti settori. Ora, però, per una questione molto diversa, a parlare di tempesta perfetta sono gli psicoterapeuti. 

Dal primo luglio di quest’anno, gli psicologi-psicoterapeuti indipendenti possono fatturare le loro prestazioni direttamente all’assicurazione malattia di base. Tuttavia, i negoziati tra le associazioni di categoria e alcune casse malati sulla tariffa e la struttura tariffale da adottare sono stati più complessi del previsto. E in soldoni, ciò significa che gli psicoterapeuti, in questa fase transitoria, si trovano in difficoltà nell’implementare una riforma che, nel settore, era attesa da oltre trent’anni. Una situazione delicata – e parecchio complessa – che Nicola Gianinazzi (delegato per la Svizzera italiana dell’Associazione Svizzera delle Psicoterapeute e degli Psicoterapeuti) definisce, «con le dovute proporzioni, una tempesta perfetta». 

«Una macchina in stand-by»

La novità, introdotta dal Consiglio federale dal 1. luglio 2022, prevede che gli psicologi psicoterapeuti possano esercitare a titolo indipendente a carico dell’assicurazione obbligatoria delle cure medico-sanitarie, a condizione che sia rilasciata una prescrizione medica. L’obiettivo della modifica, in sintesi, è di permettere alle persone con problemi psichici di accedere in modo più semplice e rapido alla psicoterapia. 

E fin qui, tutto bene. Il problema, ci spiega Gianinazzi, è che dal primo luglio in poi gli psicoterapeuti indipendenti stanno vivendo in una sorta di «limbo burocratico». Insomma, un cambiamento benvoluto praticamente da tutti, soprattutto dagli stessi psicoterapeuti, all’atto pratico si è trasformato in queste prime settimane in «un’enorme macchina messa in stand-by». 

Concretamente, ci spiega Gianinazzi, «il modello su prescrizione che doveva facilitare l’accesso alla psicoterapia, ora - paradossalmente - lo limita, poichè quasi tutte le assicurazioni complementari ributtano sulla LAMal e alcune Casse malati tergiversano nell’accettare la struttura tariffale o la tariffa. Tutta questa fase transitoria non è stata gestita al meglio, creando incertezza (anche finanziaria) nel settore. In queste settimane noi indipendenti infatti ci troviamo di fronte a molte complicazioni amministrative». Ma non solo, rimarca Gianinazzi: «La situazione è in particolar modo complessa, rispetto a chi ha uno studio già avviato, per gli psicoterapeuti in formazione. Senza dimenticare che tutta questa incertezza, in alcuni casi, purtroppo si ripercuote pure sui pazienti, che oltretutto si trovano già in una situazione di fragilità». Insomma, per l’Associazione svizzera degli psicoterapeuti l’auspicio è che tutta questa vicenda possa risolversi a breve: «Ci viene richiesta pazienza in questi mesi e per mestiere siamo in grado di metterla in campo – chiosa il nostro interlocutore –, ma speriamo veramente tutti che i nodi si sciolgano al più presto, come alcuni di essi si sono già allentati in queste ultime settimane». 

La soluzione transitoria

L’inghippo, va detto, nasce dal fatto che, ad oggi, non è ancora stata trovata un’intesa a livello nazionale tra le associazioni di categoria e le casse malati sulla tariffa da applicare per le prestazioni fornite dagli psicoterapeuti. Motivo per cui, alcuni Cantoni (tra cui il Ticino) hanno nel frattempo fissato una tariffa provvisoria. 

«Il 13 luglio 2022 – ci spiega la capoarea dell’Area di gestione sanitaria del DSS Ivana Petraglio – il Consiglio di Stato ha approvato con decreto esecutivo la tariffa provvisionale applicabile dal 1. luglio 2022 alle prestazioni di psicoterapia psicologica eseguite in ambito ambulatoriale su prescrizione medica degli assicurati iscritti alla Cooperativa di acquisti HSK SA, tarifsuisse SA e CSS Assicurazione malattie SA». Tuttavia, aggiunge Petraglio, «la struttura tariffale concernente le prestazioni in oggetto dovrà invece essere approvata dal Consiglio federale, poiché si tratta di una struttura tariffale valida per tutta la Svizzera. In tal senso, il 10 giugno 2022 curafutura (associazione mantello degli assicuratori) e i fornitori di prestazioni hanno sottoposto al Consiglio federale una proposta di struttura tariffale per singola prestazione, proposta che per il momento non ha ottenuto l’adesione dell’altra associazione mantello santésuisse, che rappresenta circa il 40% degli assicurati». Ecco perché, prosegue Petraglio, «in attesa della posizione del Consiglio federale, il Canton Ticino ha optato per l’approvazione di una tariffa provvisionale per non lasciare un ‘vuoto’  e garantire una presa in carico dei pazienti immediata». La tariffa approvata, precisa infine la nostra interlocutrice, «è in linea teorica applicabile alle due strutture tariffali, sia quella esistente secondo il tariffario TARMED sia quella nuova, ma è auspicabile che sia scelta la seconda modalità anche da santésuisse, come raccomandato dal Cantone con lettera alla stessa santésuisse, al fine di evitare ai fornitori di prestazioni regole diverse, amministrativamente e finanziariamente onerose».

«Richieste eccessive»

Dal canto suo il portavoce Christophe Kaempf spiega che santésuisse «ha sostenuto questo cambiamento di modello, dalla psicoterapia delegata alla psicoterapia su prescrizione, nell’interesse dei pazienti». Tuttavia, aggiunge, «non è mai stato preso in considerazione il fatto che il cambio di modello avrebbe consentito aumenti sostanziali della retribuzione degli psicologi. Le loro richieste, se accolte, potrebbero rappresentare centinaia di milioni di franchi in più per gli assicurati. E quindi rifiutiamo di imporre un nuovo aumento agli assicurati, che purtroppo saranno già colpiti dall’aumento della spesa sanitaria che inciderà sui premi 2023». Detto ciò, conclude il portavoce, santésuisse si dice «aperta a riprendere le trattative il prima possibile per trovare una soluzione con gli psicologi che sia nell’interesse degli assicurati».