«Non c'è un interesse pubblico a riaprire subito il cantiere»
Contestato dal ricorso di un cittadino, rimane al momento bloccato il credito di 2,7 milioni di franchi concesso dal Consiglio comunale di Bellinzona per completare la trasformazione in Centro sociale e culturale intergenerazionale dell'Oratorio di Giubiasco, il cui cantiere è fermo da due anni a seguito del sorpasso di spesa nella costruzione. Il Consiglio di Stato ha respinto negli scorsi giorni la richiesta del Municipio cittadino di revocare l'effetto sospensivo in attesa della decisione sul ricorso. Revocare l'effetto sospensivo permetterebbe infatti di riprendere i lavori, anticipando in sostanza la decisione sulla vertenza. «Contrariamente a quanto sostiene il Municipio di Bellinzona - scrive il Governo a firma del presidente Claudio Zali - non vi è un interesse pubblico preponderante ed impellente a procedere nel senso auspicato, già solo se si considera che il blocco del cantiere perdura da diverso tempo cosicché non si intravvede quale pregiudizio altrimenti irreparabile vorrebbe scongiurare con la sua richiesta».
«Contrario all'interesse del Comune»
Inoltre, si sottolinea, «la revoca dell'effetto sospensivo potrebbe addirittura rivelarsi contraria all'interesse, anche finanziario, del Comune medesimo che in caso di un eventuale accoglimento del gravame potrebbe trovarsi in una situazione piuttosto delicata», con «conseguenze non indifferenti sia per l'autorità comunale sia per i medesimi cittadini». Questo respingimento, si precisa infine, «non influisce ovviamente sulla decisione di merito, che il Consiglio di Stato avrà sicuramente cura di emanare nel più breve tempo possibile».
«Fatto nulla per contenere i costi»
Il credito supplementare di 2,7 milioni di franchi per il restauro dell’Oratorio di Giubiasco era stato concesso il 16 maggio scorso dal Legislativo della capitale. Si tratta di uno dei cantieri finiti sotto i riflettori nella primavera 2020 insieme al Policentro della Morobbia e all’ammodernamento dello Stadio comunale per un incremento dei costi di realizzazione pari al 30%. Contro la decisione del Consiglio comunale è appunto stato presentato un ricorso al Governo, che rimane pendente. Il cittadino ha scelto questa strada sostenendo che in cinque anni dalla nascita della nuova Bellinzona «nulla è stato intrapreso per contenere i costi e migliorare i servizi», e invocando una maggiore trasparenza da parte delle autorità, tirando in ballo vari livelli della politica cittadina. Ma la responsabilità principale, ha aggiunto nel ricorso, è dell'Esecutivo. E questo anche per quanto riguarda i sorpassi di spesa: «Si sapeva o si doveva sapere che il sistema non poteva reggere anche perché non tutti erano adatti alla funzione».
Una lunga storia
L’allora Legislativo di Giubiasco votò il credito di 7,95 milioni per la riqualifica dell'Oratorio il 12 ottobre 2015. I lavori iniziarono il 7 giugno 2017. Il 19 febbraio 2020 il Dicastero opere pubbliche (DOP) sottopone all’Esecutivo una risoluzione di presa d’atto della proiezione di spesa che sale a 10,16 milioni (+28%). L’incarto viene rinviato al DOP per «approfondimenti e possibile correzione». Il bubbone viene a galla pubblicamente e il 15 aprile dello stesso anno scatta il blocco dei lavori. L’obiettivo, al momento di presentare il progetto di ripresa dei lavori al Legislativo, era quello di inaugurare il centro culturale intergenerazionale all’inizio del 2023 dopo 6-8 mesi di cantiere, con una spesa che alla fine potrebbe sfiorare gli 11 milioni. L'agenda slitta però un po' a seguito del ricorso, per cui come detto si attende una decisione prossimamente.