Canobbio

Non è un paese per bambini: negata la licenza a Fantasilandia

Per il Municipio «l’attività non è compatibile con la zona residenziale: urla, pianti e strilli dei piccoli sono rumori molesti» - Timori anche sui posteggi
Giuliano Gasperi
21.07.2022 06:00

Le perplessità che aleggiavano sul progetto sono finite nero su bianco. E la carta è quella intestata del Municipio. Canobbio ha negato la licenza edilizia per la riapertura, dentro un vecchio pastificio in via delle Scuole, di Fantasilandia, il parco giochi al coperto che aveva dovuto chiudere la sua sede di Cadempino a causa di problemi economici dovuti alle restrizioni contro la pandemia. Alla domanda di costruzione si erano opposti tre vicini e l’Esecutivo ha dato loro ragione. Ora il proprietario dello stabile, che era pronto ad affittarlo ai gestori di Fantasilandia, dovrà decidere se fare ricorso al Consiglio di Stato.

Raro ma possibile

Che l’Esecutivo, o almeno parte di esso, ritenesse giustificate le preoccupazioni dei confinanti lo avevamo scritto a inizio mese. Dal canto loro, i promotori del progetto contavano sul preavviso favorevole già espresso dal Cantone. E qui dobbiamo aprire una parentesi: un Comune può dire no a un progetto se l’autorità superiore l’ha giudicato positivamente? La risposta è sì. La Legge edilizia, all’articolo 7, dice infatti che «l’avviso del Dipartimento vincola il Municipio nella misura in cui è negativo». Solo in quel caso il verdetto non è ribaltabile. Altrimenti, se l’Esecutivo pensa che l’opera sia in contrasto con il diritto comunale, può dire no.

Istante avvisato...

Motivando la sua scelta, il Municipio ha fatto notare che nel maggio di un anno fa, quando i promotori avevano chiesto se fosse di principio favorevole alla loro attività, «era giunto alla conclusione che l’ubicazione non fosse compatibile con la zona» e aveva invitato i suoi interlocutori «a cercare un altro luogo». Tradotto: noi vi avevamo avvertiti. L’autorità comunale ha poi giudicato negativamente il fatto che «non saranno effettuati interventi di ristrutturazione o ammodernamento degli spazi (impianto elettrico, riscaldamento, ventilazione), di messa in sicurezza e di bonifica dall’amianto»; interventi ritenuti «opportuni, vista la vetustà dello stabile». I fattori che hanno pesato di più, tuttavia, sono altri.

Per un pugno di posti

I parcheggi. Su questo tema, sollecitati dal Comune, i promotori avevano commissionato una perizia alla ditta Comal, che era giunta a una conclusione positiva per il progetto: il traffico generato da Fantasilandia sarebbe in gran parte complementare, e non in conflitto, con quello creato dalle strutture vicine, come la scuola. Quindi, con l’offerta attuale di posteggi pubblici, non si creerebbero particolari problemi. «Ma i posteggi pubblici presenti in zona – ha obiettato il Municipio – sono anche ad uso dei cittadini residenti che non dispongono di un parcheggio privato; inoltre vi sono diverse associazioni che usano gli spazi della scuola e i relativi posteggi».

Spaventa il viavai

C’è poi la questione del flusso di auto. La strada che porta al vecchio pastificio è a fondo cieco e secondo la Comal, come rimarcato dal Municipio, «è da disincentivare l’accesso da parte dei visitatori, limitandolo a casi particolari». Di fronte allo stabile i posteggi previsti per il pubblico sono solo tre, e sono pensati per chi viene, lascia il bambino e se ne va. Tre sarebbero invece per il personale e il totale, sei, rientra nei parametri fissati dal Cantone per questo tipo di struttura. «Ma senza un controllo mirato non è plausibile immaginare che i fruitori si regolino di conseguenza» scrive il Comune, preoccupato che gli sforzi fatti per moderare il traffico nella zona e migliorare la qualità di vita vengano vanificati.

Molesti?

Canobbio parla poi delle regole comunali sull’esclusione delle attività moleste. Secondo il Municipio «il rumore prodotto dai bambini che giocano (urla, pianti, strilli) può essere equiparato ad una molestia». L’attività di Fantasilandia in generale è ritenuta molesta. «Non è compatibile con la funzione residenziale del comparto». L’impatto fonico, come quello sul traffico, era stato analizzato da una perizia allegata al progetto.