«Non possiamo interferire con le leggi federali vigenti e con le decisioni delle autorità superiori»

«Pur comprendendo umanamente il vostro sostegno a Zelal e Yekta Pokerce, non si può chiedere all’Ufficio della migrazione di intraprendere dei passi in contrasto con le leggi federali vigenti e le decisioni delle autorità superiori competenti». È categorica la risposta del Consiglio di Stato alla richiesta di intervento rivoltagli dal deputato socialista Maurizio Canetta e da altri suoi colleghi di Gran Consiglio affinché i due fratelli turchi di etnia curda che vivono a Riazzino possano portare a termine la loro formazione scolastica e professionale. L’intimazione di interrompere immediatamente la frequenza Scuola specializzata superiore d’arte applicata dello CSIA, rispettivamente l’apprendistato quale elettricista presso una ditta del Locarnese, era stata comunicata a Zelal e a Yekta alcune settimane fa dall’Ufficio della migrazione. Una comunicazione derivante dal fatto che i due fratelli, giunti in Ticino quattro anni fa insieme ai loro genitori ed al fratellino minore, si sono visti respingere la richiesta d’asilo in Svizzera sia dalla Segreteria di Stato per la migrazione (Sem), sia dal Tribunale amministrativo federale. « Analizzata la vostra richiesta - si legge ancora nella risposta trasmessa dal Governo cantonale a Canetta - le comunichiamo che nell’ambito delle procedure d’asilo l’Ufficio della migrazione è tenuto ad attuare le decisioni della Segreteria di Stato della migrazione, autorità federale competente in materia d’asilo e nel contempo di vigilanza per il citato Ufficio cantonale, e confermate dalle Autorità giudiziarie di riferimento, in questo caso dal Tribunale amministrativo federale».
