«Non ritengo di avere commesso reati»

«Considerato che ho chiarito la mia posizione in oltre cento ore di interrogatori in Svizzera, il primo oltre cinque anni fa sempre di fronte al procuratore Andrea Gianini, a questo punto non mi sento di aver più nulla da aggiungere. Mi avvalgo della facoltà di non rispondere». È iniziato così l’interrogatorio al 45.enne italiano, residente al tempo dei fatti nel Luganese con lo statuto di globalista, accusato di aver truffato cinque suoi investitori per oltre 24 milioni di euro su un periodo di diversi anni, fino al 2018, promettendo rendite oltre al 10% tramite investimenti sul mercato asiatico. «Ritengo di non aver commesso dei reati», ha affermato l’imputato al giudice della Corte delle assise criminali Amos Pagnamenta.
L’uomo, difeso dall’avvocato d’ufficio Costantino Castelli, ha comunque risposto a spizzichi e bocconi alle domande della Corte, in sostanza rimandando a quanto già dichiarato, più che rifiutandosi di rispondere. Riguardo al suo ruolo ha ad esempio affermato: «Come già dichiarato, assieme a un team avevo un ruolo di consulenza e identificavo delle soluzioni top-down delle aree geografiche e delle classi d’investimento, alla ricerca di controparti bancarie per investire, e soluzioni bottom-up in merito a singole azioni, obbligazioni e materie prime che sembravano maggiormente promettenti. L’attività era limitata alla consulenza e non effettivamente all’investimento, che veniva effettuato da terze parti».
«Sono il primo che vuole fare chiarezza su quello che è successo, riallacciare i rapporti con le persone coinvolte per capire cosa è successo: non vedo l’ora». In caso di condanna riuscirebbe a ripagare gli investitori? «Prima dell’arresto certo, ma non so cosa sia successo in seguito. Sono fiducioso, spero non sia successo nulla, ma non posso saperlo».
L’uomo è accusato di truffa e riciclaggio di denaro. Abbandonato invece il procedimento per l’ipotesi di reato di falsità in documenti, in quanto non presente nella richiesta estradizionale dall’Italia. La Corte ha accettato in questo senso l’eccezione pregiudiziale evocata dall’avvocato Castelli.