Delitto di Aurigeno

«Non sapevano che avrebbe usato la pistola per uccidere»

Le difese dei due coimputati accusati di complicità in assassinio si sono battute per una pena massima di 48 mesi nei confronti dell'uomo che fornì l'arma al killer e per l'assoluzione della donna che avrebbe fatto da intermediaria tra i due
© CdT/ Chiara Zocchetti
Spartaco De Bernardi
14.05.2025 12:43

«È un'ingenua, una sprovveduta. Ma non ha mai voluto contribuire all'atto criminale. Non sapeva che il suo datore di lavoro avrebbe usato quell'arma per uccidere. Quando l'uomo proferiva minacce di morte nei confronti del suo rivale in amore, lei pensava scherzasse. Non lo ha mia preso sul serio». Sostanzialmente con queste motivazioni l'avvocato Matteo Poretti ha chiesto l'assoluzione della sua assistita, una 34.enne di origini kosovare, dal reato di complicità in assassinio per aver fatto da intermediaria nella compravendita dell'arma usata dal 44.enne del Locarnese per ammazzare l'allora custode del Centro scolastico della Bassa Vallemaggia. Dalle dichiarazioni della donna, ha aggiunto il legale, si è risaliti al 33.enne, anche lui di origini kosovare, che ha venduto la pistola al «killer».

Una vendita ammessa dal coimputato, che a sua volta deve rispondere del reato di complicità in assassinio. L'accusa sostenuta dal procuratore pubblico Roberto Ruggeri, secondo l'avvocato Gianluigi Della Santa, patrocinatore del 33.enne, però non regge. Nulla agli atti mostra la consapevolezza del suo assistito che il 44.enne avesse usato l'arma per annientare il suo rivale in amore. Gli aveva parlato di voler far del male a qualcuno, non di voler uccidere. Da qui la richiesta dell'avvocato Della Santa: derubricare il capo d'imputazione in esposizione a pericolo della sicurezza pubblica con armi che, sommato agli altri di cui si è riconosciuto colpevole (in particolare l'ottenimento di permessi di soggiorno e di lavoro falsificati per una decina di suoi connazionali) deve tradursi in una pena massima di 48 mesi. 

A fine mattinata ha preso la parola l'avvocato Fabio Bacchetta Cattori, patrocinatore del 44.enne che l'11 maggio di due anni fa uccise il suo rivale in amore. La sua arringa proseguirà nel pomeriggio.