«Non siamo ancora partiti, ma siamo già sotto attacco»

Alcune navi - quelle dei porti più lontani - sono già partite, altre ancora no. Manca poco, comunque, al momento in cui la missione della Global Sumud Flotilla entrerà nel vivo. Fra qualche giorno, le imbarcazioni che partecipano alla spedizione - una cinquantina - si riuniranno nel Mediterraneo, prima di provare a forzare il blocco navale di Israele e portare, così, aiuti alla popolazione nella Striscia di Gaza, stremata da mesi di carestia.
A bordo, ne abbiamo già parlato, ci sarà Greta Thunberg e circa 500 tra attivisti, politici e volontari, provenienti da 44 Paesi. Una quarantina gli svizzeri e, sì, anche qualche ticinese. Fra questi, anche chi partirà trasportando aiuti umanitari sulla Alfonsina e il mare: Fabrizio Ceppi (skipper) e Vanni Bianconi (capitano dell'equipaggio).
«Non siamo ancora partiti, ma siamo già sotto attacco», spiega oggi Bianconi in un messaggio video. «Il ministro della Sicurezza nazionale israeliana, Itamar Ben-Gvir, ha annunciato il piano di Israele di trattare tutti i membri delle ciurme della Global Sumud come terroristi. Quindi, quando verremo fermati ed arrestati in acque internazionali, verremo messi in un carcere di massima sicurezza riservato ai terroristi. Verremo privati dei comfort di base e rischiamo detenzioni prolungate».
Nell'ultimo anno, del resto, iniziative simili si sono sempre infrante sul muro israeliano e gli attivisti implicati sono stati arrestati.
Ma stop di questo tipo, ha sottolineato Bianconi nel suo messaggio, sono illegali ai sensi del diritto internazionale. «Tutto questo avviene in acque internazionali, mentre portiamo aiuti umanitari alle persone che a Gaza muoiono di fame. [Arrestarci] è una violazione del diritto internazionale e noi chiediamo ai nostri governi di proteggerci. Stiamo compiendo un gesto umanitario e totalmente legale per motivi di emergenza umanitaria, come lo è una carestia, e chiediamo al governo di Svizzera e Italia, in particolare, di proteggerci».
Quindi l'invito: «Girate questo appello, inviatelo a Cassis e Tajani, ai nostri governi, perché finalmente rompano il silenzio e reagiscano per proteggere i loro cittadini che cercano di proteggere altri esseri umani».