Onorari, la polemica tiene banco

BELLINZONESE - Nel processo a carico di tre cittadini bulgari – di 33, 31 e 43 anni – comparsi oggi di fronte alla Corte delle Assise criminali di Bellinzona per rispondere del reato di ripetuto furto aggravato (la sentenza giungerà nel tardo pomeriggio: il giudice è Marco Villa) ha tenuto banco la polemica legata alle note d'onorario degli avvocati d'ufficio.
Il terzetto ha colpito in una ventina di occasioni nella nostra regione e nei Grigioni per un anno, da fine novembre 2015 al giorno dell'arresto avvenuto dodici mesi dopo. Complessivamente la refurtiva ammonta a oltre 40.000 franchi, mentre i danni hanno superato i 140.000 franchi. Il procuratore pubblico Zaccaria Akbas ha chiesto 33 mesi per i primi due ladri e 32 per il terzo. Nelle loro arringhe gli avvocati difensori – rispettivamente Didier Lelais, Giorgia Maffei e Gianluca Molina – hanno chiesto una massiccia riduzione della pena.
"Imputati stranieri? Perché non giudicarli nel loro Paese?"
Da far notare, in particolare, l'intervento dell'avvocato Didier Lelais, il quale ha sostanzialmente replicato al giudice Marco Villa che nel processo di venerdì scorso per il colpo al portavalori di Agno aveva ridotto da 120 mila a 80 mila gli onorari dei legali d'ufficio. Ebbene, Lelais ha voluto fare chiarezza per «evitare di passare da avvocato ad accusato». Il legale ha spiegato nei dettagli la nota d'onorario presentata visto che è «sacrosanto il diritto a una difesa dell'imputato. Il nostro ordinamento legislativo lo garantisce sia a chi dispone di mezzi finanziari sufficienti sia a chi si trova in indigenza, imponendo che sia lo Stato a farsene carico. Se non vogliamo questo onere in particolar modo per gli imputati stranieri ai quali lo Stato non potrà chiedere il rimborso di quanto anticipato, allora bisognerebbe che chi di competenza possa creare loro la possibilità di essere giudicati nel proprio Paese".
La sentenza
Nel frattempo è giunta la sentenza. Tutti condannati. Nessuno sconto per i tre cittadini bulgari di 33, 31 e 43 anni. Il giudice Marco Villa ha inflitto loro pene di 2 anni e 4 mesi per i primi due e di 2 anni e 3 mesi per il terzo, confermando il castello accusatorio del procuratore pubblico Zaccaria Akbas che si era battuto per la condanna a 33 mesi per i primi due ladri e di 32 mesi per il terzo.