Parco regionale del Camoghè, avanti con uno studio

Rullo di tamburi: il progetto di parco regionale del Camoghè ha imboccato il sentiero che conduce a una candidatura all’Ufficio federale dell’ambiente (UFAM). Ma c’è di più. I quattro Comuni toccati dalla nuova versione del progetto, ossia Lugano, Capriasca, Ponte Capriasca e Bellinzona, dopo aver dato di principio la loro disponibilità ad approfondirlo, hanno anche dato luce verde a uno studio preliminare di fattibilità, che è stato recentemente attivato e terminerà in autunno. Una volta pronto, «sarà a tutti gli effetti un piano d’azione con tempistiche, costi e ruoli dei vari attori in gioco», rileva il presidente dell’Ente Regionale per lo Sviluppo del Luganese (ERSL), Franco Voci.
Condivisione bidirezionale
Il parco regionale del Camoghè è uno dei progetti di punta di quest’anno dell’Ente, insieme alla piattaforma informatica «Comuni forti e in rete», che consiste nel mettere questo strumento a disposizione dei Comuni al fine di raccogliere tutta una serie di informazioni utili e avere una condivisione bidirezionale.
Tornando invece al tanto atteso progetto di parco regionale del Camoghè – se ne parla da ventinove anni –, «la disponibilità di principio dei quattro Municipio ad approfondire il progetto costituiva una prima condizione necessaria al prosieguo dei lavori – puntualizza Voci –. Questo, anche dal punto di vista dei criteri formali dell’UFAM (che mette a disposizione il marchio di parco, ndr), come la superficie minima di cento chilometri quadrati, la continuità territoriale e la qualità paesaggistica). A seguito di questo sì preliminare, lo ricordiamo, l’UFAM si è seduto lo scorso febbraio al tavolo con il Cantone, i Comuni coinvolti e gli Enti di sviluppo del Luganese e del Bellinzonese per capire come portare avanti questo dossier che pende ormai dal lontano 1994.
I prossimi passi
Ora, un altro passo avanti è stato fatto con l’avvio dello studio preliminare di fattibilità, il cui costo sarà coperto in gran parte dai due Enti regionali. «Gli obiettivi sono definire il percorso da seguire verso la candidatura, con le principali tappe e tempistiche, i documenti da produrre, una stima dei costi, valutazione delle varianti di perimetro e del modello di governance», conclude il presidente dell’ERSL. A livello di perimetro, il parco si situa all’interno della più vasta fascia di territorio di circa ottanta chilometri che va da Gandria al Passo dello Spluga.