L'attivista per il clima: «Una messinscena a Locarno? No, e ci hanno pure applauditi»
Ha fatto parecchio scalpore la dimostrazione di Robin Jolissaint e Cécile Bessire, due attivisti di Renovate Switzerland, sul palco del Locarno Film Festival, proprio durante la premiazione del film Voyage au pôle Sud del regista Luc Jacquet. I due giovani hanno lanciato un messaggio ambientalista, per sensibilizzare il pubblico sulla minaccia del cambiamento climatico in atto e sull'inazione dei governi. E ciò è stato possibile anche grazie al direttore artistico Giona A. Nazzaro, che ha offerto loro il microfono affinché potessero parlare ai presenti: «Siamo tutti dalla stessa parte», ha detto. Il presidente del Locarno Film Festival, Marco Solari, ha fatto sapere di aver apprezzato il «coraggio» che serve «per portare avanti le proprie opinioni». Quanto accaduto, però, non è piaciuto a tutti e qualcuno ha insinuato il dubbio che sia stata una montatura organizzata dal Festival. Dopo aver fatto due chiacchiere con i giovani per le strade di Locarno, abbiamo approfondito la questione con Cécile Bessire.
Pensi che il pubblico abbia apprezzato il messaggio che avete lanciato o hai visto persone infastidite dalla vostra azione?
«Non credo che il pubblico fosse infastidito. Abbiamo
lasciato il palco con un grande applauso in sottofondo. La serata era dedicata al clima
e alle sue drammatiche conseguenze sul nostro ambiente e sugli esseri viventi, che stanno letteralmente scomparendo al Polo Sud. Oggi nessuno può negare la realtà del
cambiamento climatico e dobbiamo assolutamente assumerci la responsabilità e
agire ora. Vorrei ringraziare il Festival per averci dato la
possibilità di parlare».
Il direttore artistico Giona A. Nazzaro vi ha dato il microfono. Te lo aspettavi?
«Sono rimasta molto colpita dalla sua reazione e vorrei ringraziarlo ancora una volta per il
suo sostegno. Ha ragione quando dice che "siamo tutti dalla stessa parte". Come
ha affermato il mio collega Robin nel suo intervento, la crisi climatica ci
riguarda tutti e nessuno è più al sicuro. Mi dà grande speranza vedere che
possiamo riconoscere la nostra vulnerabilità comune, ma anche la
nostra forza comune per affrontare l'emergenza. Solo unendoci avremo successo».
Pensi
che il Locarno Film Festival stia facendo abbastanza sul tema del cambiamento
climatico?
«Penso che tutti potremmo fare di più. In modo individuale, ma dobbiamo soprattutto impegnarci collettivamente. Sostenendo e legittimando la nostra azione di disobbedienza
civile nonviolenta, il Festival ha già fatto qualcosa di grande e importante.
Spero che ispirerà nuove persone a unirsi al movimento per il clima. Perché
oggi abbiamo bisogno di una mobilitazione collettiva dei cittadini. Il
cambiamento non verrà dal governo, ma dalla società civile».
Cosa è
successo dopo la dimostrazione? Avete avuto problemi con la polizia?
«Siamo
stati portati alla stazione di polizia per un controllo di identità. Non siamo
stati perseguiti, come di solito accade con questo tipo di azioni. Questo
grazie al Locarno Film Festival, e li ringrazio per aver riconosciuto la
legittimità e la necessità di azioni per il clima non violente come quella di
lunedì sera».
Il
presidente del Locarno Film Festival, Marco Solari, ha apprezzato il vostro «coraggio», ma qualcuno si è infastidito. Come rispondi a chi dice che siete solo capaci di parlare, ma non fate niente di concreto?
«Sostengo Renovate Switzerland proprio perché credo che sia la politica ad esser fatta solo di parole, promesse, rassicurazioni e discussioni. In
realtà non sta accadendo nulla, il che significa che attualmente non ci sono
misure appropriate all'urgenza della situazione che ci consentano di ridurre il consumo di gas e petrolio in misura sufficiente per raggiungere gli
obiettivi climatici prefissati. Stiamo andando dritti verso l'inferno
climatico. Come cittadina, non posso fare altro che usare il mio
corpo, il mio coraggio e tutta la mia persona per far passare questo messaggio. Se il Governo vuole fare qualcosa di concreto deve dichiarare l'emergenza
climatica ed emanare un piano per il risanamento termico degli edifici in Svizzera
entro il 2030».
Qualcuno sostiene che la vostra irruzione sia stata una messinscena concordata con il Festival...
«Quando
ho visto il video ho capito che lo avrebbero pensato. Per coincidenza, siamo saliti sul palco quando si
parlava di "attivisti". Ma questa azione non è stata organizzata in
collaborazione con il Festival. La coincidenza di quanto avvenuto ha semplicemente evidenziato il fatto
che, noi e gli organizzatori della kermesse, abbiamo preoccupazioni comuni».