«Per ora è una zona da evitare»

Quella zona, per ora, è da evitare. Lo ha detto il geologo cantonale Andrea Pedrazzini e lo ha ribadito lo scalatore Manuel Rondez. Lui quelle rocce calcaree le conosce bene. È stato lui, insieme a Marcus Stein, ad aprire una ventina di nuove vie sulla parete da cui si è staccata la frana. Il crollo ha cancellato le ultime quattro, quelle che si trovavano sul lato destro del bastione dopo una profonda fessura nella montagna.
«I Denti della Vecchia sono fatti così, di tanti pilastri uno appoggiato all’altro» commenta lo stesso Rondez, da noi raggiunto. «Tuttavia era difficile immaginarsi che potesse cadere un blocco di quelle dimensioni». Anche se la maggior parte dei percorsi di ascesa si è salvata, per ora è meglio stare alla larga da quella parete. «Non sono un geologo e ognuno fa quello che vuole – conclude Rondez – ma ovviamente consiglierei di evitare. Anche perché l’accesso alla parete, con la frana, sarà diventato più difficile».
In attesa
Un invito ribadito anche da Pedrazzini: «Per il momento questa è una zona da evitare», dice al Corriere del Ticino, «Domenica sera ci sono stati ulteriori cedimenti. Alcuni blocchi di roccia di decine o centinaia metri cubi hanno proseguito la loro corsa e si sono arrestati a una cinquantina di metri sopra il sentiero che da Creda va verso Murio. Anche a causa delle precipitazioni previste per i prossimi giorni, il versante deve ancora stabilizzarsi».
E in questo senso proprio la pioggia «può aiutare, pulendo la parete e facendo scendere il materiale instabile». La chiusura del sentiero dovrebbe durare qualche giorno, una volta stabilizzatasi la situazione si valuterà la riapertura del tratto di 300 metri. Intanto, la situazione è monitorata, anche con l’aiuto di droni.