Ciclismo

«Prima di rinunciare, vediamo se la politica è con noi»

Dopo la controproposta di Rocco Cattaneo per ospitare gli Europei a Bellinzona, Fabrizio Cieslakiewicz non demorde: «Valutiamo la disponibilità degli enti pubblici a sostenere i Mondiali» - Se ne parlerà a breve
Il Ticino ha ospitato quattro Mondiali di ciclismo su strada: l'ultimo nel 2009 a Mendrisio. © CdT/Archivio
Simone Berti
21.07.2022 21:07

«Non voglio rinunciare all’idea iniziale, quella dei Mondiali: se gli enti pubblici toccati condividono la potenzialità di questa occasione e riescono a mettere a disposizione 5-10 milioni, anche considerando quanta vitalità l’evento porterebbe alla regione, allora si va avanti. Se invece questa disponibilità non ci sarà, si potrà pensare alle alternative». Fabrizio Cieslakiewicz, direttore di BancaStato che da queste colonne il 9 luglio ha lanciato l’idea di organizzare i Campionati del mondo di ciclismo su strada nel Sopraceneri con base a Bellinzona, risponde così alla controproposta formulata su cdt.ch da Rocco Cattaneo, ex corridore professionista e oggi membro del comitato direttivo dell’Unione ciclistica internazionale oltre che consigliere nazionale e imprenditore. Premettendo che l’idea è buona e che la capitale ticinese avrebbe i requisiti per farcela a livello infrastrutturale e territoriale, ribadisce come l’organizzazione dell’evento richieda un impegno enorme in termini finanziari (si parla di 20 milioni) e logistici, senza dimenticare che alla Svizzera è già stato assegnato uno dei prossimi Mondiali (Zurigo 2024).

Un impatto più soft

Rocco Cattaneo ha quindi suggerito l’idea di puntare «ad ospitare un evento pure molto seguito ma meno impegnativo come i Campionati europei, una kermesse oggi decisamente in crescita come dimostrato dall’edizione 2021 nel Trentino». Lì con un investimento di soli 1,6 milioni di euro il ritorno d’immagine è risultato 30 volte superiore, essendo stato stimato da uno studio in 50 milioni di euro. Anche dal punto di vista organizzativo, della sicurezza e della viabilità, ha precisato, «l’impatto della rassegna continentale è molto più soft, e quindi è più facilmente fattibile». I percorsi sono più compatti, c’è bisogno di meno spazio in generale e anche la durata è più breve (5 giorni contro 7-8).

«È un bene che se ne parli»

Che dire, allora, di questa alternativa? «Su questo evento comincia effettivamente ad esserci un interesse, che però è ovviamente ben lontano da quello esistente per un Campionato del mondo», replica Cieslakiewicz. Nonostante l’ingente impegno finanziario richiesto dalla kermesse iridata, di cui si dice chiaramente consapevole, il direttore di BancaStato quindi non demorde, e intanto si rallegra del fatto che se ne parli. Come anticipato, ritiene di non voler mollare l’idea iniziale, in attesa di conoscere il parere degli enti pubblici coinvolti (ricordiamo che per l’ultimo dei quattro Mondiali tenuti nella storia in Ticino, a Mendrisio nel 2009, il costo fu di 13 milioni di franchi di cui il 63% coperto proprio dalla collettività).

Prossimamente un incontro

Il prossimo passo, quindi, consiste nel sondare l’interesse della politica. A breve Cieslakiewicz convocherà un incontro invitando anche alcuni esperti del settore oltre ai rappresentanti delle autorità. In quella occasione verranno effettuate della valutazioni partendo dal presupposto che ogni idea è la benvenuta, ma che l’obiettivo numero uno rimane quello di capire se finanziariamente c’è terreno fertile per i Mondiali: «Se così non fosse, saremo pronti a valutare delle alternative, sempre con lo scopo di far vivere la nostra regione».