Impianti idroelettrici

«Prima poca neve e ora la siccità, siamo in ritardo con gli accumuli»

Andrea Baumer, responsabile della Sezione sbarramenti di OFIMA e OFIBLE, spiega come è la situazione in vista della produzione invernale di elettricità
Nicola Bottani
Nicola Bottani
23.07.2022 06:00

Anche i bacini idroelettrici ticinesi appaiono in sofferenza, a causa della persistente siccità. Cosa dobbiamo quindi aspettarci per la produzione di elettricità, soprattutto pensando all’inverno, quando i consumi raggiungono il picco? Ne abbiamo parlato con l’ingegner Andrea Baumer, responsabile della Sezione sbarramenti delle Officine idroelettriche della Maggia (OFIMA) e di quelle di Blenio (OFIBLE). Le due aziende sono distinte sul piano societario ma di fatto costituiscono un corpo unico, poiché gestione tecnica degli impianti e amministrazione sono riunite in una sola sede, quella centrale di Locarno. Con l’ingegner Baumer, martedì scorso, ci siamo però incontrati in cima alla Valle di Blenio, alla diga del Luzzone.

L'ingegner Andrea Baumer ritratto durante la visita alla diga bleniese del Luzzone. © CdT/Chiara Zocchetti
L'ingegner Andrea Baumer ritratto durante la visita alla diga bleniese del Luzzone. © CdT/Chiara Zocchetti

Andrea Baumer, fa un po’ specie vedere il lago così basso.

«Qui al Luzzone attualmente l’acqua è a una cinquantina di metri dal livello massimo. Una situazione rara, simile però a quella che avevamo già avuto nel 2005, mentre nel 1976, sempre in questo periodo dell’anno ma prima dell’innalzamento di 17 metri della diga, avvenuto negli anni Novanta, la quota del livello del lago in proporzione era ancora più bassa rispetto a oggi (ndr: prendendo come riferimento la stazione meteorologica di Lugano, il 1976 e il 2005 sono pure stati anni in cui ha piovuto molto poco nel periodo gennaio-luglio, come riferisce da parte sua Marco Gaia, responsabile del Centro sud di MeteoSvizzera, ossia l’osservatorio di Locarno-Monti). In generale, la persistente mancanza di precipitazioni non ci sta aiutando per il riempimento dei bacini di accumulazione utilizzati per la produzione di elettricità invernale. Non solo in Ticino ma in tutta la Svizzera, poiché la situazione, dal punto di vista meteorologico, è la stessa su tutto il territorio nazionale. Speriamo comunque di poter recuperare».

Vista l'attuale situazione, una certa preoccupazione c'è, ma per ora non è il caso di fasciarsi la testa

Non dovremmo preoccuparci già ora per quel che riguarda la produzione e la fornitura di elettricità, pur sapendo che il picco dei consumi lo si ha nei mesi più freddi dell’anno?

«In effetti, i bacini idroelettrici, dopo aver raggiunto i livelli minimi attorno ad aprile-maggio, di norma possono o potrebbero già essere pieni in estate, grazie alle nevicate dell’inverno precedente e in seguito alle piogge primaverili che ci permettono di contare sulla materia prima. Per noi produttori di elettricità l’anno idrologico incomincia comunque il 1. ottobre, quando iniziano i mesi più freddi, quelli in cui i consumi di elettricità raggiungono il loro picco e gli afflussi naturali sono ridotti a causa delle basse temperature. È da lì via che più conta la presenza di acqua nei bacini. Vista l’attuale situazione, una certa preoccupazione c’è, ma per ora non è il caso di fasciarsi la testa, anche se in questo momento può fare una certa impressione vedere l’acqua così bassa come qui al Luzzone e in altri bacini ticinesi o della Svizzera».

La combinazione di persistente siccità e scarsità delle precipitazioni nevose, se si confermasse come trend negli anni a venire, sicuramente creerà dei problemi ai produttori di elettricità

Eppure, si sono vissuti momenti certamente migliori.

«Questo è fuor di dubbio ed è chiaro che quest’anno siamo in ritardo con il riempimento dei bacini idroelettrici, a causa della persistente situazione di siccità e della scarsità delle precipitazioni nevose durante l’ultimo inverno. La combinazione di questi due fattori meteorologici, se si prolungasse nel tempo e si confermasse come trend negli anni a venire, sicuramente creerà dei problemi ai produttori di elettricità come noi di OFIMA e OFIBLE, che però non ci occupiamo di vendere l’elettricità ai consumatori finali, decidendone il prezzo al kilowattora e quant’altro. Infatti, la nostra produzione è ritirata dai nostri azionisti, in proporzione alle rispettive quote azionarie. Per fare un esempio, nel caso del Canton Ticino inteso come Stato, che detiene il venti per cento sia di OFIMA sia di OFIBLE, l’elettricità da noi prodotta va all’Azienda elettrica ticinese, che opera direttamente sul mercato vendendo o acquistando elettricità per soddisfare le richieste di clienti

Un'altra immagine della diga del Luzzone, che negli anni Novanta dello secolo passato è stata innalzata di 17 metri rispetto alle origini. © CdT/Chiara Zocchetti.
Un'altra immagine della diga del Luzzone, che negli anni Novanta dello secolo passato è stata innalzata di 17 metri rispetto alle origini. © CdT/Chiara Zocchetti.

Lei ha affermato che ad ogni modo sperate di poter recuperare.

«L’assenza di piogge finora non ci ha permesso di compensare lo scarso apporto costituito dallo scioglimento primaverile delle nevi. Per quel che riguarda gli impianti di OFIMA, per esempio, contiamo però di poter riempire i bacini di accumulo di Naret e Cavagnoli, mediante il pompaggio da Robiei. Anche perché possiamo contare, oltre che su quella del Basodino, pure sull’acqua fornita dal ghiacciaio del Gries, in territorio vallesano, appena al di là del passo della Nufenen. L’OFIMA detiene infatti il 50% del pacchetto azionario della Aegina SA, proprietaria del bacino del Gries e della relativa centrale di Altstafel, impianti la cui acqua viene introdotta nel complesso idroelettrico dell’OFIMA stessa. Ciò non toglie però che ormai ci stiamo avvicinando alla fine di luglio e che la nostra materia prima manca, senza contare che le temperature molto alte anche in montagna fanno aumentare l’evaporazione dell’acqua, altro fattore da tenere in considerazione. Quanto al Luzzone, se non ci saranno precipitazioni oltre la media nei prossimi mesi, il lago non sarà pieno per l’inverno. Tornando al 1976, le abbondanti precipitazioni di settembre-ottobre avevano colmato velocemente questo deficit, cosa non avvenuta nel 2005.

Le piogge sempre più spesso assumono un carattere torrenziale e quando piove troppo forte, aumenta il rischio di subire danni agli impianti

Prima o poi, almeno si spera, la pioggia tornerà a cadere. I produttori di elettricità come OFIMA e OFIBLE potranno tirare un sospiro di sollievo?

«Le precipitazioni, che tutti noi attendiamo ormai con una certa impazienza, prima o poi torneranno. Si tirerà quindi un sospiro di sollievo, per così dire, ma si presenteranno comunque preoccupazioni di altro tipo. Le piogge sempre più spesso assumono infatti un carattere torrenziale e quando piove troppo forte, aumenta il rischio di subire danni agli impianti di produzione. L’acqua, in questi casi, porta con sé molti detriti, piante, alberi, fango, sassi... E questi inevitabilmente vanno a interferire con il regolare funzionamento delle prese d’acqua, dove la stessa passa per raggiungere poi le turbine con cui viene prodotta l’elettricità. Le piogge saranno benvenute, ma si deve sperare che siano regolari, moderate e continue su un certo lasso di tempo, non tutte d’un colpo e fortissime. Cosa che in ogni caso vale per tutti noi in generale, perché la popolazione può subire conseguenze a causa di frane, ingrossamento eccessivo dei corsi d’acqua e inondazioni».

La sede centrale di OFIMA e OFIBLE a Locarno. © CdT/Archivio
La sede centrale di OFIMA e OFIBLE a Locarno. © CdT/Archivio

Il cambiamento climatico in atto appare assodato: come potrebbero reagire i produttori di elettricità come voi del settore idroelettrico?

«Gli impianti e i complessi idroelettrici già decenni fa sono stati concepiti e realizzati per durare a lungo nel tempo. Quindi, in Svizzera si sta già pensando al lungo termine con l’innalzamento di alcune dighe, per aumentare la capacità dei rispettivi bacini e cercare di assicurare un’adeguata fornitura di elettricità, contando su riserve d’acqua maggiori per i periodi in cui i consumi sono maggiori. Per quanto ci riguarda, gli inverni più miti potrebbero comunque darci una mano, nel senso che il consumo di elettricità sarebbe minore rispetto a quando fa molto freddo, così che può risultare meno problematico gestire produzione e forniture anche quando l’acqua scarseggia come quest’anno. In ogni caso, quello legato al clima e alle mutate condizioni meteorologiche, è un discorso molto complesso anche per i produttori di elettricità del settore idroelettrico».

È giusto che le autorità si preparino anche agli scenari peggiori affinché non ci si trovi impreparati alle prime difficoltà

Intanto, in queste settimane a livello di Consiglio federale si è già iniziato a parlare di possibili razionamenti energetici nel corso del prossimo inverno, in seguito alla crisi energetica causata dalla guerra scatenata dalla Russia contro l’Ucraina.

«Ciò dimostra – per quel che riguarda l’approvvigionamento energetico – che dipendiamo pure da fattori del tutto imprevedibili e che mutano lo stato delle cose in brevissimo tempo. È dunque giusto che le autorità si preparino anche agli scenari peggiori affinché non ci si trovi impreparati alle prime difficoltà, eliminando prima gli sprechi e razionando poi le forniture ai consumatori. Per il futuro, inoltre, una delle grandi sfide sarà di differenziare ancora di più le fonti da cui ricavare l’energia necessaria per i consumatori finali. E anche di ottimizzare ulteriormente quelle fonti che già ci permettono di sopperire con maggiore sicurezza ai nostri bisogni, come è in Svizzera con il settore idroelettrico»

OFIMA

Le Officine idroelettriche della Maggia SA (OFIMA) sono state costituite il 10 dicembre del 1949 e utilizzano le forze idriche della Maggia e dei suoi affluenti fino al Lago Maggiore. Negli anni ’50 sono stati costruiti gli impianti di Maggia 1 (Sambuco, Peccia, Cavergno e Verbano) e negli anni ’60 quelli di Maggia 2 (Cavagnoli-Naret, Robiei e Bavona). Il capitale sociale delle OFIMA è di 100 milioni di franchi e la società detiene anche il 50% della Aegina SA, proprietaria del bacino del Gries e della centrale di Altstafel in Vallese. L’azionariato è il seguente: 30% Axpo Power AG, 20% Canton Ticino, 12,5% Alpiq Suisse SA, 12,5% Aziende industriali di Basilea, 10% Città di Zurigo, 10% BKW Energie AG, 5% Energie Wasser Bern.

OFIBLE

Le Officine idroelettriche di Blenio SA (OFIBLE) sono state costituite il 29 febbraio del 1956 e utilizzano le forze idriche del fiume Brenno e dei suoi affluenti. Il complesso idroelettrico è stato realizzato fra il 1956 e il 1963 e comprende gli impianti di Luzzone, Olivone e Biasca. Negli anni ’90 la diga del Luzzone è stata innalzata di 17 metri, portando la capacità del bacino dagli originari 87 milioni di metri cubi a 107. Il capitale sociale delle OFIBLE è di 60 milioni di franchi e l’azionariato è così suddiviso: 20% Canton Ticino, 17% Axpo Power AG, 17% Alpiq Suisse SA, 17% Città di Zurigo, 12% IWB, 12% BKW Energie AG, 5% Energie Wasser Bern.